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⚽ De Laurentiis a ruota libera e sul VAR: “Lascia ancora la dietrologia sui vantaggi alla Juventus”

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De Laurentiis traccia un bilancio del Var e indica la strada che secondo lui dovrebbe seguire la classe arbitrale dalla prossima stagione. “Nel calcio si è quasi tutti Ponzio Pilato – dice il presidente del Napoli in occasione di “Generazione Var, frame e diritti tv, come cambia il calcio per immagini”, organizzato dall’Università degli Studi di Napoli Federico II- nessuno vuole prendersi le responsabilità, allora viene introdotto il Var, però viene negato alle società di avere dopo qualche ora o qualche giorno gli elementi valutativi in mano in modo da avere un rapporto non conflittuale con gli arbitri. L’arbitro, lo dice il nome stesso, deve essere equidistante, se viene inserito in un’associazione federativa è già un errore perché si dovrà schierare, dovrà votare per l’uno o per l’altro. La classe arbitrale dovrebbe essere assunta, profumatamente pagata, ammonita se è il caso, dalla Lega di serie A. Dovrebbero essere dei nostri dipendenti. Non gli si può dare nemmeno il carico negativo che gli porterebbero le tifoserie, che poi è un altro discorso a parte”.

ELIMINARE LA DIETROLOGIA – “Credo che la serie A dovrebbe ingaggiare gli arbitri e se viene istituito un nuovo meccanismo, quello del Var, non si può dire ai club voi non potete guardare nulla. Se è un esperimento dobbiamo discuterne tutti apertamente, perché lasciare sempre la dietrologia, ‘ah ma allora la Juventus ha sempre un rapporto di forza con la classe arbitrale da Pechino in poi e bla bla bla…’. La classe arbitrale con Calciopoli ha avuto un momento buio che vogliamo dimenticare, ma ce l’ha avuto. Per dare un imprinting di trasparenza alla classe arbitrale bisogna togliere il dubbio. Ho seguito le spiegazioni di Rizzoli, però mi domandavo: forse ci sono troppi se e troppi ma. Forse dovremo chiuderci intorno a un tavolo con arbitri, società e giocatori e dire: stiliamo un regolamento di cosa è definibile o no con il Var. Dopo non ci saranno più se e ma. Poi nella regia che deve decidere ci vogliono dei tecnici, non arbitri. Gli arbitri devono essere indenni: non possiamo sempre dichiarare guerra agli arbitri. Avete visto come si comportano i genitori dei figli nei campetti con gli arbitri. Questa è la mia idea altrimenti resterà solo la dietrologia. Secondo me abbiamo fatto un campionato bellissimo, anche se potevamo fare meglio nelle coppe”.

ANCELOTTI E SARRI – Come cresce il Napoli con Ancelotti e retroscena sull’addio di Sarri«Retroscena su Sarri non ce ne sono stati nel senso che io a un certo punto ho comunicato alla stampa, tempo scaduto, perché essendo io responsabile di un’azienda come il Napoli non è che posso stare a disposizione degli altri quando sono gli altri che dovrebbero stare a disposizione del Napoli. E quindi basta, mi sono mosso, ho preso Carlo Ancelotti e con lui abbiamo iniziato a collaborare, sia da Roma, sia da Londra e dal Canada. Ieri ero a Castelvolturno dove c’è un cantiere in piedi dall’ultima gioranta di campionato: già i tre campi sono stati rivoluzionati, li ho mostrati al figlio e al genero di Ancelotti. Abbiamo fatto dei ragionamenti con il nostro medico e il nostro cuoco, e tutta una serie di programmazioni perché il nostro gruppo possa lavorare al meglio.

MERCATO – “Che giocatori compreremo? Io mi sono molto preoccupato all’inizio, poi non ci ho fatto più caso, nel senso che è una condizione umana che l’erba del vicino è sempre più verde. Però noi non ci rendiamo conto e involontariamente offendiamo giocatori che hanno dato tanto con la maglia del Napoli, come se non valessero nulla. Ma come ce li invidiano tutti? Non mi dimenticherò mai quando Antonio Conte mi fece una corte spietata per Koulibaly, offrendomi fino a 58 milioni. Il denaro è un mezzo non un fine. Il fine è Koulibaly, ed è bene che rimanga qui. Poi è chiaro che gli allenatori hanno le loro condizioni: uno discute, ragiona, verifica, anche perché io mi devo preoccupare anche di quello che dovrà essere il Napoli per i prossimi 3 o 4 anni. Ho fatto un contratto ad Ancelotti per tre anni, e mi auguro resti con noi per altri 10 anni, ma non posso restare con il cerino in mano perché rappresento il Napoli. 14 anni fa quando sono arrivato al Napoli di calcio non sapevo nulla, qualche lezione l’ho avuta in itinere. Non vi dovete preoccupare, con Carlo faremo quello che dobbiamo fare, poi vedremo anche come si muoveranno gli altri club”.

BALOTELLI – “Balotelli è possibile? Non lo abbiamo preso in considerazione. È straordinario, ma prima di tutto dobbiamo capire con Ancelotti durante il ritiro le possibilità del gruppo esistente. Abbiamo tanti giocatori in attacco, non possiamo far torto a chi abbiamo preso e non ha mai giocato nel Napoli. Pensare che l’attacco sia una priorità è un errore, le priorità sono altre”.

