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Cronaca

Fondi Covid-19 per sostenere macellerie, sequestro a figlio boss

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Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, ha dato esecuzione in Marano di Napoli ad un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche “per equivalente”, di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per circa 245.000 euro nei confronti del figlio di un esponente di un noto clan attivo nell’area nord del capoluogo campano.

Nel corso delle contestuali perquisizioni sono stati sequestrati anche denaro contante, oggetti d’oro, orologi di pregio, effetti cambiari, polizze assicurative, depositi e titoli bancari.
Le indagini, eseguite dagli specialisti del Gruppo Tutela Spesa Pubblica, con il supporto dei colleghi del G.I.C.O. dello stesso Nucleo e del Comando Provinciale, hanno avuto la finalità di reprimere le indebite percezioni di contributi e finanziamenti pubblici garantiti dallo Stato durante l’emergenza sanitaria da Covid-19.

Infatti, la normativa antimafia preclude a determinati soggetti condannati per reati di tipo associativo e/o colpiti da interdittiva antimafia l’accesso a pubbliche provvidenze, siano esse sotto forma di contributi, finanziamenti
e/o altre agevolazioni.
Gli accertamenti eseguiti avrebbero consentito di accertare come il citato soggetto, legato da vincoli parentali ad ambienti della criminalità organizzata, pur essendo colpito da interdittiva antimafia, omettendo le relative informazioni in sede di richiesta di benefici economici connessi all’emergenza covid-19, avrebbe indebitamente percepito sostegni finanziari pubblici.

L’attività dei finanzieri di Napoli si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte dal Corpo a contrasto delle frodi nel settore della spesa pubblica, al fine di assicurare il sostegno alla corretta attribuzione di importanti risorse pubbliche e a favore dell’imprenditoria sana, soprattutto in un momento caratterizzato dalla crisi economica legata all’emergenza pandemica.

Castellammare di Stabia

Castellammare di Stabia, 30 genitori aggrediscono maestra: ora insegnante indagata

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È stata iscritta nel registro degli indagati la docente di sostegno aggredita la scorsa settimana da un gruppo di circa trenta genitori presso la scuola Salvati di Castellammare di Stabia. Si tratta di un «atto dovuto» da parte della procura, come riportato dal quotidiano Metropolis, per permettere accertamenti sul cellulare dell’insegnante, sequestrato dopo la denuncia di cinque genitori. Questi ultimi hanno riferito agli investigatori dell’esistenza di una chat tra la docente e alcuni alunni, in cui sarebbero stati condivisi audio e video con contenuti a sfondo sessuale.

Continua anche l’inchiesta riguardante la spedizione punitiva organizzata da diversi genitori, avvenuta presso la scuola del quartiere Scanzano. Durante l’incidente, oltre alla docente, è rimasto ferito anche il padre dell’insegnante, intervenuto per difendere la figlia.

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Cronaca

Scampia, scoperto deposito abusivo di rifiuti con oltre 40 elettrodomestici

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Nell’ambito delle attività di contrasto al fenomeno dell’illecito abbandono e gestione illecita dei rifiuti, personale Polizia Locale Unità Operativa Scampia, in via Anna Maria Ortese, ha scoperto un deposito illecito di Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) dove erano stati illecitamente stoccati 43 grandi elettrodomestici come lavatrici, caldaie, televisori, forni.

Sul posto è stato sorpreso un 39enne napoletano intento ad asportare varie parti elettriche e ferrose. La Polizia Locale ha provveduto al sequestro penale dell’area, di proprietà comunale, ove erano stati stoccati i rifiuti e a deferire all’autorità giudiziaria il trentanovenne per i reati di gestione illecita di rifiuti e invasione di suolo pubblico.

Nel corso della stessa operazione sono stati sanzionati con una multa da 51,64 euro due soggetti che conferivano rifiuti domestici fuori orario ed in contenitori non idonei.

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Cronaca

Torre del Greco, denuncia marito violento e fa scoprire giro d’usura

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Una donna ha denunciato le violenze subite dal marito, portando alla scoperta di un usuraio seriale a Torre del Greco. Un uomo di Torre Annunziata è stato arrestato con diciotto capi d’imputazione, di cui quindici per usura, due per estorsione e uno per possesso di armi. I carabinieri della stazione di Boscoreale lo hanno colto in flagrante mentre, insieme al nipote, riscuoteva 300 euro in interessi da una delle sue vittime.

Le indagini sono iniziate dopo la denuncia della donna, che ha rivelato come il compagno fosse frustrato dai debiti accumulati con usurai. I carabinieri hanno così avviato un monitoraggio, riuscendo a identificare l’usuraio tramite intercettazioni telefoniche. È emerso che l’uomo aveva rapporti con almeno sette vittime, a cui chiedeva mensilmente somme tra 100 e 500 euro.

Le intercettazioni hanno rivelato la pressione esercitata dall’indagato sulle vittime, che includeva minacce e intimidazioni. Le dichiarazioni delle vittime hanno confermato le accuse e svelato il modus operandi dell’usuraio, che sfruttava la vulnerabilità di commercianti in difficoltà. Dopo l’arresto, i carabinieri hanno perquisito l’abitazione dell’uomo e un suo terreno, trovando circa 20.000 euro in contante, gioielli, orologi di valore e un’arma da fuoco illegalmente detenuta.

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