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Agguato nella notte a Miano, l’uomo è in prognosi riservata. Si segue la pista personale

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Quattro, forse cinque colpi di pistola, una Beretta 7.65, all’addome e a una gamba. Così è stato ferito Pietro Ronga, un pregiudicato di 36 anni, vittima di un agguato poco prima della mezzanotte a via di Miano, all’angolo con via Vittorio Emanuele nel quartiere Miano. L’uomo è ricoverato in prognosi riservata, ma al momento non sembrerebbe in pericolo di vita, all’ospedale Cardarelli. Il 36enne è noto alle forze dell’ordine per i reati di rapina e droga. Lo scorso febbraio, il 36enne venne già accoltellato alla schiena, alla gamba e a un gluteo, sempre a Miano. 

Non sarebbero, però, i suoi precedenti alla base del raid subìto. Poche ore dopo l’agguato si è, infatti, presentato spontaneamente un 18enne al commissariato di Scampia, accompagnato dal suo legale di fiducia Luigi Poziello. Il giovane, F. P. ha dichiarato di aver sparato all’uomo poiché minacciato. Da quanto riferito alle forze dell’ordine, avrebbe anche dei motivi di carattere familiare alla base del suo gesto. Agli investigatori ha anche confermato di essere stato lui ad accoltellare Ronga mesi fa per gli stessi motivi.

Il 18enne, inoltre, ha spiegato di essere stato vittima di una rapina cinque giorni fa, nel corso della quale è stato colpito a un braccio da un proiettile ed è stato medicato al Cto. Il giovane è stato fermato ed è in carcere in attesa di convalida. Gli investigatori battono la pista personale di carattere passionale anche se non escludono altre ipotesi. 

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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