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Politica

SANT’ANTIMO. Il candidato a Sindaco Domenico Russo vanta l’amicizia di un ex Ministro ma dimentica il suo nome e lo scambia per un altro

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SANT’ANTIMO – Nella città di Nicola Romeo c’è un potenziale futuro Sindaco che non ha senso democratico e mal digerisce le domande a cui non si posseggono risposte adeguate. È quanto successo stamattina al candidato a Sindaco Domenico Russo che all’interno del suo post, mentre tentava di promuovere un ipotetico pseudoendorsement da parte del leader del M5S Giuseppe Conte, ostentava una sua certa amicizia con chi ha funto da tramite alla presentazione tra i due, ossia il Ministro del Governo Conte – come scritto nel post – Sergio Costa, solo che talmente è forte l’amicizia tra l’ex Ministro e il “Peter Pan” in salsa santantimese, che il candidato a Sindaco dal sangue blu dimentica il suo nome e lo hasgtagga col nome di #EnricoCosta.

Ovviamente tale errore grossolano non è sfuggito all’attenzione del sottoscritto che prontamente ha chiesto a Domenico Russo quale fosse realmente il suo amico l’ex Ministro all’Ambiente Sergio Costa o l’ex Ministro per gli Affari Regionali – però dei Governi Renzi e Gentiloni e non Conte come scritto nel suo post – Enrico Costa. Qual è stata la risposta di Russo?

Il “Peter Pan” non smentisce la sua natura. L’io bambino predominante in lui gli ha dettato una risposta antidemocratica ai massimi livelli, ossia, ha cancellato il commento del sottoscritto, il commento di un giornalista che nel pieno delle sue facoltà pone una domanda lecita e legittima, bloccato il profilo del sottoscritto dalla sua pagina Facebook e subito corretto l’hashtag da #EnricoCosta a #SergioCosta.

Allora la riflessione non vi si pone sull’accaduto che per quanto irrisorio e insignificante però comunque lascia profilare un modus operandi alquanto autoritario, ma su una previsione futura della ipotetica gestione amministrativa di un potenziale Domenico Russo sindaco della città.

Mentre al sottoscritto gli è stata imposta la mannaia del blocco social per una domanda, ritenuta scomoda, cosa sarebbe in grado di fare ai cittadini che protesterebbero o manifesterebbero per una decisione non condivisa? Nella vita reale non si possono bloccare né tanto meno eliminare le persone, quindi quale sarà il metro di confronto che il Domenico Russo intenderà adottare nei confronti di chi non la pensa come lui, o peggio ancora gli farà notare i suoi errori, anche grossolani? Ai posteri l’ardua sentenza!

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Politica

Manovra, il ministro Giorgetti dichiara: “Il catasto non si tocca, nessuno avrà nuove tasse”

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Nel corso della conferenza stampa di questa mattina, all’indomani del varo della manovra, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha così parlato della situazione relativa alle tasse e al nuovo catasto. Ecco le sue dichiarazioni:

“Noi non soltanto confermiamo il cuneo fiscale e contributivo, ma addirittura faremo in modo che ci sia anche qualche beneficio sicuramente per redditi oltre 35mila fino a 40mila euro. Inoltre ci saranno anche altre classi di reddito che ne beneficeranno. Numero uno: attenzione ai redditi medio bassi che avranno una situazione migliore alla precedente, nessun altro avrà nuove tasse”.

Poi, ha proseguito: “La vicenda del catasto non è contenuta nella Legge di Bilancio, c’è già nell’ordinamento, ed è uno degli impegni assunti nel piano strutturale di bilancio. Non si tratta di un aggiornamento delle rendite catastali, ma banalmente quello che già normalmente è previsto per tutti noi, chi ha usufruito del Superbonus deve fare l’aggiornamento delle mappe catastali, per chi non ha mai dichiarato la casa andremo con gli strumenti a disposizione a vedere se esiste e non esiste”.

Infine, conclude: “Nel DDL c’è invece un significativo intervento su banche e assicurazioni: qualcuno lo chiama extraprofitto e qualcuno lo chiama contributo, io lo chiamo sacrificio e spero abbiate compreso che cosa intendevo quando ho usato questo termine di cui si è abusato in queste settimane. Capisco le opposizioni, mi dispiace per loro, ma adesso diventa intellegibile a tutto il popolo italiano”.

