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NAPOLI, Beni Comuni De Magistris: “Relazione Associazionismo-Movimentismo fondamentale”

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NAPOLI – “Ringrazio il Csv e tutto il mondo del volontariato di porre sempre il focus sui beni comuni”. Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a margine della fiera dei beni comuni, inaugurata questa mattina a piazza del Gesù, che vede come attori principali le associazioni del terzo settore. “I beni comuni hanno caratterizzato sin dall’inizio l’azione politica della nostra amministrazione”, spiega il primo cittadino, “lo stanno facendo in maniera anche innovativa e avere una relazione, un dialogo e un’intesa così forte con il mondo dell’associazionismo e del movimentismo è fondamentale perché si costruisce una società che mette al centro la persona, con i suoi diritti, le fragilità, e si dà l’idea di come si può costruire una società anche economicamente più giusta, da un punto di vista ambientale più sostenibile, che dà più forza ai diritti e che attua la Costituzione repubblicana”.

“Bisogna farlo anche col diritto”, prosegue l’ex pm, “infatti noi come amministrazione abbiamo fatto molte delibere sui beni comuni”. “Il bene comune è il bene di tutti”, conclude il numero uno di palazzo San Giacomo, “quindi, per farlo vivere in maniera potente, devi mettere insieme chi amministra e la comunità amministrata. Il concetto di bene comune tradizionale, come l’acqua ad esempio, è superato: anche un pezzo di territorio può rappresentare un bene comune e, se la comunità se ne riappropria, diventa un bene che ha un valore economico, sociale, collettivo e anche di contrasto alle illegalità”.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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