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Cronaca

Blitz dei carabinieri a Lampedusa: rinvenuto ingente carico di cocaina diretto a Catania

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Blitz dei carabinieri a Lampedusa, nell’ambito dell’Operazione Levante, dove hanno rinvenuto un carico di cocaina compreso tra i 150 e i 200 chili, probabilmente recuperato da un peschereccio locale nel luglio scorso.

In particolare, una tale quantità di cocaina avrebbe portato alla saturazione del mercato illecito di stupefacenti sull’isola, e da qui la necessità di spostarla in altre piazze della Sicilia, tra cui Catania.

Pertanto, tra gli 11 indagati figura il nome del catanese Francesco Romano, residente a Lampedusa e gestore di un rimessaggio imbarcazioni insieme al figlio Cristofaro, e che si sarebbe occupato di rivendere la droga sull’isola.

Tuttavia, quel carico fu visto come l’occasione della vita dall’indagato, il quale dopo essere entrato in contatto con chi deteneva una quota della sostanza, avrebbe smesso di vendere a Lampedusa la droga acquistata dai catanesi per cercare di concludere cessioni di droga a persone operanti su Catania.

A quel punto, si intensificarono i contatti tra Romano e i fratelli Cucina, Domenico e Nicola, entrambi imprenditori del posto e gestori di una ditta di trasporti e deposito per imbarcazioni, incaricati di cercare acquirenti sulla piazza di Catania. Acquirente trovato in un uomo sottoposto agli arresti domiciliari, anche se Cucina comincia a maturare i primi dubbi, a causa dei sempre più frequenti controlli della Polizia sull’isola.

Invece Romano, sempre più convinto dell’operazione, si recò direttamente sul posto per ritirare la sostanza, mentre Cucina si sarebbe occupato dell’organizzazione del viaggio e del veicolo su cui sarebbe stata occultata la sostanza stupefacente. Tuttavia, dopo che l’acquirente ha giudicato la merce di scarsa qualità, decidendo di pagarla ad un prezzo decisamente inferiore rispetto agli accordi iniziali, i rapporti tra Romano e il figlio hanno iniziato a scricchiolare, e di conseguenza anche quelli tra lui e i Cucina, che hanno poi portato alla rottura della cooperazione tra le due famiglie.

Castellammare di Stabia

Castellammare di Stabia, 30 genitori aggrediscono maestra: ora insegnante indagata

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È stata iscritta nel registro degli indagati la docente di sostegno aggredita la scorsa settimana da un gruppo di circa trenta genitori presso la scuola Salvati di Castellammare di Stabia. Si tratta di un «atto dovuto» da parte della procura, come riportato dal quotidiano Metropolis, per permettere accertamenti sul cellulare dell’insegnante, sequestrato dopo la denuncia di cinque genitori. Questi ultimi hanno riferito agli investigatori dell’esistenza di una chat tra la docente e alcuni alunni, in cui sarebbero stati condivisi audio e video con contenuti a sfondo sessuale.

Continua anche l’inchiesta riguardante la spedizione punitiva organizzata da diversi genitori, avvenuta presso la scuola del quartiere Scanzano. Durante l’incidente, oltre alla docente, è rimasto ferito anche il padre dell’insegnante, intervenuto per difendere la figlia.

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Cronaca

Scampia, scoperto deposito abusivo di rifiuti con oltre 40 elettrodomestici

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Nell’ambito delle attività di contrasto al fenomeno dell’illecito abbandono e gestione illecita dei rifiuti, personale Polizia Locale Unità Operativa Scampia, in via Anna Maria Ortese, ha scoperto un deposito illecito di Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) dove erano stati illecitamente stoccati 43 grandi elettrodomestici come lavatrici, caldaie, televisori, forni.

Sul posto è stato sorpreso un 39enne napoletano intento ad asportare varie parti elettriche e ferrose. La Polizia Locale ha provveduto al sequestro penale dell’area, di proprietà comunale, ove erano stati stoccati i rifiuti e a deferire all’autorità giudiziaria il trentanovenne per i reati di gestione illecita di rifiuti e invasione di suolo pubblico.

Nel corso della stessa operazione sono stati sanzionati con una multa da 51,64 euro due soggetti che conferivano rifiuti domestici fuori orario ed in contenitori non idonei.

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Cronaca

Torre del Greco, denuncia marito violento e fa scoprire giro d’usura

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Una donna ha denunciato le violenze subite dal marito, portando alla scoperta di un usuraio seriale a Torre del Greco. Un uomo di Torre Annunziata è stato arrestato con diciotto capi d’imputazione, di cui quindici per usura, due per estorsione e uno per possesso di armi. I carabinieri della stazione di Boscoreale lo hanno colto in flagrante mentre, insieme al nipote, riscuoteva 300 euro in interessi da una delle sue vittime.

Le indagini sono iniziate dopo la denuncia della donna, che ha rivelato come il compagno fosse frustrato dai debiti accumulati con usurai. I carabinieri hanno così avviato un monitoraggio, riuscendo a identificare l’usuraio tramite intercettazioni telefoniche. È emerso che l’uomo aveva rapporti con almeno sette vittime, a cui chiedeva mensilmente somme tra 100 e 500 euro.

Le intercettazioni hanno rivelato la pressione esercitata dall’indagato sulle vittime, che includeva minacce e intimidazioni. Le dichiarazioni delle vittime hanno confermato le accuse e svelato il modus operandi dell’usuraio, che sfruttava la vulnerabilità di commercianti in difficoltà. Dopo l’arresto, i carabinieri hanno perquisito l’abitazione dell’uomo e un suo terreno, trovando circa 20.000 euro in contante, gioielli, orologi di valore e un’arma da fuoco illegalmente detenuta.

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