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Napoli. Aggressioni ai sanitari, La proposta dell’associazione che tutela i diritti dei camici bianchi

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Prevedere uomini dell’esercito negli ospedali e nei pronto soccorso per arginare il fenomeno delle violenze contro medici e infermieri può essere una soluzione, perché la legge approvata due anni fa non basta. Da inizio 2023 siamo già a 4 aggressioni solo a Napoli e purtroppo non abbiamo il conto di quelle verbali, incluse le minacce, che possono alla lunga mandare in burnout. Solo a Napoli – precisa Ruggiero, medico del 118 – nel 2019, abbiamo contato 105 aggressioni a medici e personale sanitario, nell’anno dell’esplosione della pandemia Covid si sono dimezzate (54), nel 2021 sono risalite a 66 e nel 2022 sono state 68, di cui l’ultima ha visto un medico del 118 minacciato con un’arma da fuoco”.

Per questo, “abbiamo già chiesto negli anni passati il ripristino dei drappelli di Polizia nei pronto soccorso ma la risposta è stata negativa, perché implicherebbe togliere una volante dal territorio. L’esercito sarebbe una valida scelta anche per il numero di risorse disponibili”. Al di là delle forze dell’ordine però, il problema va affrontato a 360 gradi, “riducendo le liste d’attesa per ottenere prestazioni sanitarie, che le persone cercano di ottenere andando al pronto soccorso e aumentando così gli accessi inappropriati. Spetta al Governo centrale occuparsi prioritariamente del problema che evidenziamo con la nostra associazione dal 2017”

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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