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Politica

SAN PRISCO, Cinotti incompatibile, i consiglieri di Liberamente Insieme chiedono la sua “testa”

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SAN PRISCO – Quello delle incompatibilità di consiglieri e assessori è un tema che interessa molto il comune a nord di Caserta. Pare che di politici nel comune ai piedi del Tifata siano finiti e per questo che ci si rivolge ad una classe dirigente incompatibile. Infatti, dopo la presunta incompatibilità di Prisco Sbordone paventata da alcune denunce fatte da addetti ai lavori e cittadini sanprischesi in merito ad un cambio di destinazione d’uso arbitrario che lo stesso assessore avrebbe fatto eludendo il PRG vigente e dopo quella di Francesco Monaco e Pasqualina Abbate per aver aperto controversie contro il Comune. Questa volta tocca al consigliere Francesco Cinotti, il quale ha rivestito il ruolo di avvocato difensore dell’ente e pertanto è finito sotto la lente d’ingrandimento dell’opposizione.

Ad aggravare la posizione del Cinotti è il parere della Prefettura di Caserta inviato al sindaco Domenico D’Angelo all’indomani di una richiesta da parte del primo cittadino circa proprio l’incompatibilità dei consiglieri comunali che avessero espletato funzioni da professionisti esterni. Infatti, stando a quanto dichiarato dal Prefetto Ruberto, il Consigliere Cinotti risulterebbe incompatibile secondo i comma 1 e 2 dell’art. 63 della L. 267 del 2000.

C’è da precisare inoltre che un cavillo della legge avrebbe messo a riparo il consigliere se solo attualmente lo stesso non avesse ricoperto ancora il ruolo di difensore del Comune. Invece siccome le vecchie controversie sono ancora in atto, Cinotti risulta esserne ancora il curatore.

Ecco perché i consiglieri di Liberamente Insieme hanno deciso di chiedere la convocazione di un Consiglio comunale, indicando come ordine del giorno proprio l’eventuale incompatibilità di Cinotti che una volta accertata non deve fare altro che ratificare le dimissioni, visto che una persona dichiaratamente costituita di parte nella difesa dell’ente comunale non può in alcun modo garantire l’imparzialità che detta la sua carica elettiva.

A questo punto, visto che si parla di incompatibilità, il Presidente del Consiglio ha dieci giorni di tempo per convocare l’Assise pubblica pena la denuncia alla prefettura degli stessi richiedenti. A quel punto poi sarà il Prefetto a sollecitare affinché il Presidente del Consiglio convochi il Consiglio Comunale. Ovviamente, visto e considerato che i soggetti interessati sanno bene di cosa sono accusati e se saranno riscontrate tali accuse sarebbe meglio evitare imbarazzi. Quindi il suggerimento sarebbe, onde evitare figuracce prima a loro e poi all’amministrazione, di recarsi all’ufficio protocollo e rassegnare le proprie dimissioni prima ancora che la cosa venga discussa in Consiglio comunale.

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POLITICA

Nomine Ue, il Pd: “Auguri a Raffaele Fitto, ma noi mai con i nazionalisti”

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Il responsabile Esteri del Pd, Peppe Provenzano, nell’Aula della Camera ha augurato buon lavoro a Raffaele Fitto in Ue rimarcando al contempo che “nessuna apertura politica ci potrà essere per noi in quella commissione a nazionalismi in Ue”.

Provenzano ha quindi invitato ad un “approfondimento” politico su quanto affermato da Fitto, sostenendo che “i toni trionfalistici di Foti (il capogruppo di FdI alla Camera che aveva parlato di vittoria dell’Italia e di Meloni, ndr) sono “smentiti”.

“In audizione Fitto ha contraddetto tutte le posizioni politiche portate avanti da questa maggioranza” affermando “l’impegno a perseguire l’interesse europeo non solo secondo i trattati ma anche secondo le linee guida presentate a luglio da von der Leyen” per esempio nella “difesa del green deal da possibili arretramenti”, ha aggiunto.

