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Cronaca

Corruzione, la Procura di Napoli indaga su sette persone: i particolari

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La Procura di Napoli ha chiuso l’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza, su una presunta corruzione che coinvolge alcuni personaggi di spicco dell’imprenditoria, del sindacato e della Pubblica Amministrazione.

Al momento sarebbero sette gli indagati, tra cui anche il presidente della Salernitana ed ex proprietario dell’Università telematica Pegaso Danilo Iervolino, il Segretario Generale del sindacato Cisal Francesco Cavallaro, il Segretario Generale del Ministero del Lavoro Concetta Ferrari e Fabia D’Andrea, all’epoca dei fatti vice capo di Gabinetto del Ministro del Lavoro.

Secondo l’accusa, gli episodi di corruzione sarebbero stati commessi per ottenere il parere favorevole alla divisione del patronato ENCAL-INPAL in ENCAL-CISAL e INPAL, conservandone però i vantaggi economici e patrimoniali. Il 18 gennaio 2018, l’ufficio legislativo del Ministero diede parere negativo alla forma di scissione proposta dal segretario della Cisal Cavallaro, ma il 24 giugno 2019 il Ministero cambia orientamento e dà parere favorevole grazie ai favori riservati, in particolare alla Ferrari.

Infatti, gli inquirenti ritengono che Cavallaro avrebbe offerto come contropartita alla Ferrari e alla D’Andrea diverse utilità, come ad esempio l’assunzione del figlio della prima alla Pegaso, in cambio di vantaggi per la sua organizzazione sindacale.

Inoltre, tra gli episodi finiti al vaglio dei finanzieri figurano anche una vacanza a Tropea per la Ferrari e il marito, il noleggio di una barca e di un’auto, oltre ad una borsa e cravatte griffate. Pertanto, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della GdF di Napoli ha già eseguito un sequestro preventivo nei confronti del figlio della Ferrari per un importo di oltre 68 mila euro, pari ai compensi netti percepiti come professore dalla Pegaso dal primo aprile 2019 al 10 giugno 2022. Invece, l’iscrizione nel registro degli indagati risale a oltre un anno fa.

Intanto, i magistrati hanno chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati, di cui fanno parte anche Mario Miele, Presidente del Consiglio d’Amministrazione del Centro autorizzato di assistenza fiscale CISAL S.r.l., nonché ex consigliere di amministrazione dell’Università Mercatorum e attuale dirigente della Salernitana Calcio, oltre a Francesco Fimmanò e Antonio Rossi.

Ecco il commento della legale di Concetta Ferrari, l’avvocato Alessandro Diddi:

“Prediamo atto della diffusione, tardiva e non casuale, di questa notizia. Peccato che siano già state chieste delle misure cautelari per gli indagati, tutte rigettate dal giudice per le indagini preliminari sia dal Tribunale delle Libertà di Napoli”.

Rincara la dose anche l’avvocato Domenico Colaci, difensore di Cavallaro, secondo cui “colpisce il fatto che chi ha divulgato la notizia si sia guardato bene dal dire che il competente Tribunale della Libertà, con venti pagine di motivazione, ha ritenuto insufficienti finanche i semplici indizi di colpevolezza a carico del mio assistito”.

Infine, dal canto suo, l’Università Pegaso precisa che “si tratta di una vicenda precedente all’attuale gestione, per la quale è stata fornita piena collaborazione alla Procura, che ha qualificato Università Pegaso come parte lesa e si riserva di ricorrere in tutte le sedi a propria tutela”.

Cronaca

Paura ad Aversa, rissa tra ragazzini in zona Seggio: i dettagli

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Episodio di violenza avvenuto ieri sera ad Aversa, dove si è consumata una rissa tra due gruppi di ragazzini.

Secondo le prime informazioni, il primo gruppo era in evidente stato di alterazione dovuto probabilmente all’alcol, quando si è incrociato con l’altro gruppo dando vita ad una rissa. Il motivo sarebbe la richiesta di una sigaretta da parte del primo gruppo, ma al rifiuto dell’altra banda si sarebbe scatenata una furiosa discussione con calci e pugni ai membri secondo gruppo.

Pertanto le vittime sono tutte minorenni e hanno sporto denuncia ai carabinieri per i fatti accaduti in zona Seggio. Indagini in corso per rintracciare i responsabili.

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Cronaca

Napoli, baby gang picchia a colpi di casco il titolare di un takeaway: la denuncia

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Era lo scorso 13 ottobre quando il titolare di un takeaway sito in piazza Monteoliveto a Napoli è stato aggredito e picchiato da quattro giovani.

Secondo le prime informazioni i quattro stavano consumando uno snack all’esterno del locale, quando gli si è avvicinato l’uomo per rimproverarli del troppo casino. A quel punto però, è nata una discussione sfociata ben presto in una rissa, con i quattro che hanno afferrato i caschi e colpito violentemente il malcapitato, che per difendersi ha usato come arma uno sgabello.

Pertanto, tale episodio è giunto all’attenzione del deputato Francesco Emilio Borrelli, che ha così commentato:

“Ancora una volta il cuore della città è teatro di violenze ad opera di baby-gang. L’ennesimo episodio che dimostra quanto questi ragazzini siano educati e pronti alla reazione violenta, spesso senza che vi siano reali motivi scatenanti, e motivati ad arrecare quanti più danni possibili agli avversari/vittime attraverso anche l’utilizzo di armi bianche, improvvisate o addirittura da fuoco. Più danni possibili vuol dire anche arrivare ad uccidere, come successo troppo spesso e come potrebbe ancora capitare se non si argina il fenomeno con misure preventive, con una riforma della giustizia minorile e con un programma sociale di rieducazione totale. Le strade sono sempre più in mano ai giovani criminali e in particolare il centro storico sta diventato invivibile e sempre più simile ai peggiori quartieri malfamati dei paesi del Terzo Mondo”.

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Cronaca

Blitz dei carabinieri tra Scalea, Cetraro e Ancona: sgominata rete di spaccio nel Cosentino

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Blitz dei carabinieri tra Scalea, Cetraro e Ancona, dove all’alba di stamane sono state eseguite quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti indagati.

Stando ad una prima ricostruzione è stata smantellata una presunta associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, dedita allo spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi comuni da sparo, nonché lesioni personali aggravate dal metodo mafioso.

Le indagini hanno consentito di accertare l’operatività a Scalea, nel Cosentino, di un sodalizio criminale dedito allo spaccio di stupefacenti di vario tipo, principalmente cocaina, che si riforniva di narcotico da due canali di approvvigionamento, uno napoletano, l’altro cetrarese.

Pertanto le acquisizioni investigative hanno permesso di ricostruire la dinamica di un’azione ritorsiva da parte dei membri del sodalizio ai danni di un soggetto che aveva assunto un comportamento evidentemente ritenuto oltraggioso nei confronti di alcuni indagati.

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