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Uccisa da un proiettile vagante a Capodanno Gaetano Santaniello ha confermato la sua versione al Gip che l’ha scarcerato

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Il gip del Tribunale di Napoli Nord ha disposto gli arresti domiciliari per Gaetano Santaniello, il 45enne accusato dell’omicidio della zia Concetta Russo, 55 anni, uccisa da un colpo esploso accidentalmente durante i festeggiamenti di Capodanno in un’abitazione ad Afragola, in provincia di Napoli. La decisione del gip, che non ha convalidato il fermo emesso dalla Procura di Napoli Nord per omicidio colposo, porto abusivo di arma in luogo pubblico e ricettazione, arriva dopo l’udienza di convalida che è stata celebrata questa mattina nel carcere napoletano di Poggioreale.

Santaniello, difeso dall’avvocata Francesca Salvatici, ha confermato al giudice la sua versione dell’accaduto, e cioè che il colpo è partito inavvertitamente dalla pistola (poi risultata rubata) che stava mostrando ai parenti e che pensava fosse completamente scarica. La difesa aveva chiesto la non convalida del fermo e la non applicazione di misure cautelari o la modifica in arresti domiciliari. 

Sono stati celebrati, invece, nella Chiesa di San Marco dell’Olmo Vecchio di Afragola, i funerali della donna, ferita mortalmente. Alle esequie, celebrate da don Peppino Delle Cave, ha preso parte anche il sindaco della città Antonio Pannone che si intrattenuto con la famiglia, in prima fila. Il sacerdote ha ricordato Concetta come una donna buona, dedita al lavoro e profondamente cristiana, sempre presente alle messe e alla recita del rosario. 

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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