Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia (anche se quest’ultima con più dubbi) stanno considerando di apportare delle modifiche al sistema di voto nei comuni. L’idea arriva subito dopo la sconfitta nei ballottaggi delle elezioni amministrative del 2024, dove il centrosinistra ha conquistato sei capoluoghi di regione al voto.
L’eliminazione dei ballottaggi potrebbe scattare qualora un candidato superasse il 40% dei voti al primo turno. Le destre da tempo lavorano sull’abolizione del secondo turno e avevano provato un blitz con un emendamento leghista al “decreto elezioni” a meno di tre mesi dal voto, un tentativo che era però andato a vuoto per le forti proteste delle opposizioni.
Ora però il discorso è di attualità, anche grazie a un intervento del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che a spoglio appena concluso ha diramato una nota in cui propone di modificare la legge ispirandosi a quella delle elezioni siciliane, dove per accedere al doppio turno nessuno dei candidati deve superare la soglia minima del 40%.
Dall’altra parte, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha contestato queste proposte. “Non è che quando si perde si aboliscono le elezioni o si scappa con il pallone in mano. Noi non ci stiamo a cambiare le regole, non ha senso delle istituzioni una dichiarazione del genere”, ha commentato.
Sarà presentato domenica, 10 novembre, alle ore 10.00, nella suggestiva cornice del Chiostro di San Francesco, in piazza don Giuseppe Diana ad Aversa, il libro di Italo Bocchino“Perché l’Italia è di destra”, sottotitolo “Contro le bugie della sinistra”, edito da Solferino.
Sono previsti i saluti di Imma Lama, capogruppo consiliare di FdI Aversa, e di Gimmi Cangiano, deputato e coordinatore provinciale di Caserta del partito di Giorgia Meloni. Interverranno Mario De Michele, direttore di Italia Notizie Online e giornalista parlamentare, e Mimmo Falco, vicepresidente dell’Ordine Regionale dei Giornalisti della Campania. I lavori saranno moderati dalla giornalista e scrittrice Claudia Conte. Presenti i parlamentari Marco Cerreto e Giovanna Petrenga, il consigliere regionale Alfonso Piscitelli, i già deputati Pasquale Giuliano e Gennaro Coronella, il consigliere comunale di Aversa Antonio Farinaro, Enzo Pagano, candidato alle ultime politiche nella lista di FdI ed esponente di spicco del partito, e i leader cittadini di Fratelli d’Italia, Michele Ferrara e Pino Cannavale.
È una costante della nostra storia politica: quando si tratta di elezioni decisive, l’Italia vira sempre a destra. È accaduto nel 1948 con la Democrazia Cristiana, nel 1994 con Silvio Berlusconi, e ancora nel 2022 con Giorgia Meloni. Ma quali sono le caratteristiche di questa nuova destra? Davvero gli italiani vogliono l’uomo forte? E davvero alla sinistra servirebbe una Meloni? Italo Bocchino, dalla prospettiva privilegiata del giornalista e intellettuale d’area, racconta le radici e il futuro di una compagine politica in continua evoluzione, eppure saldamente radicata in una storia. Sfata luoghi comuni come il familismo, l’incompetenza della classe dirigente, il monopolio dell’informazione o il destino di isolamento internazionale e catastrofi economiche regolarmente pronosticate al Paese sotto i governi di destra. E in un’analisi ricca di dati, notizie e vis polemica, riflette in modo originale e provocatorio attorno ai grandi temi da affrontare una volta per tutte nel XXI secolo, prima fra tutti la questione demografica e, strettamente collegata, quella dei flussi migratori.
Si guarderà inevitabilmente meno a Tolkien e più a Scruton, osserva Bocchino, descrivendo «una destra pienamente legittimata nel consenso e negli atteggiamenti», che sappia difendere la cultura italiana, sostenere il merito, ridisegnare le istituzioni nel senso di una maggiore efficienza e vicinanza alle necessità reali di un popolo a cui da sempre la lega un’affinità elettiva. Dal tormentone dell’antifascismo al rinnovamento dell’Unione Europea, dal premierato alla riforma della giustizia, questo libro conduce il lettore attraverso le pieghe più nascoste del sistema-destra e indica la strada del futuro.
CAIVANO – Ad un anno dall’Amministrazione della terna commissariale capitanata dall’ex Prefetto in quiescenza Filippo Dispenza cosa è cambiato? Nulla o quasi nulla!
