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Cronaca

Addio a Letizia Battaglia: colei che ha raccontato la Mafia con le sue foto

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La sua morte è passata quasi inosservata, nel marasma generale che ci vede protagonisti, divisi tra guerra e Covid-19. Eppure, Letizia Battaglia, rappresenta uno spaccato della nostra storia, raccontata attraverso le sue fotografie, le immagini struggenti a cui ha dovuto assistere e che ha dovuto documentare.

Letizia Battaglia è fuggita da Palermo, la sua città natale, perché la faceva sentire prigioniera di una condizione che la soffocava e che non sentiva sua. Tuttavia, a Palermo, ci tornava sempre, profondo com’era il legame con le sue origini. Oggi, nel parlare della sua morte, all’età di 87 anni, ci vengono in mente tutte le istantanee che hanno fatto la storia: dal suo primo soggetto, Pier Paolo Pasolini, passando per i morti ammazzati, le mogli delle vittime e le sorelle disperate, divenute il manifesto e il simbolo delle vicende di Mafia.

Era il suo lavoro, che ha sempre svolto con grande passione e professionalità, per mostrare all’Italia intera l’orrore di quelle stragi. La sua assunzione al quotidiano L’Ora, per volere dell’allora direttore Vittorio Nisticò, fu la svolta della sua carriera. Infatti, poté documentare tutti gli avvenimenti storici di quegli anni in Sicilia, le stragi di Mafia, gli imputati del maxiprocesso, tra cui Tommaso Buscetta che parlava con Giovanni Falcone o i politici, come Giulio Andreotti, accusato di avere rapporti con Cosa Nostra.

L’archivio di Letizia Battaglia è diventata un’immensa galleria di personaggi ma anche un giacimento di memoria. Pertanto, lo scatto più drammatico e al contempo più evocativo, è quello che riprende Sergio Mattarella mentre cerca di soccorrere il fratello Piersanti, abbattuto dai sicari della Mafia. Il suo grande impegno civile non verrà mai dimenticato, nonostante il brutto male che la affliggeva da tempo, ce l’ha portata via per sempre.

Cronaca

Paura ad Aversa, rissa tra ragazzini in zona Seggio: i dettagli

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Episodio di violenza avvenuto ieri sera ad Aversa, dove si è consumata una rissa tra due gruppi di ragazzini.

Secondo le prime informazioni, il primo gruppo era in evidente stato di alterazione dovuto probabilmente all’alcol, quando si è incrociato con l’altro gruppo dando vita ad una rissa. Il motivo sarebbe la richiesta di una sigaretta da parte del primo gruppo, ma al rifiuto dell’altra banda si sarebbe scatenata una furiosa discussione con calci e pugni ai membri secondo gruppo.

Pertanto le vittime sono tutte minorenni e hanno sporto denuncia ai carabinieri per i fatti accaduti in zona Seggio. Indagini in corso per rintracciare i responsabili.

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Cronaca

Napoli, baby gang picchia a colpi di casco il titolare di un takeaway: la denuncia

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Era lo scorso 13 ottobre quando il titolare di un takeaway sito in piazza Monteoliveto a Napoli è stato aggredito e picchiato da quattro giovani.

Secondo le prime informazioni i quattro stavano consumando uno snack all’esterno del locale, quando gli si è avvicinato l’uomo per rimproverarli del troppo casino. A quel punto però, è nata una discussione sfociata ben presto in una rissa, con i quattro che hanno afferrato i caschi e colpito violentemente il malcapitato, che per difendersi ha usato come arma uno sgabello.

Pertanto, tale episodio è giunto all’attenzione del deputato Francesco Emilio Borrelli, che ha così commentato:

“Ancora una volta il cuore della città è teatro di violenze ad opera di baby-gang. L’ennesimo episodio che dimostra quanto questi ragazzini siano educati e pronti alla reazione violenta, spesso senza che vi siano reali motivi scatenanti, e motivati ad arrecare quanti più danni possibili agli avversari/vittime attraverso anche l’utilizzo di armi bianche, improvvisate o addirittura da fuoco. Più danni possibili vuol dire anche arrivare ad uccidere, come successo troppo spesso e come potrebbe ancora capitare se non si argina il fenomeno con misure preventive, con una riforma della giustizia minorile e con un programma sociale di rieducazione totale. Le strade sono sempre più in mano ai giovani criminali e in particolare il centro storico sta diventato invivibile e sempre più simile ai peggiori quartieri malfamati dei paesi del Terzo Mondo”.

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Cronaca

Blitz dei carabinieri tra Scalea, Cetraro e Ancona: sgominata rete di spaccio nel Cosentino

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Blitz dei carabinieri tra Scalea, Cetraro e Ancona, dove all’alba di stamane sono state eseguite quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti indagati.

Stando ad una prima ricostruzione è stata smantellata una presunta associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, dedita allo spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi comuni da sparo, nonché lesioni personali aggravate dal metodo mafioso.

Le indagini hanno consentito di accertare l’operatività a Scalea, nel Cosentino, di un sodalizio criminale dedito allo spaccio di stupefacenti di vario tipo, principalmente cocaina, che si riforniva di narcotico da due canali di approvvigionamento, uno napoletano, l’altro cetrarese.

Pertanto le acquisizioni investigative hanno permesso di ricostruire la dinamica di un’azione ritorsiva da parte dei membri del sodalizio ai danni di un soggetto che aveva assunto un comportamento evidentemente ritenuto oltraggioso nei confronti di alcuni indagati.

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