HAMSIK E INSIGNE – “Il futuro di Hamsik? Ci siamo visti e gli ho detto: ‘Dove vai? Questa è casa tua’. Poi se vuole andare via io non faccio sconti, ma per rispetto ai tifosi. Insigne? Lui è un simbolo dell’essere napoletano e a volte si dimentica come sia difficile per i napoletani giocare a Napoli. Se ci sono stati contatti con Sarri? No, nessuno mi ha chiamato, ma la clausola è stata messa a tutela di alcune mie scelte ed è stata una decisione bilaterale”.

IL NUOVO TECNICO –  “Ancelotti ha vinto dappertutto e quindi non ha questa smania, se viene da noi vuol dire che Napoli gli piace, così come io, i giocatori e la società. Vuol dire che lo convinciamo e a me questa è la cosa che mi convince più di ogni altra cosa, non dà l’impressione di usare il Napoli per poi andare da qualche altra parte”. Con queste parole il presidente del club azzurro, Aurelio De Laurentiis, parla del tecnico che ha scelto per sostituire Maurizio Sarri“Con Ancelotti ci siamo sentiti varie volte negli anni, mi ha sempre dato un senso di imparzialità e serenità, quando mi chiedeva qualche calciatore per le sue squadre non insisteva, capiva con dolcezza e serenita’ le mie ragioni, non come Conte che mi chiamava sempre”.

Fonte: Corriere dello Sport.it

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Calcio, l’Italia batte il Belgio e si qualifica ai quarti di Nations League: decide un gol di Tonali

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Alzi la mano chi, dopo gli Europei tedeschi dello scorso giugno, avrebbe scommesso ancora sulla Nazionale di Luciano Spalletti. Probabilmente pochi o nessuno, ma quello che emerge dalla vittoria ottenuta ieri sera contro il Belgio che ci consente di staccare il pass per i quarti della Nations League, ci fa sicuramente ben sperare.

Infatti, se quella con la Francia a settembre era stata la partita della rinascita, quella di ieri sera allo stadio Re Luigi Baldoino di Bruxelles è stata una dimostrazione di forza e compattezza, una vittoria di grande carattere, dopo una partita nella quale l’Italia ha spesso dominato il gioco e controllato la manovra, ma dove ha saputo anche soffrire.

Insomma, la Nazionale inizia ad assumere i tratti del suo allenatore: bella e cattiva quanto basta, capace di giocare a calcio e di combattere quando l’occasione lo richiede. Alla fine la decide un gol di Tonali nel primo tempo, al termine di una splendida azione corale che ha visto l’ex milanista battere il belga Casteels con un comodo tap-in.

Ora testa a domenica e al big match con la Francia al Meazza, con il cuore sgombro dalle pressioni di una qualificazione ormai già ottenuta e con la consapevolezza di aver aperto un nuovo ciclo azzurro che si spera possa darci tante soddisfazioni.

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Calcio, l’Inter domina ma non va oltre il pari con il Napoli: è 1-1 al Meazza

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Si è concluso con un pareggio il big match della 12esima giornata di Serie A, che ha visto affrontarsi allo stadio Giuseppe Meazza in San Siro i padroni di casa dell’Inter e il Napoli allenato da Antonio Conte.

Nel primo tempo sono i nerazzurri a fare la partita, ma è il Napoli a passare in vantaggio grazie ad uno schema su palla inattiva concluso dal tocco sotto porta dello scozzese McTominay, bravo a sfruttare la disattenzione di Dumfries in marcatura. Sembra in discesa la gara per gli azzurri, fino a quando Hakan Calhanoglu non decide di buttare giù la porta con un destro imparabile che si infila nel sette, senza lasciare scampo a Meret.

La ripresa è un monologo dell’Inter, che tiene in mano il pallino del gioco e crea tante occasioni da gol non finalizzate dagli uomini di Inzaghi, su tutte il rigore sbagliato da Calhanoglu alla mezz’ora, per fallo in area su Dumfries.

Nel finale occasione anche per gli ospiti, con Simeone che non inquadra lo specchio della porta da pochi metri, dopo aver anticipato il suo diretto marcatore. Un punto che fa bene soprattutto al Napoli, che esce indenne dal Meazza e mantiene la vetta della classifica con un punto di vantaggio su Inter, Fiorentina, Atalanta e Lazio.

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Napoli, che bello senza coppe: batte il Milan e consolida il primato

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Una vittoria convincente, senza quasi mai rischiare di prendere gol e segnandone due in un tempo, sufficienti per vincere la sfida del Meazza contro il Milan.

I padroni di casa si presentano al match con gli azzurri senza gli squalificati Theo Hernandez e Reijnders, cui si aggiunge il forfait dell’ultimo minuto di Pulisic per un attacco di gastroenterite.

Gli uomini di Conte entrano in campo con un’idea ben precisa, che si tramuta nel gol di Lukaku dopo appena 5 minuti, grazie al filtrante di Zambo Anguissa che taglia la difesa rossonera e consente al numero 11 belga di siglare il vantaggio. Poi ci pensa Kvaratskheila a raddoppiare sul finire del tempo, con un assolo degno dei tempi migliori e un tiro che seppur non irresistibile supera Maignan.

Il secondo tempo è uno sterile monologo del Milan, che trova il gol con Morata a inizio ripresa, giustamente annullato per il fuorigioco dell’attaccante spagnolo. Poi nulla più, con un Napoli che si limita a difendersi chiudendo ogni spazio e un Milan che non si sveglia nemmeno con gli ingressi dell’acciaccato Pulisic e di Rafael Leao, l’escluso eccellente.

Conte porta il vantaggio dall’Inter a 7 punti, in attesa del match dei nerazzurri sul campo dell’Empoli, e tenta la prima fuga della stagione, grazie ad un calendario favorevole e al vantaggio di non giocare le coppe.

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