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“Vogliono ancora costruire nella zona rossa dei Campi Flegrei” è così che parte la manifestazione

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Il 29 settembre i comitati di Bagnoli hanno indetto un’assemblea pubblica. Si discuterà di quanto non si sta facendo per la riqualificazione del territorio e della spinta a costruire nell’area, laddove il bradisismo sta invece spaventando chi è già residente. “Terrore e paura per le 100 scosse dello sciame sismico di pochi giorni fa, una situazione che si protrae da tempo. Ma su Bagnoli c’è ancora chi vuole costruire e cementificare in zona rossa – scrive l’attivista Eddy Sorge nel presentare l’incontro – Chiusa l’Asl, chiuso il Consultorio, chiusi reparti del San Paolo e pochi (come noi) a lottare per il ripristino dei servizi sanitari territoriali.

Chiuso tutto il sito ex industriale dove decine di incontri istituzionali si stanno svolgendo senza che gli abitanti sappiano quello che si sta discutendo su soldi, bonifiche, progetti, clausole per il lavoro. La Municipalità non ritiene necessario convocare un momento pubblico che riporti al territorio queste informazioni meglio continuare con le commissioni online ed i gettoni. Inaugurati in pompa magna lidi comunali senza possibilità di farsi il bagno su un litorale che, in alcuni fine settimana, era del tutto invivibile e congestionato dal traffico a Coroglio”. “Se non fosse per alcune esperienze autogestite e dal basso molti giovanissimi del territorio sarebbero esclusivamente manovalanza della marginalità sociale – prosegue Sorge – Sono queste le cose di cui “indignarsi”. Ci vediamo il 29 Settembre tutti in piazza per confrontarci e mobilitarci insieme con chi non si espone solo in campagna elettorale per qualche voto”.

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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