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Blitz di CAIVANO. Peluso “ambasciatore” del clan e il Sindaco Enzo Falco sapeva dell’estorsione.

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CAIVANO – Le indagini che hanno portato all’arresto di ieri di nove indiziati tra appartenenti agli ambienti criminali, politici e tecnici comunali partono all’indomani dell’aggressione dell’ex Consigliere Arcangelo Della Rocca, avvenuta il 30 Agosto 2021, che in un primo momento non denuncia i fatti alle forze dell’Ordine e giunto in Consiglio Comunale con una palese ferita lacero contusa al sopracciglio sinistro, un ematoma all’occhio sinistro e il naso tumefatto, riferisce di aversi procurato quelle ferite in seguito ad una brutta caduta. Ha solo il coraggio di confessare alla moglie l’accaduto e sarà quest’ultima a denunciare tutto all’allora Tenenza dei Carabinieri di Caivano che scoprono che l’ex Consgliere in quel giorno è stato avvicinato dal pregiudicato Michele Leodato insieme ad un’altra persona non conosciuta dal Della Rocca e dopo l’aggressione gli avrebbero riferito testuali parole: “qui ci siamo pure noi” come se volessero comunicare all’organo elettivo la presenza del clan sul territorio e l’intimidazione all’estorsione sui lavori pubblici, dato che il Della Rocca fu nominato anche assessore all’Urbanistica, Grandi opere, Pnrr, Commercio, Artigianato, Agricoltura, Industria e Suap. E stando a quanto finora descritto non è escluso che nel registro degli indagati ci sia finito anche lo stesso Della Rocca, poiché gli inquirenti credono che l’ex Consigliere non era risutato nuovo a questo tipo di intimidazioni. Infatti voci di corridoio raccontano di un Avviso di Garanzia destinato proprio al tesserato PD.

Dall’attività info-investigativa, poi, il pool anticamorra ha appreso dell’operatività, sul territorio di Caivano e zone limitrofe, di un gruppo criminale che, con modalità di palese stampo camorristico, dedito a richieste estorsive ai danni di imprenditori e commercianti del luogo, nonché di privati cittadini, impegnati, in particolare, nell’esecuzione di lavori di ristrutturazione edilizia con il bonus 110%, e che si presentavano a nome dei “compagni di Caivano” e di “zio Michele”, quest’ultimo da individuarsi in Michele Leodato, l’aggressore di Della Rocca e soggetto già condannato in via definitiva per reati in materia di stupefacenti, conosciuto anche con l’appellativo di Michele ’o pazzo, arrestato nel maxi blitz di giugno.

Dopodiché di questo sodalizio sono cominciate ad emergere sempre più nuove figure, una che spicca su tutte è quella dell’ex Assessore Carmine Peluso – di cui la nostra testata ha già cominciato a “tessere le lodi” nel lontano 5 marzo 2021 (leggi qui) – (domiciliato a San Marcellino, in provincia di Caserta), che “agisce – si legge nel decreto di fermo – palesemente per conto degli altri affiliati al clan in con- testazione, per avvicinare gli imprenditori vincitori di appalti pubblici affinché versino somme a titolo di estorsione”.

La figura dell’ex Assessore Peluso comincia ad emergere all’indomani di una conversazione tra Antonio Angelino “detto Tubiuccio”, Giovanni Cipolletti e Massimiliano Volpicelli, inerente alcune estorsioni da porre in essere, in particolare, in danno di un’impresa impegnata nei lavori di un plesso scolastico ITI F. Morano sito all’interno del Parco Verde, lo stesso plesso scolastico diretto da Eugenia Carfora che ospitò la Premier Giorgia Meloni.

Il dato allarmante che esce fuori da questo aneddoto è che il Cipolletti durante quella conversazione affermò di aver già provveduto a bloccare tutto e che l’indomani lo avrebbero messo in contatto con “il perno principale” fornendogli i nomi di “quelli del Comune”, aggiungendo che per questi lavori “dovevano dargli i soldi”, perché gli assessori avevano già ricevuto la loro “mazzetta”. Possibile che in un Istituto pubblico si interrompono i lavori, improvvisamente, e nessuno si chiede il perchè? Professionisti della legalità compresi?

Ma andiamo avanti nel leggere il dispositivo di fermo redatto dalla DDA. Nell’occasione dei lavori alla Morano, il boss Angelino, nel ribadire il concetto ai suoi “certo che devono darci i soldi”, mostrò di conoscere l’assesosre di riferimento e qui entra in “gioco” la figura di Carmine Peluso, e aggiunse che era stato questi a segnalargli i lavori presso il plesso scolastico.

