Resta sintonizzato

Dal Mondo

Guerra Russia-Ucraina, Stoltenberg: “Non invieremo truppe”, “Mosca deve finirla con le minacce nucleari”

Pubblicato

il

UCRAINA -“La Nato non è parte del conflitto. Sosteniamo l’Ucraina, ma non siamo parte del conflitto e non invieremo truppe. Dobbiamo comprendere che è estremamente importante dare aiuto all’Ucraina e stiamo aumentando i sostegni, ma è anche estremamente importante prevenire che questo conflitto diventi a pieno titolo una guerra tra Nato e Russia. Il messaggio dagli Alleati è molto chiaro: non invieremo soldati”. Lo ha spiegato Stoltenberg, segretario generale dell’Alleanza Atlantica.

“Domani – ha proseguito il Segretario – gli alleati forniranno ulteriore sostegno alla Nato” tra cui “equipaggiamenti per la cyberdifesa e contro le minacce chimiche, radiologiche e nucleari”.

“Siamo pronti a fare un passo avanti in molti modi. Ma per esempio, sulla richiesta di una zona autorizzata, abbiamo affermato che non imporremo una ‘no-fly zone’ perché riteniamo che molto probabilmente scatenerà una guerra a tutti gli effetti tra la Nato e l’Ucraina e la Russia”, ha aggiunto. Per poi proseguire spiegando che una no-fly zone significherebbe “eliminare i sistemi di difesa aerea russi in Russia, che stanno coprendo lo spazio aereo sopra l’Ucraina, e che questo molto probabilmente porterà a un conflitto a tutti gli effetti”. Invece è necessario assicurarsi che “la guerra non esca dall’Ucraina” perché “una guerra tra Nato e Russia causerebbe maggiore distruzione”.

Stoltenberg ha poi rivolto un appello direttamente alla Russia, parlando delle preoccupazioni che il conflitto degeneri in una guerra nucleare: “Mosca deve finirla con le minacce nucleari. La Russia deve smetterla di brandire le armi nucleari. Questo è molto pericoloso ed irresponsabile. La Nato è qui per difendere e proteggere tutti i suoi Alleati e mandiamo un messaggio chiaro alla Russia: la guerra nucleare non può essere vinta e non dovrebbe mai essere combattuta”.

Dal Mondo

Corte penale internazionale: mandato di arresto internazionale per Netanyahu per ‘crimini di guerra’

Pubblicato

il

La Camera preliminare I della Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il premier israeliano Benyamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant nell’ambito della guerra a Gaza “per crimini contro l’umanità e crimini di guerra” commessi almeno dall’8 ottobre 2023 fino ad almeno il 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura ha depositato le domande di mandato di arresto”, riferisce una nota parlando di “un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza”.

La Camera preliminare I della Corte penale internazionale “ha emesso all’unanimità un mandato di arresto per Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri, comunemente noto come Deif”, il capo militare di Hamas che Israele ritiene di aver ucciso in un bombardamento sulla Striscia di Gaza lo scorso luglio.

Lo si legge in una nota della Corte la quale spiega che, dopo ulteriori richieste di informazioni a Israele e Palestina, la Camera preliminare “non è in grado di stabilire se Deif sia stato ucciso e sia ancora in vita”. Pertanto, ha emesso il presente mandato d’arresto contro Deif “per presunti crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi sul territorio dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina almeno dal 7 ottobre 2023”. La nota ricorda inoltre che la Procura aveva chiesto anche l’arresto di “altri due importanti leader di Hamas, vale a dire Ismail Haniyeh e Yahya Sinwar”, ma le richieste sono state ritirate “dopo la conferma della loro morte”. “L’accusa – prosegue la nota – continua a indagare sui crimini nel conflitto in corso e prevede che verranno presentate ulteriori domande di mandato d’arresto”.

Continua a leggere

Dal Mondo

Corte dell’Aja, Shell vince in appello contro gli ambientalisti

Pubblicato

il

I giudici olandesi hanno respinto l’appello da parte di gruppi ambientalisti che sostenevano che il gigante petrolifero Shell non faceva abbastanza per tagliare le proprie emissioni di gas serra, annullando una decisione storica del 2021.

“Il giudizio finale della corte è che il ricorso di Milieudefensie (ong ambientalista, n.d.r.) non può essere accolto. La Corte d’Appello annulla quindi il giudizio originale”, ha detto la giudice Carla Joustra alla Corte d’Appello dell’Aja. 

Un tribunale olandese di primo grado tre anni fa fa aveva stabilito che Shell doveva ridurre le sue emissioni di carbonio del 45% al 2030, poiché stava contribuendo ai “terribili” effetti del cambiamento climatico. Sia Shell che i gruppi ambientalisti avevano fatto appello. La sentenza del 2021 era stata vista come una vittoria storica per gli attivisti del clima che avevano fatto causa: Milieudefensie, la branca olandese di Friends of the Earth, e altri sei gruppi. 
I giudici di appello hanno sostenuto invece che “Shell sta già facendo che quello che ci si aspetta”. La società “deve dare un contributo appropriato agli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi – ha detto la giudice Joustra -. Tuttavia, la legislazione climatica esistente non fornisce una percentuale specifica di riduzione per le singole società”.

Continua a leggere

Dal Mondo

“Una pizza numero 40, per piacere” e arrivava la cocaina: tre persone in manette

Pubblicato

il

La polizia tedesca ha smantellato un caso che sembra uscito direttamente da un film.

Al centro dell’indagine, una pizzeria di Düsseldorf, utilizzata come copertura per il traffico di cocaina nascosta sotto le pizze.

Tutto è iniziato a marzo, quando un ispettore del lavoro ha rinvenuto tracce di cocaina nella cucina del locale, scatenando l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno rivelato un sistema ben organizzato.

I clienti che ordinavano la pizza numero 40 ricevevano non solo la pizza, ma anche la droga nascosta sotto di essa.

Sebbene i dettagli sugli ordini e i costi non siano stati resi noti, è emerso che il proprietario, un 36enne di origine croata, era coinvolto in una rete criminale.

La scorsa settimana, la polizia ha arrestato tre persone, tra cui un giovane tedesco di origine russa, considerato il capo dell’organizzazione. L’operazione ha portato al sequestro di 1,5 kg di cocaina, 400 g di cannabis, 280.000 euro in contanti, orologi di lusso e armi, trovati nell’appartamento del proprietario.

Nonostante un breve rilascio, il titolare ha ripreso le sue attività illecite, fino a quando, in agosto, è stato arrestato definitivamente e la pizzeria è stata chiusa.

Le indagini hanno rivelato che l’organizzazione gestiva anche serre di cannabis in diverse proprietà, tra cui una a Mönchengladbach con 300 piante. L’operazione, che ha coinvolto oltre 150 agenti e perquisito 16 proprietà in 9 città, ha smantellato l’intera rete criminale.


(fonte: worldy.it)

Continua a leggere

Popolari

Copyright © 2020 Minformo - Testata giornalistica reg. 20/2016 Tribunale Napoli Nord - Direttore Responsabile Mario Abenante - info@minformo.com - Privacy Policy