“Nell augurare buon lavoro a Fitto con l’auspicio che” faccia “il commissario europeo” in modo “migliore” di come ha fatto “il ministro, ritengo che tutti insieme – e il Pd lo farà – dovremo impegnarci pertanto a provare a portare avanti un processo di integrazione”, ha affermato il dem. 

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Dal Mondo

Corte penale internazionale: mandato di arresto internazionale per Netanyahu per ‘crimini di guerra’

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La Camera preliminare I della Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il premier israeliano Benyamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant nell’ambito della guerra a Gaza “per crimini contro l’umanità e crimini di guerra” commessi almeno dall’8 ottobre 2023 fino ad almeno il 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura ha depositato le domande di mandato di arresto”, riferisce una nota parlando di “un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza”.

La Camera preliminare I della Corte penale internazionale “ha emesso all’unanimità un mandato di arresto per Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri, comunemente noto come Deif”, il capo militare di Hamas che Israele ritiene di aver ucciso in un bombardamento sulla Striscia di Gaza lo scorso luglio.

Lo si legge in una nota della Corte la quale spiega che, dopo ulteriori richieste di informazioni a Israele e Palestina, la Camera preliminare “non è in grado di stabilire se Deif sia stato ucciso e sia ancora in vita”. Pertanto, ha emesso il presente mandato d’arresto contro Deif “per presunti crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi sul territorio dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina almeno dal 7 ottobre 2023”. La nota ricorda inoltre che la Procura aveva chiesto anche l’arresto di “altri due importanti leader di Hamas, vale a dire Ismail Haniyeh e Yahya Sinwar”, ma le richieste sono state ritirate “dopo la conferma della loro morte”. “L’accusa – prosegue la nota – continua a indagare sui crimini nel conflitto in corso e prevede che verranno presentate ulteriori domande di mandato d’arresto”.

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Attualità

Il nuovo Codice della strada è legge: come cambiano regole e sanzioni

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Il nuovo Codice della Strada è legge. Entrerà in vigore nelle prossime settimane, dopo la promulgazione del Presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Ma intanto il testo ottiene il via libera del Senato, dopo quello della Camera del 27 marzo scorso.

Cavallo di battaglia del vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, il rinnovato CdS aggiorna le regole approvate nel 1992 con una serie di novità, che vanno dalla stretta alla guida sotto effetto di alcol e droghe a quella sull’uso dei telefoni in auto, passando per i nuovi limiti di velocità o ai neopatentati, ma non solo.

GUIDA IN STATO DI EBREZZA:
– se il tasso alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 g/l si riceve una sanzione tra 573 e 2170 euro, con la sospensione della patente da 3 a 6 mesi.
– se il tasso alcolemico è compreso tra 0,8 e 1,5 g/l si è puniti con la doppia sanzione, detentiva e pecuniaria, con la sospensione della patente da 6 mesi a 1 anno.
– se il tasso alcolemico è superiore a 1,5 g/l la contravvenzione è punita con una sanzione detentiva e pecuniaria e sospensione della patente da 1 a 2 anni.

CELLULARI:
– la sanzione per chi guida con lo smartphone andrà da un minimo di 250 euro a un massimo di 1000 euro.
– la sospensione della patente può arrivare a tre mesi e si aggiunge la decurtazione da 8 a 10 punti.
– mini sospensione automatica della patente per chi viene sorpreso al volante con lo smartphone in mano.

DROGHE, VELOCITÀ E ANIMALI:
– per chi risulterà positivo ai test anti-droga scatterà la revoca della patente e la sospensione di tre anni
– sanzione da 173 a 694 euro a chiunque superi di oltre 10 km/h e di non oltre 40 km/h i limiti massimi di velocità
– revoca e sospensione della patente da sei mesi ad un anno per chi abbandona gli animali in strada. Inoltre si rischiano fino a sette anni di carcere se questo causa un incidente con morti e feriti.

MONOPATTINI:
devono essere dotati di assicurazione, targa e frecce, ed è obbligatorio l’uso del casco. Inoltre, si potrà circolare con i monopattini solo sulle strade urbane con limiti sotto i 50 km/h e non più sulle piste ciclabili e nelle isole pedonali.

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