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Sanità

Morì dopo essersi rotto il femore: 400mila euro di risarcimento dal Cardarelli di Napoli

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“Lo Studio Associato Maior annuncia con orgoglio un ulteriore successo nell’ambito della malasanità. In un caso drammatico che ha coinvolto un uomo di 50 anni, il tribunale di Napoli ha riconosciuto le gravi responsabilità dell’ospedale Cardarelli, emettendo una sentenza di risarcimento superiore a 400.000 euro in favore dei familiari del paziente“.

Il caso risale a circa due anni fa, quando il paziente, a seguito di una banale caduta domestica, fu condotto all’ospedale Cardarelli di Napoli per una frattura del femore. Dopo l’intervento chirurgico, venne trasferito in un centro riabilitativo, ma dato l’aggravarsi delle sue condizioni fu costretto a un nuovo ricovero presso il Cardarelli.
In breve tempo, il paziente manifestò gravi difficoltà respiratorie, tachicardia e dolori addominali. Gli approfondimenti medici rivelarono la presenza di multiple e severe infezioni che causarono un grave squilibrio sistemico, coinvolgendo fegato e reni e conducendo infine a uno shock settico e al decesso per insufficienza cardiaca.
Rappresentato dagli avvocati Pierlorenzo Catalano, Michele Francesco Sorrentino e Filippo Castaldo, con il supporto del medico legale Dott. Marcello Lorello, lo Studio Maior ha depositato ricorso per accertamento tecnico preventivo (ATP) presso il tribunale di Napoli.

I periti nominati dal giudice hanno confermato la tesi difensiva: le infezioni contratte in ospedale furono la causa primaria del decesso e il Cardarelli non riuscì a dimostrare di aver adottato tutte le misure igienico-sanitarie necessarie per prevenire tali infezioni.
Concluso il processo per ATP, senza accordi transattivi da parte del Cardarelli, lo Studio Maior ha proceduto con il ricorso ordinario. Il tribunale, all’esito della prima e unica udienza, ha riconosciuto ai familiari del paziente – fratelli e nipoti – un risarcimento di oltre 400.000 euro per la perdita del rapporto parentale e ulteriori danni.

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Napoli

‘Salute per tutti’, a Napoli le giornate della prevenzione il 26 e 27 ottobre

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Con ‘Salute per tutti’ tornano il 26 e 27 ottobre in piazza Plebiscito a Napoli le giornate del benessere e della prevenzione.

L’evento, giunto alla terza edizione, gratuito e aperto a tutti, è organizzato dal Comune di Napoli e gode del patrocinio della Regione Campania e dell’ Università degli Studi di Napoli Federico II.

Saranno presenti medici e operatori sanitari, attrezzature diagnostiche per eseguire, tra l’altro, esami con ecografia, misurazione della pressione arteriosa, controllo della glicemia.

Grazie alla collaborazione delle Asl locali, dell’Azienda ospedaliera universitaria Federico II, dell’Università degli Studi della Campania Vanvitelli, delle aziende ospedaliere, degli ordini professionali, di associazioni e societa’ scientifiche e delle Municipalità verranno fornite informazioni a tutti i partecipanti – è stato spiegato in conferenza stampa – con l’obiettivo principale di sensibilizzare sull’importanza della prevenzione e favorire l’accesso a una serie di prestazioni sanitarie in numerose discipline.

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Attualità

In Campania aumentano le infezioni in ospedale e le aggressioni

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Con una media stimata che varia tra il 5% e il 15% dei pazienti ricoverati in ospedale che sviluppano almeno un’infezione correlata all’assistenza (Ica), la sicurezza ospedaliera e la gestione del rischio infettivo si confermano tra le priorità più urgenti per il sistema sanitario nazionale ed europeo.

È questo uno dei temi al centro dell’edizione 2024 del convegno “Ospedale Sicuro”, promosso dall’Osservatorio salute lavoro del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Università Federico II di Napoli, in collaborazione con l’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (Eu-osha), Inail, la Direzione della Prevenzione della Regione Campania e gli enti di pertinenza, tra cui Asl, strutture ospedaliere e società scientifiche.

In Campania, la situazione appare particolarmente critica. Nel 2023, la Regione ha registrato un’incidenza di infezioni correlate all’assistenza superiore alla media nazionale, con tassi di infezione che hanno raggiunto il 10% dei pazienti ricoverati. In particolare, i dati raccolti dall’Agenzia regionale Sanità della Campania evidenziano che circa 1.500 casi di infezioni ospedaliere sono stati segnalati nelle principali strutture sanitarie della regione, con un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Tra le tipologie più frequenti spiccano le infezioni del sito chirurgico, che rappresentano il 30% del totale delle Ica regionali. 

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Lavoro

Gesco, 300 operatori rischiano il posto di lavoro

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Trecento operatori socio sanitari attualmente impegnati a Napoli rischiano di perdere il lavoro.

A denunciarlo è il gruppo di imprese sociali Gesco che impiega circa 1.500 persone.

Di queste, poco meno di 800 sono in servizio, a diverso titolo, presso la Asl Napoli 1.

“Al momento – hanno affermato i vertici di Gesco in una conferenza stampa – il taglio comporta una riduzione del personale di 300 unità, ma questa situazione mette a repentaglio il futuro stesso del gruppo. In particolare le attività svolte con l’azienda sanitaria locale che ora vengono dismesse, erano previste da un contratto che Gesco si è aggiudicato a seguito di una gara la cui scadenza naturale era fissata al 31 dicembre 2025. Si tratta di servizi che Gesco svolge da oltre 30 anni, ovvero prima ancora della attuale configurazione dell’Asl Napoli 1, in settori come la salute mentale, l’assistenza agli anziani, ai disabili e alle persone con dipendenza”.

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