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Caivano

A Caivano se la carne dal fuoco non te la possono rubare, te la fanno bruciare.

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Ieri per caso ho letto un post dell’ex Sindaco Enzo Falco, sfiduciato dalla maggioranza dei rappresentanti del popolo e del governo nazionale – no nazione – per le palesi infiltrazioni della camorra nel governo della città che ha distrutto la vivibilità del paese.

In tale post c’era l’annuncio di un evento che si terrà domenica 20 ottobre denominato “i toni caldi dell’autunno Irpino” che si terrà ad Aiello del Sabato in provincia di Avellino, tentativo senza dubbio dell’ex Sindaco di Caivano di nascondere una propaganda subliminale per coloro che con una politica scellerata hanno danneggiato la nostra città. Tanto da far dimenticare che alcuni membri della giunta erano collusi con la camorra tanto da finire in galera o imputati nel prossimo processo.

Tranquilli Mario Abenante ancora non deve impazzire. Letto così c’è dell’assurdo lo so. Per fortuna non ho ancora l’età per farmi diagnosticare la demenza senile. Per certe persone che hanno quella età, gli esponenti della scorsa maggioranza servono ancora per essere strumentalizzate e distruggere qualsiasi cosa di nuovo e di buono possa nascere sul territorio.

È bastata una semplice condivisione dell’ex Sindaco Enzo Falco della locandina dell’evento di Caivano Legalitaria per far saltare nani, ballerine e prezzolati dalla sedia e dare adito ai polpastrelli per scrivere cavolate, mistificazioni, sguinzagliare cappucci e scoperchiare catapulte per le palle di fango.

Andiamo per gradi. Una persona che condivide una locandina non vuol dire sia l’organizzatore occulto, così come non vuol dire che l’ex Sindaco Enzo Falco abbia organizzato la sagra dei funghi ad Avellino.

Eppure una testata, accusata proprio quest’oggi dal sottoscritto di non essere libera ed indipendente, noncurante dell’evento stesso, perché troppi interessi la legano a triplo filo con forze politiche che ad oggi tramano nei seminterrati caivanesi a mo’ di moti carbonari, non perde tempo, attraverso la penna di vecchi, obsoleti, addetti ai lavori di mistificare la realtà e sminuire il lavoro buono fatto dall’Associazione “Caivano Legalitaria”.

A riprova del legame a triplo filo che certe testate hanno con gli interessi di altri politici è l’endorsement che nello stesso articolo viene fatto ad una corrente politica ben nota e distinta, alla quale nei prossimi giorni dedicheremo approfondite attenzioni.

È bene chiarirlo subito. “Caivano Legalitaria” è un’associazione culturale e non un progetto politico. L’evento è stato organizzato con i soldi degli sponsor che in maniera trasparente, giravano attraverso il led wall – mezzo di comunicazione mai visto a Caivano – sul palco, tutto fatturato e dimostrabile. Poi se c’è qualcuno abituato a possedere immobili grazie a tangenti ricevute per il ruolo amministrativo svolto in passato e per la regola del chi la fa la aspetti vede il marcio ovunque, allora quello è un altro tipo di discorso.

Il ruolo del sottoscritto continua ad essere quello di un giornalista, scrittore e osservatore del territorio. Le parole pronunciate dal palco sono semplicemente le opinioni di chi si occupa di politica in dodici territori e contestualmente possono tramutarsi in proposte politiche volte alla cittadinanza per salvaguardare i propri diritti, lesi proprio da quelle amministrazioni che certi scribacchini vogliono per forza di cose affiancare al nostro nobile e libero progetto di rivoluzione culturale.

