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NAPOLI. Sciopero strumentale e pretestuoso delle educatrici degli asili nido comunali

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NAPOLI – Appare strumentale e pretestuosa la protesta montata stamattina fuori le porte di Palazzo San Giacomo da parte delle educatrici degli asili nido delle municipalità 2, 6, 7, 8, 9 e 10 del Comune di Napoli.

Addirittura la notizia è stata diramata in maniera erronea dalla testata “Il Mattino” (leggi qui) dove sicuramente il collega Armando De Martino, fidandosi solo di quanto confessatogli dalle addette ai lavori, evidentemente con la commistione di qualche politico a cui fa comoda la situazione e non verificando la notizia alla fonte come deontologia professionale di qualsiasi giornalista vuole, riporta un’informazione sbagliata nei termini e nei modi.

La verità, come sempre va ricercata e noi di Minformo da sempre ci battiamo per metterla in evidenza e offrirla ai lettori, talvolta anche attraverso la controinformazione che, come in questo caso, è necessaria.

Dalle cooperative sociali ci arriva tutt’altra verità, ossia che le mensilità arretrate e quindi non percepite dalle operatrici sono solo una, nello specifico quella di Marzo e non tre come scritto sulla rinomata testata.

Tenendo presente che le operatrici incassano lo stipendio il giorno 28 del mese successivo, a distanza di soli sette giorni dal ritardo della mensilità di Marzo (5 maggio ndr), le operatrici insieme alle sigle sindacali della CGIL mettono su, artatamente, la protesta con tanto di bugie e articoli ANSA correlati. Infatti l’appuntamento di stamattina per la manifestazione di protesta è stato riportato alcuni giorni fa dall’agenzia di stampa.

Per il chiarimento sopra descritto è chiaro che non si può parlare di mensilità arretrata di Aprile, dato che non si è arrivati ancora al 28 maggio.

Bisogna tenere conto ancora inoltre che il Comune di Napoli risulta insoluto di diverse mensilità nei confronti delle varie cooperative sociali e pertanto dalle direzioni ci fanno sapere che risulta difficile anticipare fondi propri alla stregua di una banca privata dell’ente di palazzo San Giacomo.

Per quanto riguarda la protesta invece, c’è anche da chiarire che le manifestanti dipendenti delle cooperative presenti stamattina ne erano solo 15 e non 50 come erroneamente riportato sulle pagine de “Il Mattino”. Quindici su 22 iscritte alle sigle sindacali e su 112 dipendenti delle stesse gestrici degli asili.

Tali numeri lasciano pensare che, molto probabilmente, tale protesta sia montata in maniera strumentale da parte di chi cova mal di pancia nei confronti delle cooperative appaltatrici appoggiate da qualche politico che oggi riveste ruoli istituzionali ma che fino a ieri gestiva questi ed altri servizi sociali per conto dell’ente comunale.

In esclusiva per i nostri lettori siamo venuti anche in possesso della missiva che la Rappresentante Amministrativa delle cooperative ha inviato alla testata “Il Mattino” per una celere rettifica: “I dipendenti assenti al momento dello sciopero per tutte le cooperative sono pari a 15 e non a 50.
Attualmente nei servizi sono impegnati complessivamente 112 dipendenti.
Attualmente gli stipendi pagati sono fino a Febbraio 2023 compreso e precisamente il giorno prima della convocazione dello sciopero.
Si rileva, altresì, che le presunte difficoltà riscontrate anche per le municipalità 6-7-8 gestite dalla Coop ABU’ non solo allo stato risultano inesistenti ma risultano oltretutto sorprendenti visto che nessun dipendente dedicato all’espletamento del servizio su dette municipalità risulta tesserato con la CGIL (non risultano neanche in tal senso le presupposte deleghe sindacali).
Attualmente l’ unica mensilità arretrata è Marzo 2023 e pertanto ritardo di soli 17 giorni.
Lo stipendio di Aprile 2023 come da CCNL viene pagato a Maggio 2023.
Fatte le suddette debite premesse in fatto si evidenzia in diritto l’illegittimità dell’operato della sigla sindacale che ha preannunciato lo sciopero in data 11.5.2023 allorchè nel procedimento in oggetto ha violato le seguenti regole.

  1. L’obbligo, per chi promuove lo sciopero nei servizi pubblici essenziali, di un preavviso minimo non inferiore a 10 giorni, con la comunicazione per iscritto agli enti che erogano il servizio nonché all’apposito ufficio costituito presso l’autorità competente per la precettazione, che ne cura l’immediata trasmissione alla Commissione di garanzia, della durata e delle modalità di attuazione nonché delle motivazioni della astensione collettiva. Invero come ben noto alla CGIL Area Metropolitana di Napoli l’obbligo di preavviso è stabilito al fine di consentire all’ente erogatore del servizio di predisporre le misure necessarie ad assicurare le prestazioni indispensabili nonché allo scopo di favorire lo svolgimento di eventuali tentativi di composizione del conflitto e di consentire all’utenza di usufruire di servizi alternativi.
  2. In violazione dalla legge n. 146/1990 così come modificata dalla legge 83/2000, non sono state chiarite dalla CGIL in che modo sarebbero state garantite la continuità delle prestazioni minime indispensabili e quali sarebbero stati gli appositi contingenti di personale a doverle garantire, così come richiesto da ultimo dalla Prefettura di Napoli con Prot. Uscita N.0154017 del 12/05/2023 alla quale non si è avuto risposta.
  3. Non solo, senza alcun motivo, visto che all’ utenza è stato garantito il servizio senza interruzione, l’ organizzazione sindacale provvedeva a comunicare alle lavoratrici di effettuare il passa parola anche tra i genitori, creando non poche difficoltà nella gestione odierna delle attività per le sole 2 strutture su 15.

Comportamento del tutto anti-aziendale e scorretto nei confronti delle famiglie, delle colleghe e delle cooperative che hanno subito un danno d’immagine enorme.
Le cooperative preannunciano chiaramente una difesa d’ innanzi alle autorità giudiziarie per la tutela dei propri diritti ed interessi, in quanto lo sciopero appare del tutto STRUMENTALE.
Si specifica infine che la scrivente ha sempre difeso i diritti del lavoratore anticipando con proprie risorse ingenti somme mensili di stipendi. Il ritardo dei pagamenti è dato esclusivamente da ritardi del Comune di Napoli nella verifica della documentazione nonché della relativa fatturazione dei servizi resi.
A tutt’ oggi infatti sia per il contratto precedente che per il contratto in corso nessun emolumento è stato pagato alle Coop.
Pertanto la scrivente, come sempre si impegna ad anticipare con le proprie risorse gli stipendi e fornitori in attesa dello sblocco dei pagamenti nonché della verifica della rendicontazione e fatturazione, precisando che in data odierna, visti i continui ritardi, le Coop. hanno richiesto un’ anticipazione del contratto in misura del 30%.
Inoltre è stato richiesto al Comitato di garanzia di provvedere all’ effettivo rispetto della legge in materia di sciopero dei servizi essenziali e di attivarsi per verificare l’ operato dell’ organizzazione sindacale.

Dott.ssa Lucia Caputo – Rappresentante amministrativo delle Coop.”

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Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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