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M5S: “Metro leggera Aversa-Capua, la Regione ferma al palo”

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“Da anni i residenti dei comuni di Aversa, Teverola, Santa Maria Capua Vetere e Capua attendono la realizzazione della linea metropolitana leggera bloccata nel 2010, poi finita nel dimenticatoio per oltre un decennio. Parliamo di un’area abitata da circa 250 mila persone, che soffre di una bassa accessibilità al trasporto pubblico, sia su gomma che su ferro. Nel 2021 la giunta regionale della Campania aveva inserito il progetto della linea tranviaria tra le istanze che potevano ricevere i fondi dal Ministero dei Trasporti.

Un investimento di circa 210 milioni di euro. I tempi previsti per la realizzazione erano stati calcolati in 5 anni ma a distanza di due anni non si ha traccia dei fondi individuati per la realizzazione dell’opera e non è stata convocata alcuna conferenza di servizi prevista nella fase preliminare”. A denunciarlo attraverso un’interrogazione a risposta scritta è il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Vincenzo Ciampi, membro della commissione trasporti.

“Ho chiesto alla Giunta regionale di conoscere lo stato di attuazione del progetto, quali provvedimenti intenda adottare per recuperare le opere già realizzate tra Teverola, Marcianise e Santa Maria Capua Vetere, tra le quali c’è un importante viadotto a Capo Spartimento, e se vi è ancora copertura finanziaria per la realizzazione dell’opera. E’ giunto il momento di far luce su un progetto nevralgico per lo sviluppo infrastrutturale, economico e turistico del nostro territorio”

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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