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Omicidio Giulia, trovato a casa veleno per topi, voleva avvelenarla

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Avrebbe cercato su internet gli effetti del veleno per i topi almeno due settimane prima dell’omicidio. Quel veleno che poi è stato trovato dagli investigatori nell’abitazione di Senago durante i sopralluoghi della Scientifica. Dettagli apparentemente irrilevanti, che però rafforzano l’ipotesi della premeditazione. Non è infatti documentata la presenza di ratti in zona e nel condominio dove abitava Impagnatiello con Giulia Tramontano. Quindi per quale altra ragione il barman avrebbe dovuto acquistare un prodotto destinato alla derattizzazione? E perché proprio due settimane prima del delitto?

Impagnatiello sapeva di essere sotto pressione. Già i primi giorni di maggio Giulia sospettava dell’altra relazione perché aveva trovato nell’auto del fidanzato un rossetto che non era il suo. Può darsi che il killer, sapendo di essere finito al centro delle attenzioni, stesse già meditando soluzioni estreme per liberarsi di Giulia e del piccolo che aveva in grembo. In attesa di ulteriori indizi a favore della premeditazione, intanto, gli investigatori non escludono neanche il coinvolgimento di un complice. Il 30enne potrebbe aver beneficiato dell’aiuto di qualcuno per la rimozione delle tracce legate al delitto e per l’occultamento di cadavere. Pesanti ombre si sono allungate sulla mamma, la stessa che in tv è scoppiata a piangere definendo il figlio “un mostro”. Sabrina Paulis, infatti, due giorni dopo la scomparsa di Giulia, aveva chiesto informazioni al titolare di un bar di via Monte Rosa, a pochi passi dal luogo dell’occultamento del cadavere. In particolare si era informata dell’eventuale presenza di telecamere esterne. Da chiarire i motivi delle domande.

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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