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Attualità
Inail, in soli 5 mesi oltre 360 denunce di morti sul lavoro
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail al 31 maggio del 2024 sono state 251.132 (+2,1% rispetto a maggio 2023 e in diminuzione del 22,4% rispetto allo stesso periodo del 2022), con un aumento più rilevante per gli incidenti avvenuti nel tragitto casa-lavoro.
Le denunce di infortunio con esito mortale sono state 369 (+3,1%): nell’incremento sono stati determinanti gli incidenti mortali plurimi.
A crescere anche le patologie di origine professionale denunciate, 38.868 (+24%). E’ quanto risulta dai dati diffusi dall’Inail.
Attualità
Francesco Pio Maimone, genitori al prefetto di Napoli: “Una targa che lo ricordi lì dove fu ucciso”
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I genitori di Francesco Pio Maimone chiedono, in una lettera inviata al prefetto di Napoli Michele di Bari, una deroga alle norme che regolano la toponomastica del Comune di Napoli che consenta l’apposizione di una targa in ricordo del figlio lì proprio dove il giovane pizzaiolo fu assassinato, nella nottre tra il 19 e 20 marzo 2023, da un colpo di pistola vagante sul lungomare di Napoli durante una rissa.
La richiesta è stata effettuata attraverso i loro avvocati Angelo e Sergio Pisani.
Nella missiva inviata al prefetto si legge: “Francesco Pio, una vittima innocente della criminalità organizzata, è stato strappato alla vita in modo crudele e ingiusto, lasciando un vuoto immenso nei cuori dei suoi familiari ed amici. Una targa commemorativa in suo onore non solo avrebbe un valore inestimabile per i familiari del ragazzo, che vedrebbero in essa un segno tangibile del ricordo del loro caro, ma avrebbe anche un significato profondo per tutta la città di Napoli, in particolare per i giovani”.
“La presenza di tale targa – viene sottolineato dai due avvocati – potrebbe fungere da potente monito per tanti giovani, ricordando loro l’importanza di opporsi alla criminalità organizzata e di scegliere percorsi di vita positivi e lontani dalla violenza”.
Attualità
“Spacciatori convertitevi!”, sacerdote predica col megafono nella piazza di spaccio di Pianura
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Si è presentato col megafono in mano nella piazza di spaccio del quartiere di Pianura a Napoli.
Don Antonio Coluccia, sacerdote della periferia romana, impegnato in una lotta per la legalità, per la quale è finito sotto scorta, ha lanciato il suo ‘anatema’ contro i pusher e chiesto ai giovani della zona di non cedere alle grinfie della camorra.
‘Spacciatori convertitevi’, ha urlato dal megafono.
Al momento del suo arrivo – secondo quanto riferiscono organi di stampa che parlano della vicenda – alcuni pusher sarebbero scappati scavalcando un’inferriata.
“La droga – ha urlato don Antonio – non ha mai reso felice nessuno. Mai. Non lasciatevi abbracciare dal crimine. La camorra non dà nulla di nuovo, offre fame e criminalità, ruba la speranza ai cittadini di questo territorio. Ragazzi, siete giovani. non cadete nelle mani di questi clan che non vi danno nulla di buono, vi rubano la speranza, creano soprattutto sofferenza nelle vostre famiglie”.
(fonte: Ansa)
Attualità
Porno con la faccia di Giorgia Meloni: la Premier chiede 100mila € di risarcimento
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Un uomo, di 40 anni, sassarese, è accusato di aver pubblicato su un sito internet pornografico statunitense alcuni video contraffatti apponendo il volto della premier Giorgia Meloni su quello delle attrici a luci rosse originali. Ieri è ripreso il processo a suo carico a Sassari.
Meloni, assistita dall’avvocata Maria Giulia Marongiu, ha già annunciato la richiesta di risarcimento danni per 100mila euro, che saranno destinati al fondo del ministero dell’Interno per le donne vittime di violenza. La presidente del Consiglio testimonierà in videoconferenza l’8 ottobre nell’aula della Corte d’Assise.
L’inchiesta era stata avviata dalla polizia postale di Sassari nel 2020, in seguito a una segnalazione arrivata direttamente da Roma. Secondo le accuse, il 40enne, aveva modificato dei filmati pornografici e, utilizzando alcuni software specifici per la manipolazione grafica dei video, aveva apposto il volto di Giorgia Meloni sui corpi delle attrici hard. I video sono rimasti in rete parecchi mesi, raccogliendo milioni di visualizzazioni in tutto il mondo. Meloni, che all’epoca non era presidente del Consiglio, aveva sporto denuncia dopo che alcuni suoi collaboratori si erano resi conto della diffusione dei video cosiddetti “deepfake”.
A processo sono così finiti il 40enne e suo padre di 73 anni.
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