Premesso che le nuove assunzioni, necessarie e indispensabili oserei dire, al Comune di Caivano sono frutto del Decreto che porta il nome, in maniera discriminatoria, della nostra amata città, della sponsorizzazione all’annessione di Caivano da parte del Governo Centrale con metodi che ricordano tanto la marcia su Roma e di cui i cittadini caivanesi hanno già pagato con gli interessi con la loro immagine di comunità abitata da persone perbene sporcata dalla Comunicazione studiata al tavolino dalla Premier e dai suoi sodali sul territorio.
Per il resto, facendo un primo bilancio del trio capitanato da Dispenza potremmo dire: Cantieri PNRR che riguardano la torre dell’orologio e la conversione in villa comunale dell’ex campo Faraone bloccati con data della ripresa dei lavori da destinarsi. Lavori alla villetta comunale che dovrebbe sorgere al posto del vecchio plesso scolastico in via Lanna mai partiti. L’unica cosa buona che potevano fare è mettere mano al PUC come fatto dalla terna commissariale post scioglimento per ingerenze criminali a Crispano e invece hanno scelto di demandare queste responsabilità alla prossima Amministrazione. Hanno bloccato inspiegabilmente quattro milioni di euro del bilancio scorso approvato in un fondo per debiti fuori bilancio.
Ma la ciliegina sulla torta alla sprovvedutezza della commissione prefettizia però la si raggiunge con l’aumento della TARI. A dispetto di quanto l’ex Interpol Filippo Dispenza dichiari ad una testata giornalistica allineata al potere, conformista e pavida, dicendo che la TARI non è aumentata e che lui non scende in polemiche con i gruppi politici del territorio, avevano ragione quelli di Più Europa Caivano. La TARI è aumentata eccome. Tante sono le lamentele ricevute dalla nostra testata all’indomani di quella intervista e qualche cittadino caivanese si è anche prodigato a dimostrarci il contrario facendoci leggere le bollette in confronto con quelle dell’anno scorso, quando nel capitolo TARI, grazie all’intervento dell’ex Assessore Pasquale Mennillo, si decise di applicare al PEF (Piano Economico Finanziario) legato alla TARI uno sconto derivante dai fondi di recupero dell’ evasione fiscale della TARI stessa.
Un’azione che poteva essere ripetuta e che stavolta poteva essere assegnata, così come suggerivano gli esponenti di Più Europa Caivano, alle famiglie meno abbienti con ISEE basso o che all’interno del loro nucleo familiare presentassero qualche profilo di disabilità.
Tutto questo non è stato fatto, quei fondi non sono stati presi in considerazione e la TARI quest’anno è addirittura aumentata.
Per quanto riguarda il resto delle dichiarazioni, in merito ai progetti sbagliati e per i quali si sta perdendo tempo ad aggiustarli non possiamo totalmente smentire perché non siamo in grado di poter leggere le carte e i documenti prodotti dall’ex Amministrazione e non abbiamo alcun dubbio che sia stato fatto qualche errore ma è giusto anche sottolineare che in altre dichiarazioni lo stesso Dispenza affermava di aver controllato l’iter burocratico e tecnico dei progetti PNRR, di non aver riscontrato anomalie e di aver dato via libera all’inizio dei lavori.
Sarebbe stato più giusto, forse, affermare che date alcune incongruenze riscontrate durante i lavori si è perso e si sta perdendo tempo ad effettuare varianti. Questa è la vera motivazione, ad esempio, riscontrata nell’ex Faraone quando dagli scavi la ditta che ha iniziato i lavori si è trovata di fronte cumuli di pietre di basalto da smaltire, ovviamente costi questi, non contemplati nel progetto iniziale.
Per quanto riguarda invece la torre dell’orologio il dott. Dispenza dimentica che il RUP e il Direttore dei Lavori è stato proprio un suo sovraordinato Arch. Giuseppe Schiattarella che fino alla nomina da Assessore a Grumo Nevano ha seguito i lavori di riqualificazione della torre.
Non vogliamo sapere con quali requisiti costui sia stato inquadrato come sovraordinato dato che è laureato da tre anni in Architettura, iscritto all’Albo da due e il ruolo ricoperto a Caivano, in realtà prevede che bisogna avere una esperienza, almeno quinquennale, in materia all’interno della Pubblica Amministrazione, ma saremo curiosi di sapere se il sovraordinato della Prefettura informava pedissequamente la terna commissariale o solo adesso i tre si sono resi conto che dai progetti qualcosa non andava? Ai posteri l’ardua sentenza.
