NAPOLI – Difficile che un vero personaggio anticamorra riesca a parlare di politica ma quando quest’ultima non riesce a mantenere le promesse fatte agli indigenti con il rischio di far aumentare criminalità e degrado allora diventa difficile stare in silenzio.
È quello che è avvenuto nel quartiere Don Guanella dove don Aniello Manganiello – prete per 16 anni a Scampia ha combattuto la criminalità organizzata, strappando alla manovalanza della camorra tantissimi giovani e per questo minacciato e vessato dalla criminalità organizzata fu costretto a denunciare alcuni esponenti del clan Lo Russo. Da vero personaggio anticamorra rifiutò anche la scorta che la Prefettura gli consigliò di usare – attraverso il suo profilo ha denunciato le negligenze dell’Amministrazione Manfredi che continua imperterrita ad inviare minori indigenti nei centri educativi senza risolvere però l’aspetto economico con il conseguente stato di insolvenza di diciotto mesi.
Ecco quanto scrive il prete anticamorra sul proprio profilo social: “La cura, l’accompagnamento educativo e formativo dei minori che vivono in condizioni familiari difficili e in povertà, la refezione nei centri educativi, a Napoli, non sono servizi indispensabili. Non sono servizi indispensabili? Questo è quanto sostiene Palazzo San Giacomo, cioè il Comune di Napoli. Sono gli stessi che sostengono in maniera assoluta il reddito di cittadinanza!! Ma ci rendiamo conto delle contraddizioni presenti in queste persone? Eppure tutte le amministrazioni che si sono alternate dal 1994 hanno sempre sostenuto che la cura, l’ attenzione ai minori era la priorità e la preoccupazione maggiore. Tra l’ altro ,voglio rammentare che il sindaco ha sottoscritto con l’ arcivescovo di Napoli il Patto educativo per Napoli. Di certi impegni ci si dimentica troppo in fretta. Quelli che attualmente amministrano la città fanno parte della stessa famiglia e dello stesso orientamento politico. Stanno sconfessando quello che hanno affermato gli altri precedentemente. Certo osservando, da esterno la città, mi convinco che c’è molto poco di indispensabile: i trasporti (ieri ho percorso a piedi il tratto che separa il rione don Guanella dalla basilica della Vergine del Buon Consiglio di Capodimonte ( 3,5 km) e non è transitato un bus), la metro, carro bestiame, il verde, le strade, la cura degli spazi, il degrado e l’ abbandono in cui versano le strutture sportive. Mi convinco sempre di più che per il Comune non c’è nulla di indispensabile, tant’è che non hanno cura di niente. E perché non lo ammettono? Perché così i cittadini continuano a pensare che tutto va bene. Cari napoletani sveglia! Torniamo ai minori di questa città. I centri educativi, pur avendo ospitato centinaia e centinaia di minori, anche in tempi di COVID, non ricevono le rette, per i bambini, ragazzi, inviati nei centri dai servizi sociali del Comune di Napoli, da ben 18 mesi. È una vergogna! Perché il Comune invia ai centri educativi i minori pur sapendo di non poter pagare? Perché vuole procurarsi consensi e gradimento da parte dei cittadini, con i soldi degli altri. Abbiate il coraggio di firmare il dissesto finanziario, fareste più bella figura! E intanto da Napoli ,ogni anno, scappano via 27.000 napoletani in cerca di una qualità della vita migliore e di maggiore sicurezza”.