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Scomparso uno dei rapinatori di Cesara Buonamici, l’uomo è scomparso da alcuni giorni dalla casa

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Da alcuni giorni si sono perse le tracce di Gennaro Gennarelli. Il classe ’79 era agli arresti domiciliari perché ritenuto membro di una banda di rapinatori che avrebbe fra le sue vittime anche la nota giornalistra Cesara Buonamici. Gennarelli stava scontando la pena a casa della madre, ma qualche giorno fa ha tagliato il braccialetto elettronico ed ha fatto perdere le sue tracce. La donna, che ne ha denunciato la scomparsa, ha raccontato che il figlio le avrebbe lasciato una lettera nella quale ha “manifestato chiari intenti suicidi”. Dietro l’allontanamento ci sarebbe il rischio di essere sfrattato dalla casa popolare dove stava scontando i domiciliari. Questo comporterebbe il ritorno in carcere.

Gennarelli è alto circa 1,75, ha pochi capelli, la barba folta e un tatuaggio sul braccio destro. Al momento della scomparsa indossava una maglietta verde e un pantalone lungo dello stesso colore. Secondo le parole della mamma con sé non avrebbe effetti personali. Nel biglietto lasciato alla madre ha scritto: “Chiedo scusa del disturbo. Tra pochi giorni sono abusivo. Cioè (devo, ndr) ritornare in carcere senza commettere infrazioni e rispettare voi e giudici. Nonostante la mia tossicodipendenza. Ma questa storia troppo assurda non riesco a gestirla. Adesso voglio solo la droga e spero che mi troverete morto”.

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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