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CAIVANO, il M5S batte tutti, PD e Forza Italia perdono vertiginosamente

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CAIVANO – La mappa elettorale nell’ultimo paese a nord di Napoli non è poi tanto così diversa dal resto del meridione d’Italia che ha visto una netta vittoria del Movimento 5 stelle. Un seria riflessione però è dovuta al 61,36% conquistato dal partito pentastellato di Di Maio sul territorio caivanese. Il voto riconosciuto ai grillini in realtà denota ancor di più il degrado delle nostre zone, infatti è più che naturale che in un territorio ad alta densità di povertà il voto si dirotta verso un partito che promette un reddito di cittadinanza che garantisce una conduzione di vita sopra la soglia minima di povertà. Ed è così che la metamorfosi caivanese si trasforma dal 19,6% del 2013 al risultato sopra riportato. Un incremento di circa 7600 voti in più rispetto alle scorse elezioni politiche precedenti. Una cosa è certa, questo risultato è frutto della campagna mediatica messa su dal Movimento di Di Maio e non certo frutto del lavoro dei suoi simpatizzanti sul territorio, visto che anche in vista delle amministrative continuano a rimanere nell’ombra e continuano, imperterriti, nonostante la debacle del 2015, a relegarsi nel affitto sterile di una cameretta a mo’ di circoletto per anziani pur di comunicare che esistono e a qualche eventino a mo’ di associazione pur di non effettuare un gazebo domenicale e vomitare in faccia alla vecchia politica tutto quello che non funziona sul proprio territorio. Anche perché più che vomitarlo in faccia ai politicanti dovrebbero avere gli attributi di gridarlo in faccia ai mafiosoni che hanno ridotto l’antica necropoli di Atella nel più grande supermercato della droga. D’altronde tutti giurano che nessuno di loro si è messo in politica per fare il martire, forse, stando ai fatti, per aspirare ad un posto al sole a poco meno di quattordicimila euro al mese, chissà.

Non vanno meglio, anzi al contrario, le cose per Forza Italia che dal primo partito caivanese nel 2013 incassano una sonora sconfitta passando dai 6113 voti di cinque anni fa a 3800 di ieri. Cosa avranno da festeggiare quelli che brindano al secondo partito di Caivano non è dato sapere, visto che il parterre de roi osservato l’altro giorno all’Hotel Tricolore fa tanto pensare che il partito azzurro per collezionare consensi alle prossime elezioni amministrative ricorreranno ad un accordo con UDC, infatti la presenza folta di alcuni esponenti del partito dell’ex sindaco Falco ne è la testimonianza. Al contrario dei grillini invece, la debacle di Forza Italia è tutta da attribuire a chi gestisce il partito del cavaliere sia a Caivano che in Campania, infatti ricordiamolo pure che le alte sfere regionali hanno preferito affidare la bandiera tricolore di Forza Italia nelle mani di chi ha sfiduciato il sindaco del proprio partito con metodi poco trasparenti, ricorrendo al mero strumento della firma dal notaio, piuttosto di scendere sul territorio, capirne i motivi e affidarlo nelle mani di chi, oggettivamente, ne poteva custodire pregio e consensi. Tanto è vero che così come la gestione Monopoli lo ha portato ad essere il primo partito a Caivano, portandolo ad eleggere perfino il sindaco, così la gestione Mellone lo ha portato alla chiusura della sede prima, la sfiducia del sindaco poi e la perdita di 2313 voti alle politiche infine. Tutti dati oggettivi inoppugnabili, i fatti sono questi ed è proprio per questo che gli esponenti azzurri a Caivano possono festeggiare forse qualche cerimonia, comunione o matrimonio chissà, ma la vittoria delle elezioni proprio no, ecco perché ci domandiamo ancora cosa avranno mai da festeggiare.

A “lutto” invece è il Partito Democratico del segretario Antonio Angelino che con tutti i suoi sforzi, il candidato che lui sponsorizzava, ossia Antonio Falcone non è andato oltre il 10% attestandosi al 9,08% di gran lunga dietro anche allo Sgarbi nazionale. In realtà queste ultime elezioni non hanno fatto altro che evidenziare la delusione dei cittadini caivanesi al pastrocchio messo su da Forza Italia e PD nel far cadere l’ex sindaco e far finire di relegare il Comune gialloverde nel degrado più assoluto con buche per strada aumentate e immondizia sui marciapiedi sempre presenti.

Per quanto riguarda i partiti minori c’è da registrare l’abnegazione e il successo legato ad essa di Maria Fusco che pur essendo candidata in quarta posizione nel proporzionale per “Noi con l’Italia” è riuscita a collezionare più consensi di Liberi ed Uguali rappresentato all’Uninominale dalla sua concittadina Maria Donesi. Anche se per diritto di cronaca è giusto informare che nessuna delle due riesce a varcare la soglia di Palazzo Madama.

 

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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