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Cronaca

Alice Scagni uccisa dal fratello, il padre alla Polizia: “Mandate una volante a casa di mia figlia”

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Un vero e proprio dramma quello avvenuto lo scorso primo maggio a Quinto, in provincia di Genova, dove il disoccupato Alberto Scagni uccise la sorella Alice sotto casa della donna.

Tuttavia, è emersa una telefonata di 12 minuti tra il papà dell’assassino e la Polizia, poche ore prima dell’omicidio. Infatti, l’uomo chiede di mandare una volante ma l’agente risponde così:

“Senza denuncia non possiamo arrestare nessuno, non funziona così”.

A quel punto, l’operatore spiega che se il figlio non è lì, non possono intervenire. Allora il signor Scagni ribatte raccontando delle minacce pervenute anche alla figlia e al genero. Poi, alla domanda dell’agente se avesse mai fatto denuncia prima di allora, egli risponde:

“Non l’ho mai fatta, perché la situazione è peggiorata da poco tempo. Ma come faccio a denunciare? Lui mi ha tagliato le gomme, ha minacciato di tagliarmi la gola”.

Pertanto, l’agente continua a dirgli di fare denuncia, ma l’uomo racconta “che il giorno prima la Polizia aveva preso già a verbale la moglie”. Così, l’operatore consiglia all’uomo di non aprire la porta qualora il figlio tornasse a farsi vivo e di ricontattarli. Il padre ribatte chiedendo: “E se io esco e questa persona mi taglia la gola per strada?”.

Allora il poliziotto replica dicendo che “noi non possiamo prevedere il futuro. Ma non possiamo arrestarlo senza una denuncia. Se viene sotto casa sua allora le mandiamo la macchina e lo prendiamo”.

Queste sono state le ultime parole di quella telefonata, ora depositata dalla Procura che ha chiuso le indagini per omicidio. Pertanto, l’agente e il capoturno, oltre ad una dottoressa della salute mentale, sono indagati per le presunte omissioni dopo la denuncia presentata dai genitori.

Castellammare di Stabia

Castellammare di Stabia, 30 genitori aggrediscono maestra: ora insegnante indagata

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È stata iscritta nel registro degli indagati la docente di sostegno aggredita la scorsa settimana da un gruppo di circa trenta genitori presso la scuola Salvati di Castellammare di Stabia. Si tratta di un «atto dovuto» da parte della procura, come riportato dal quotidiano Metropolis, per permettere accertamenti sul cellulare dell’insegnante, sequestrato dopo la denuncia di cinque genitori. Questi ultimi hanno riferito agli investigatori dell’esistenza di una chat tra la docente e alcuni alunni, in cui sarebbero stati condivisi audio e video con contenuti a sfondo sessuale.

Continua anche l’inchiesta riguardante la spedizione punitiva organizzata da diversi genitori, avvenuta presso la scuola del quartiere Scanzano. Durante l’incidente, oltre alla docente, è rimasto ferito anche il padre dell’insegnante, intervenuto per difendere la figlia.

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Cronaca

Scampia, scoperto deposito abusivo di rifiuti con oltre 40 elettrodomestici

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Nell’ambito delle attività di contrasto al fenomeno dell’illecito abbandono e gestione illecita dei rifiuti, personale Polizia Locale Unità Operativa Scampia, in via Anna Maria Ortese, ha scoperto un deposito illecito di Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) dove erano stati illecitamente stoccati 43 grandi elettrodomestici come lavatrici, caldaie, televisori, forni.

Sul posto è stato sorpreso un 39enne napoletano intento ad asportare varie parti elettriche e ferrose. La Polizia Locale ha provveduto al sequestro penale dell’area, di proprietà comunale, ove erano stati stoccati i rifiuti e a deferire all’autorità giudiziaria il trentanovenne per i reati di gestione illecita di rifiuti e invasione di suolo pubblico.

Nel corso della stessa operazione sono stati sanzionati con una multa da 51,64 euro due soggetti che conferivano rifiuti domestici fuori orario ed in contenitori non idonei.

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Cronaca

Torre del Greco, denuncia marito violento e fa scoprire giro d’usura

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Una donna ha denunciato le violenze subite dal marito, portando alla scoperta di un usuraio seriale a Torre del Greco. Un uomo di Torre Annunziata è stato arrestato con diciotto capi d’imputazione, di cui quindici per usura, due per estorsione e uno per possesso di armi. I carabinieri della stazione di Boscoreale lo hanno colto in flagrante mentre, insieme al nipote, riscuoteva 300 euro in interessi da una delle sue vittime.

Le indagini sono iniziate dopo la denuncia della donna, che ha rivelato come il compagno fosse frustrato dai debiti accumulati con usurai. I carabinieri hanno così avviato un monitoraggio, riuscendo a identificare l’usuraio tramite intercettazioni telefoniche. È emerso che l’uomo aveva rapporti con almeno sette vittime, a cui chiedeva mensilmente somme tra 100 e 500 euro.

Le intercettazioni hanno rivelato la pressione esercitata dall’indagato sulle vittime, che includeva minacce e intimidazioni. Le dichiarazioni delle vittime hanno confermato le accuse e svelato il modus operandi dell’usuraio, che sfruttava la vulnerabilità di commercianti in difficoltà. Dopo l’arresto, i carabinieri hanno perquisito l’abitazione dell’uomo e un suo terreno, trovando circa 20.000 euro in contante, gioielli, orologi di valore e un’arma da fuoco illegalmente detenuta.

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