Il 6 luglio 2022, si verifica altro episodio degno di nota. Volpicelli e Cipolletti incrociarono Peluso. Cipolletti alla vista dell’assessore esclamò: “‘O russ deve avere una bella paliata se non ci dice le cose a noi”. Dalla conversazione, secondo gli inquirenti, emergeva dunque che Cipolletti e Volpicelli erano soliti rivolgersi a ’o russ per avere informazioni sui lavori edili e le gare di appalto comunali, nonché su alcune determine emesse dai settori comunali.

L’attenzione dei malavitosi era focalizzata maggiormente sui lavori che dovevano essere effettuati nella villa comunale, sul rifacimento del manto stradale di alcune vie cittadine e altri lavori. Carmine Peluso riferisce che i lavori alla villa non sono ancora cominciati e i criminali gli rispondono di voler sapere chi è la ditta affidataria, alla risposta pronta dell’ex assessore che li informa di trattarsi di una ditta di Teverola, il duo Cipoletti-Volpicelli gli ricorda che l’Amministratore della ditta “deve venire da noi però”.

Da questa conversazione nasce una piccola discussione dove l’Assessore Peluso tiene a precisare che il suo ruolo è solo quello di portare “l’imbasciata” e che non è tenuto a prendere i soldi per conto del clan e per il resto dovevano pensarci loro, perché lui ha l’unico pensiero, quello di occuparsi del bene dei cittadini caivanesi. Queste le sue parole che si leggono sul dispositivo: “Allora, io porto l’imbasciata, ognuno fa quello che… io non posso andare a prendere i soldi, non sono io l’addetto”. “Hai fatto il servizio, basta, poi non vogliono fare il dovere? Ognuno si comporta….poi ti acchiappi le conseguenze”. Quindi un’ulteriore precisazione: “Allora chi viene qua si deve sapere comportare altrimenti non lavora più nessuno. Forse non è chiaro, perché io devo lavorare per far crescere il paese e voi dovete fare le cose vostre”. Compreso il paradosso che passa nella mente di certe persone?

Inoltre, sempre stando all’accusa, il “sistema” criminale si è adoperato per il seguente scopo: le ditte che si aggiudicavano dei lavori pubblici a Caivano dovevano sottostare ad una doppia imposizione, secondo un sistema che appare radicato e consolidato: da un lato dovevano pagare tanto gli amministratori e tecnici, a titolo di corruzione, per poter ottenere l’incarico, dall’altro la criminalità organizzata a titolo di estorsione e dove l’ex Assessore Peluso appare come la figura di riferimento e che agiva utilizzando il proprio ruolo di assessore ai Lavori
Pubblici per segnalare al clan e avvicinare gli imprenditori impegnati in lavori pubblici sul territorio di Caivano, ai quali veicolava le richieste estorsive per conto del soda- lizio, e dai quali poi il gruppo camorristico riscuoteva le somme di denaro.

Un’altra nota disarmante per i cittadini caivanesi è che i PM, sulla base di altre intercettazioni, ritengono che l’ex Sindaco Enzo Falco fosse stato “pienamente” a conoscenza dell’attività estorsiva posta in essere, tra marzo e aprile scorso, ai danni dell’azienda che si stava occupando dei lavori di rifacimento stradale e che secondo gli inquirenti, l’ex Sindaco, non avrebbe mai riferito nulla alle autorità giudiziarie neanche quando è stato ascoltato come testimone il 6 Giugno scorso.

Inoltre, con il suo modus operandi da “tre scimmiette” l’ex Sindaco ha concesso a Carmine Peluso di continuare ad operare sul territorio anche dopo avergli tolto le deleghe della Manutenzione e dei Lavori Pubblici, tanto è vero che dagli atti si legge che “o russ“pur non rivestendo dal marzo 2023 la carica di assessore ai lavori pubblici, ha perseverato nel gestire, illecitamente per conto dell’associazione camorristica, i rapporti con gli imprenditori affidatari di lavori pubblici in Caivano”. Tuttavia, non avrebbe agito da solo ma “mediante contributo dello Zampella”, nei confronti degli imprenditori “poi sottoposti ad estorsione, provvedendo non solo ad informare costantemente gli altri affiliati degli affidamenti, ma anche a recarsi direttamente sui cantieri per fungere da intermediario e sollecitare il versamento delle somme di denaro richieste dal clan, che in taluni casi incassava direttamente e che poi consegnava al Cipolletti”. Peluso, comunque, ha dimostrato di temere di poter finire nell’occhio del ciclone per le sue frequentazioni: “Dicono che girano delle foto di noi che stiamo insieme ai capizone”, disse il 21 dicembre 2022 a Martino Pezzella, tecnico comunale.

Appare evidente che dopo questi fatti e dopo le dichiarazioni raccolte dal Sottosegretario Mantovano, in occasione del suo Sopralluogo alla Delphinia, dove asseriva che l’ente comunale caivanese presenta forti ingerenze criminali non è escluso un nuovo scioglimento per infiltrazioni camorristiche. Vi terremo aggiornati.

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caivano

Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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