AFRAGOLA – Da poco più di un mese nel comune normanno si è insediata la nuova ditta del servizio di igiene urbana, affidataria di un appalto di svariati decamilioni per la durata di nove anni. Un appalto mostruoso mai visto prima in tutto l’hinterland napoletano. A vincerlo è stata una ditta che ha sede legale a Imperia ma il cui Amministratore è di origini afragolesi.
Premesso che per una querela sporta ai danni dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli in merito proprio alle modalità che lo stesso voleva imporre alla funzionaria denunciante su come istruire l’indizione di gara sulla raccolta rifiuti, oggi è in corso un processo che vede coinvolti il dominus afragolese e l’attuale dirigente alle Finanze Marco Chiauzzi, oggi la nostra attenzione si focalizza su altre anomalie che riguardano lo stesso settore.
Prima che le chiavi del cantiere passassero nelle mani della Ecology srl il servizio era affidato alla Buttol mediante una gara indetta nell’ottobre del 2020 ma affidata nel dicembre 2021, quattordici mesi dopo e nel frattempo era sempre la Buttol ad espletare tale servizio, come? Non si sa. Ma andiamo oltre. La gara prevedeva l’affidamento per la durata di mesi 6+2 per un importo complessivo pari a € 4.009.967,62 iva esclusa di cui € 41.102,72 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.
L’anomalia della nostra cronistoria sta nel fatto che la ditta Buttol, dopo la scadenza di 8 mesi previsti da questo affidamento abbia goduto di altre proroghe per altri 30 mesi per un valore pari a cinque volte a quello dell’affidamento previsto dal bando di gara.
Insomma. Per un appalto di circa 4 milioni di euro si è arrivati a far incassare alla ditta Buttol srl prima e Velia Ambiente srl poi una somma di 20 milioni di euro.
Ma le stranezze e le anomalie non finiscono qui. Fin dall’affidamento della prima gara ad oggi per quanto riguarda i 38 mesi presi in esame dal nostro articolo, non è stato mai firmato alcun contratto che potesse far valere un accordo tra le parti né dalla ditta Buttol srl e ne dalla ditta Velia Ambiente srl subentrata alla prima nello stesso appalto. Quindi le anomalie aumentano se si considera la possibilità di poter far subentrare una ditta in un appalto mai sottoscritto tra le parti.
Sarebbe tutto quasi normale se ci fermassimo qui. Invece no. L’Amministrazione Pannone su quest’affidamento si è superata. Oltre alle proroghe, sicuramente illegittime, che superano di gran lunga il valore dell’appalto iniziale e la mancanza delle firme sui contratti, quindi l’assenza di una legittimità da parte dell’azienda ad espletare il servizio, c’è da aggiungere, inoltre, che a tali ditte, prive di ogni legittimità – è bene ricordarlo sempre – sono stati affidati anche una serie di servizi aggiuntivi per diverse centinaia di migliaia di euro e la totale assenza di penali e ricorsi. Come se queste due ditte avessero sempre esplicato in maniera eccellente il proprio servizio di raccolta rifiuti.
Ma l’Amministrazione Pannone non si accontenta di farci chiudere le riflessioni sul vecchio appalto dei rifiuti in questo modo. Abbiamo ancora dell’altro. Poi non venissero a lamentarsi i cittadini sui costi esorbitanti della TARI. Da una parte devono uscire tutti questi soldi che beneficiano chissà chi. Ma andiamo avanti.
Durante questi 38 mesi queste due ditte hanno anche assunto del personale e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che le due ditte abbiano anche ricevuto alcune pressioni da addetti ai lavori per far assumere parenti e amici e da quello che trapela, sembrerebbe che dietro ai camion della raccolta rifiuti ci siano finiti parenti o affini di consiglieri e/o di candidati nelle liste del Sindaco Pannone. Il dubbio che ci sovviene ora è: In che modo sono state assunte queste persone, tempo determinato o indeterminato? Hanno anche diritto al passaggio di cantiere e quindi sono finiti per essere dipendenti della nuova ditta? Lo scopriremo in questi giorni e vi daremo aggiornamenti.
Praticamente la vicenda somiglia tanto a quella di Giugliano che ha visto indagati il Sindaco Nicola Pirozzi e il vicesindaco Antonio Poziello. Solo che qui ad Afragola non si hanno traccia di mazzette e orologi di lusso e si spera tanto per l’Amministrazione ma soprattutto per il Sindaco Pannone, persona onesta, perbene e ottimo professionista, che il disegno portato avanti dai settori non sia lo stesso.