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Napoli

NAPOLI, Anna Ulleto su esclusione gruppo misto dalle commissioni: “”Mortificata la rappresentatività”

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NAPOLI – Napoli. La nomina delle commissioni speciali sul “Patto per Napoli” e sulle “Universiadi” scatena la polemica in Comune. Il consigliere Anna Ulleto, del “gruppo misto”, contesta il criterio di scelta utilizzato non in linea coi principi di trasparenza e di rappresentatività. “E’ come se ci fosse un sistema trasversale che punta a tenere fuori dagli organismi di controllo chi non fa parte dello steccato – dichiara Anna Ulleto – tant’è che si è tenuto fuori dalle commissioni non solo la sottoscritta ma pure il consigliere Andrea Santoro. Chi e perché ha deciso di escludere due gruppi rappresentativi? Andremo avanti decisi perché non consentiremo che si possa calpestare la trasparenza e la partecipazione chissà in nome di quali interessi da tutelare”.

E ancora: “Al Comune – dichiara Anna Ulleto – pare che vi sia una regola strana: chi minaccia e alza la voce viene premiato. E’ il caso del presidente Vincenzo Moretto, il quale ha alzato il tiro sui consiglieri assenteisti nelle commissioni. Minacciando una denuncia alla Procura. Guarda caso, sarà una coincidenza, Moretto è stato eletto presidente. E la denuncia in Procura sugli assenteisti? Perché spara nel mucchio e non fa nomi? Moretto potrebbe spiegare chi sono i consiglieri che risultano presenti nelle commissioni quando invece sono assenti? Potrebbe spiegare se tra gli assenteisti che dovrebbe denunciare in Procura vi siano anche colleghi che lo hanno votato alla presidenza di commissione? Al Comune si sta rasentando il ridicolo. Comunque andremo avanti in una battaglia di legalità, di trasparenza e di rappresentanza. Spero che altri colleghi avvertano la sensibilità di rimediare ad una scelta scellerata frutto di uno strappo democratico maturato in queste ore”.

Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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