Il sottoscritto si fregia di essere stato l’unico a denunciare nefandezze di alcuni elementi della maggioranza, di commistioni tra alcuni politici e il clan egemone, e di essere stato l’unico cronista che con i suoi editoriali ha rappresentato la vera spina nel fianco dell’Amministrazione Falco così come non dimentica che un candidato tra le file di “Caivano Oltre”, gruppo politico gemello di “Caivano Conta”, militava ed era candidato il famoso geom. Martino Pezzella, oggi in galera per essere uno dei protagonisti della vicenda a cui il giornale di cui sopra tanto è affezionato. Per non dimenticare che un altro elemento, nominato luogotenente della precampagna elettorale del leader di “Caivano Conta” prima degli arresti e dello scioglimento per ingerenze criminali, Gaetano Ponticelli, era consigliere di opposizione con Forza Italia ed oggi è imputato nello stesso processo. Quello i cui fatti non sono mai stati denunciati da nessuno dell’opposizione che parimenti all’ex Sindaco Falco possono essere accusati di aver saputo e di aver taciuto. O la regola vale solo per chi ci sta sui coglioni?

Quindi, premesso che “Caivano Legalitaria” siamo io e il Presidente Libertino in primis e nessun altro, e premesso che il sottoscritto è un garantista, tiene anche a precisare, così come fatto dal palco della kermesse, che bisogna fare distizione tra responsabilità penale e responsabilità politica. Quella penale è personale e quindi gli unici imputati sono quelli che devono subire un processo e rispondere dei propri reati davanti ai banchi della magistratura.

A tutti quanti gli altri si può solo chiedere un atto di responsabilità politica e quindi fare qualcosa che vada nella direzione dell’assunzione della propria responsabilità poltiica, il mio suggerimento è quello di fare un passo di lato e lasciare spazio ad una nuova nomenclatura, ma questo non vuol dire che chi ha responsabilità politica debba essere tacciato per camorrista, connivente o truffatore, arrivando addirittura a mettere in dubbio la genuinità delle transizioni economiche ftutto del sudore della loro fronte.

Se questo atteggiamento dovesse diventare la regola significherebbe un pericolo ben più grave del peccato fatto dal governo e dai commissari tutti nel considerarci tutti camorristi, significherebbe che a Caivano per emergere in un campo, sia esso politico o professionale, diventa lecito privare la libertà individuale a chi si crede sia l’antagonista, in perfetta discrasia con la meritocrazia e la democrazia che ci vuole tutti innocenti fino al terzo grado di giudizio.

Per non parlare dei tentativi bislacchi, naif e bizzarri di distruggere tutto un movimento di riscatto sociale che sta nascendo sul territorio, attribuendo paternità e primogeniture della vecchia classe dirigente ai progetti di “Caivano Legalitaria” affinché con le bugie si possa allontanare l’attenzione delle persone dall’unica vera aria di freschezza che oggi si respira a Caivano, senza sapere che oramai il vento della rivoluzione culturale è iniziato e il vento non lo si può fermare, a meno che non si decida di chiudere le finestre e restare per sempre a casa.

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Cronaca

“Il Castello delle Cerimonie”, il comune di Sant’Antonio Abate acquisisce gratis la ‘Sonrisa’

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Il Comune verso l’acquisizione del Castello del boss delle cerimonie, la mega struttura ricettiva di Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli, confiscata a febbraio e conosciuta per un popolare format Tv.

“Abbiamo atteso per otto mesi – dice la Sindaca Ilaria Abagnale – la pubblicazione delle motivazioni della sentenza che ordina la confisca dell’immobile noto come ‘Grand Hotel La Sonrisa’ e l’acquisizione a titolo gratuito dell’intera area di oltre 40mila metri quadrati a patrimonio del Comune di Sant’Antonio Abate. Adesso, con gli uffici comunali sono stati stilati tutti gli atti d’indirizzo per avviare l’acquisizione del bene, in vista del successivo cronoprogramma per liberare immobili e terreni”.

Il Comune di Sant’Antonio Abate si sta avvalendo delle consulenze di due esperti legali esterni all’Ente: per gli aspetti amministrativi è stato nominato l’avvocato Lorenzo Lentini, per quelli di natura penale l’avvocato Marco Campora. Ad oggi, le motivazioni della sentenza emessa dalla Corte di Cassazione lo scorso 15 febbraio con la quale si conferma quella emessa dalla Corte d’Appello nel 2022 non risultano ancora pubblicate, né la sentenza è stata notificata al Comune di Sant’Antonio Abate. 

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