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La Premier Meloni fa visita a Caivano ignorando i luoghi reali dello stupro e promuovendo il piano di Patriciello

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CAIVANO“La politica ha abdicato al potere della Chiesa”. Questo è l’unico messaggio che la Premier Giorgia Meloni è stata in grado di comunicare a quella piccola fetta di caivanesi rimasti che presenta ancora qualche neurone indipendente funzionante nella propria testa e non si è fatto incantare dalle sirene ammaliatrici del bigottismo funzionale agli interessi dei pochi.

Mi duole dirlo e scriverlo ma la Presidente del Consiglio ieri, arrivata in pompa magna, prima dal prete Maurizio Patriciello e poi dalla preside Eugenia Carfora, totalmente inconsapevole dei fatti e dei luoghi che hanno interessato il tragico evento dello stupro delle due tredicenni, trasportata dall’onda emotiva generata dagli interessi mediatici e personali del prete di periferia e di qualche suo amico “professionista della legalità” e dalla voglia di dimostrare al popolo dei percettori del Reddito di Cittadinanza che i cittadini e lo Stato sono dalla sua parte, ha perso di vista totalmente il suo ruolo istituzionale e le sue potenzialità in quanto primo Ministro.

La Premier Meloni è giunta a Caivano perorando la causa del prete che ha fatto credere, grazie anche alla stampa compiacente, che i fatti dello stupro si siano consumati tra il Parco Verde e il centro sportivo “Delphinia” e ignorando – cosa grave per un primo Ministro che ha come Ministro degli interni un componente espressione del proprio partito – che, come si legge dagli atti depositati in Procura, non solo le vittime e carnefici non abitassero al Parco Verde, bensì al Rione IACP (cd Bronx) di Caivano che dista circa 1 Km dal Parco Verde – come riportato nel mio precedente articolo (leggi qui) – ma il reato di stupro perpetrato nel tempo non è stato consumato all’interno del centro “Delphinia” ma in un capannone dismesso e abbandonato alle spalle del Bronx ai confini col Comune di Crispano.

La leader di Fratelli d’Italia davanti ad uno stuolo di colleghi giornalisti, gonfia il petto d’orgoglio e dichiara che entro la primavera prossima sarà riqualificato il centro sportivo “Delphinia” dimostrando di non essere neanche a conoscenza dello stato amministrativo di quel bene e del fatto di essere la Premier di uno Stato democratico di diritto e non l’imperatrice d’Italia. Infatti prima di affermare quanto detto, sarebbe stato utile informarsi e sapere che prima di appropriarsi del bene pubblico, il Comune di Caivano o chi per esso deve effettuare una risoluzione dell’aggiudicazione definitiva fatta dal Provveditorato di Napoli nell’anno 2020 a favore dell’ATI Alba Oriens – San Mauro Nuoto, il chè si traduce in tempi e costi che impedirebbero alla prima ministra di mantenere almeno la promessa fatta sui tempi. Senza contare che quel bene è ancora sotto sequestro giudiziario perché all’interno fu trovato, il 13 Luglio scorso, un cadavere in avanzato stato di decomposizione, quindi libero al termine delle indagini.

Allora perché cavalcare un’idiozia messa in circolo dai “professionisti della legalità” e avallata da una stampa ignara? Quali sono gli interessi dei “detentori” del brand “Parco Verde” nel fare luce sull’abbandono del centro sportivo “Delphinia” oscurando alla stampa e alla Premier che nello stesso stato di degrado vive anche il “Teatro Caivano” adiacente al centro sportivo? Io mi sono fatto domande e forse, dico forse, ho anche qualche risposta ma in questo caso, ai lettori, voglio lasciare qualche riflessione.

È noto a tutti gli addetti ai lavori e ai cittadini che i vari segnali di degrado di quella piscina per la maggior parte alla stampa li ha segnalati il prete Patriciello e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo sono stati vari gli incontri che lo stesso prete abbia fatto insieme al suo amico “collaboratore di giustizia” Luigi Leonardi, appartenente ad una famosa associazione, con ex sindaco e assessori per parlare, appunto dello stato di degrado della Delphinia.

Ma la politica caivanese tutta era già al corrente, non solo dello stato di degrado del centro ma anche della previsione fatta nel 2020 dall’aggiudicatario del “Project Financing” e dei rischi di vandalismo a cui la struttura era esposta se non si fosse fatto in fretta a realizzare il restyling come da progetto presentato dal soggetto promotore.

Allora la riflessione la vorrei rivolgere al Primo Ministro e chiedere: siamo davvero convinti che la soluzione ai problemi della criminalità caivanese e del narcotraffico campano si combattono con il restyling di un centro sportivo qualsiasi, scelto chissà perché, per essere individuato come luogo degli orrori? Non era meglio che la Premier venisse informata sui fatti reali ed evitando di entrare in Chiesa, lasciando intendere anche al mondo laico che per risolvere i problemi seri di un territorio bisogna affidarsi alle preghiere, si fosse recata sui veri luoghi del delitto e avesse presentato un serio “Piano Marshall” che riguardasse una lottizzazione urbana metropolitana in maniera da consentire l’abbattimento di questi enormi agglomerati di povertà e distribuire i vari nuclei familiari su tutto il tessuto urbano provinciale, inserendo con un determinato piano di “Housing Sociale” i vari nuclei familiari dei rioni anche in quartieri bene della Città Metropolitana di Napoli?

Questa secondo tecnici, urbanisti, magistrati e giuristi del territorio sarebbe stata la vera, reale soluzione all’alto tasso di degrado e criminalità che attanaglia la conurbazione a nord di Napoli ed è questo che un governo serio dovrebbe fare. Invece no. Non si sa perché si tende a seguire la scia delle “prime donne”, gente non autorevole, non informata, fuorviante e procuratrice di allarmismi inutili, al solo scopo di trovare un nemico da demonizzare o un interesse personale da compiere a scapito dei reali problemi di un’intera comunità.

Tutti presi in giro dalla politica e dalla Chiesa che opera su questo territorio, se la vogliamo mettere sul piano religioso, anche abbastanza fallimentare, dato che le bugie del prete di periferia i cittadini caivanesi e non le conoscono bene – vedi chiesa vuota e flop alla marcia contro gli stupri di pochi giorni fa – perché parlare di minacce per non far entrare gente in chiesa è come spararsi un petardo fuori casa e gridare all’attentato. Ognuno si assumesse le proprie responsabilità, Premier compresa, perché quando la verità partirà da Caivano per arriverà fino a Roma, forse, allora per questa gente, sarà già troppo tardi.

Se volete conoscere fatti, persone e responsabili del degrado del Centro “Delphinia” clicca qui.

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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