Letizia Moratti si è dimessa da vice-presidente e assessore al Welfare della regione Lombardia. Questa la notizia, per certi versi sorprendente, ma che secondo gli addetti ai lavori era nell’aria da tempo.
Pertanto, arrivano le prime dichiarazioni della Moratti, che ha così dichiarato in una nota:
“Di fronte al venir meno del rapporto di fiducia con il Presidente Attilio Fontana, annuncio la decisione di rimettere le deleghe di vicepresidente e di assessore al Welfare di Regione Lombardia. Per rispetto dei cittadini, con senso di responsabilità e in considerazione del delicato momento socio-economico del Paese, ho atteso l’esito delle elezioni politiche e la formazione del nuovo Governo per rendere nota la mia posizione”.
Poi, prosegue: “Si tratta di un forte segnale rispetto alle lentezze e alle difficoltà nell’azione di quest’Amministrazione, che a mio avviso non risponde più all’interesse dei cittadini lombardi. Una scelta di chiarezza di cui mi faccio pienamente carico, anche in considerazione dei provvedimenti contraddittori assunti in materia di lotta alla pandemia”.
Tuttavia, arriva puntuale la replica del presidente di regione Lombardia Attilio Fontana:
“I dubbi che avevo espresso sul posizionamento politico di Letizia Moratti erano fondati. È chiaro che guarda verso sinistra, e non da oggi. È sorprendente che l’assessore al Welfare, dichiari oggi che l’azione della Giunta non sia sufficiente. Ne fa parte da un anno e mezzo, e non mi pare che abbia sollevato mai problemi. Ciò che però conta oggi, è che l’eccellente lavoro sulla campagna vaccinale e sul recupero delle prestazioni frenate dal Covid-19, non può fermarsi”.
Rincara la dose il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che ha così dichiarato:
“Lo strappo tra Moratti e Fontana ha ripercussioni sugli equilibri politici della regione gestita dalla Lega, ma non solo. Le dimissioni di Letizia Moratti da assessore al Welfare e vicepresidente di Regione Lombardia, è chiaro che erano un qualcosa da me atteso. Moratti ha fatto quello che non ha avuto il coraggio di fare Fontana, cioè di prendere atto che non c’era più fiducia. Perché il rapporto fiduciario non c’era, l’ho detto più volte tempo fa: un assessore non è eletto, ma nominato sulla base di un rapporto fiduciario dal sindaco o dal presidente della regione. Mi viene da dire che le cose, stavano così ormai da parecchio tempo”.
Infine, arriva la stoccata a Fontana da parte del M5S, nelle parole del Capogruppo del Movimento in Lombardia Nicola Di Marco:
“Dopo i fatti di oggi, riteniamo che questa disastrosa esperienza di governo debba terminare. Attendiamo le dimissioni a ruota dello sfiduciato presidente Fontana, alla guida di una Giunta inoperosa e bloccata dalla fuga degli assessori verso il Parlamento. La farsa è terminata, Moratti, chiamata a salvare il centrodestra dai disastri del duo Fontana-Gallera e dall’incapacità di gestire la pandemia, se ne va sbattendo la porta, certificando il fallimento di questa Giunta. Fontana, ancora una volta, non ha avuto la forza di decidere e ha atteso passivamente l’ennesimo ceffone. Il primo vero atto degno di essere ricordato dell’assessore Moratti, da quando si è insediata, è quello di sfiduciare il governo della Lombardia e quello nazionale. Il culmine del suo lavoro è stato quindi il comunicato di oggi. Un percorso studiato a tavolino verso la propria candidatura, che di fatto ha dimenticato le esigenze dei cittadini lombardi”.