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CAIVANO. Il Sindaco continuerà a mortificare i dissidenti. Intanto altra ingerenza, stavolta della mafia casalese.

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CAIVANO – Lunedì scorso si è tenuta l’ennesima riunione di maggioranza per discutere dei vari mal di pancia e della situazione insostenibile del settore Lavori Pubblici, in vista della votazione sul Bilancio. Non mi soffermerò tanto sui dettagli perché su Caivano pendono ben altre notizie importanti da dare che rafforzano sempre più la convinzione che quest’Amministrazione, delle due una, o è talmente sprovveduta da non vedere ingerenze criminali in tutti i settori o ne è fin troppo consapevole e quindi connivente. Ma andiamo per gradi.

Nella riunione di maggioranza, sono arrivati compatti i tre consiglieri dissidenti – Pippo Ponticelli, Antonio De Lucia e Raffaele Del Gaudio – insieme ai due di “Prima Caivano” Gaetano Lionelli e Mimmo Falco. D’accordo sulle stesse richieste, ossia quelle dell’azzeramento totale della giunta e le dimissioni del Presidente del Consiglio. Ora fermo restando, che secondo le regole non scritte della politica il Presidente del Consiglio non è una carica di lottizzazione e pertanto non dovrebbe mai finire al centro delle trattative ma dall’esito della riunione appare palese l’ennesima presa per i fondelli da parte del resto della maggioranza nei confronti dei cinque, da sempre mortificati dalla fascia tricolore. A testimonianza di quanto appena asserito c’è da registrare l’assenza di un politico d’esperienza come Raffaele Del Gaudio che consapevole della potenziale presa in giro non si presenta proprio al tavolo delle trattative.

Presa in giro perché, in maniera immediata e senza battere ciglia, il resto della maggioranza compreso il Sindaco accettano di buon grado le richieste di azzeramento totale ma ad una condizione: quella di votare prima il bilancio e poi affrontare questo problema. Solito vetus fabula avrebbero detto i latini. Un film già visto e che sicuramente i tre dissidenti più i due di Prima Caivano guarderanno di nuovo, perché evidentemente gli piace la scenneggiatura al punto tale da farsi una scorpacciata di visioni. Ma come ho anticipato in questo scritto c’è altro da parlare di più importante.

È notizia di ieri (leggi qui) il ricevimento da parte della Cooperativa Sociale ECO rappresentata dalla “Lady Welfare” Sofia Flauto del provvedimento di interdizione antimafia. Da tempo era nell’aria dato che il nome di Sofia Flauto è finito nelle carte della magistratura – informativa della DDA del novembre 2021 e poi nel processo penale cominciato nel Dicembre 2022 – e riportato all’interno della seconda opera letteraria del sottoscritto “Criminalfare le politiche sociali delle mafie” (compra qui). Dalle informazioni forniteci dalla DDA, “Lady Welfare” appare come una donna scaltra e carismatica, molto vicina agli ambienti del clan dei casalesi, al punto tale da essere in grado di entrare sempre dalle porte principali nelle stanze della potestà politica. Tutto questo è dimostrato anche dal suo strettissimo rapporto personale, professionale e amicale con l’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Campania Lucia Fortini, la stessa assessora molto amica del Sindaco Enzo Falco che insieme a lui inaugurò il Centro Anti Discriminazioni LGBT+ “Codice Rainbow” in Viale Margherita presso il Parco Verde, guarda caso affidato in gestione poi alla stessa Cooperativa ECO, oggi interdetta ai fini dell’antimafia dalla Prefettura di Salerno.

Si ricordano ancora le richieste del sottoscritto in occasione della presentazione del libro sopracitato all’interno della biblioteca comunale quando tenne a riunire i sindaci dell’ex Ambito n.19 allo scopo di sapere quali fossero le loro posizioni a riguardo di queste cooperative – alcune legate sempre a Sofia Flauto e che da indiscrezioni dovrebbero essere raggiunte anch’esse dall’interdittiva che le relative Prefetture di appartenenza emetteranno – se erano edotti della discutibile condotta dei loro rappresentanti e se avessero intenzione di estrometterle in qualche modo dalla continuità dell’erogazione dei servizi sociali.

La risposta del Sindaco Falco fu lapidaria: “non esiste proprio! La legge non ce lo consente”. Ancora una volta il pavido primo cittadino non volle prendersi la responsabilità di alzare la testa al cospetto dei clan. Antimafia di parvenza quella che ostenta la fascia tricolore ma che nei fatti ingoia bene le potenziali ingerenze e questa è l’ennesima dimostrazione.

Ma non bisogna prendersela solo con lui. Il duo Flauto-Fortini ha aggregato anche chi finora ha fatto dell’onestà il proprio vessillo. In quel centro ci sono passati tutti gli esponenti campani del Movimento 5 Stelle: Roberto Fico, il deputato Pasqualino Penza, la vicepresidente del Consiglio Regionale Valeria Ciarambino, l’assessora comunale Maria Pina Bervicato e lo stesso consigliere Francesco Giugliano. Sprovveduti, incapaci, disinformati o conniventi? Nessuno di loro sapeva chi, in realtà, stesse gestendo quel centro? Eppure se solo si fossero eruditi attraverso un’intera antologia sul personaggio redatta e pubblicata da questa testata, forse oggi avrebbero avuto meno scuse per giustificarsi, chissà!

Fortunatamente per i caivanesi ci ha pensato la Prefettura di Salerno a bonificare quel centro che sicuramente, in merito all’interdittiva emanata, la cooperativa sociale ECO verrà commissariata e ci penseranno gli uomini di governo a gestire il centro LGBTQIA+ caivanese.

AGGIORNAMENTO delle ore 13:11
Alla vergogna non c’è mai fine! Tenendo conto del motto: “A qualche dubbio, nessun dubbio” l’Amministrazione comunale doveva, sin da ieri, giorno in cui è uscita la notizia dell’interdittiva antimafia alla cooperativa sociale ECO, annullare qualsiasi evento o progetto in essere che riguardasse il centro antidiscriminazione “Rainbow Caivano” visto che la gestione dello stesso è stata affidata ad una cooperativa in odore di camorra. Invece no! Come se niente fosse successo, la nostra redazione subito dopo la pubblicazione di quest’editoriale è stata raggiunta dalla notizia che proprio stamattina – come riporta la locandina di seguito – nell’auditorium dell’Istituto Scolastico “L. Milani” si è tenuto un convegno dal titolo “Presentazione del Centro Antidiscriminazione Codice Rainbow” con tanto di logo della cooperativa interdetta che campeggia sulla locandina insieme agli altri partner istituzionali e guarda caso, all’evento era presente anche l’Assessora Maria Pina Bervicato. A questo punto non sappiamo se ci è o ci fa!? Fatto sta che errare è umano ma perseverare è diabolico!

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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