Uno dei casi più spinosi degli ultimi giorni, è sicuramente quello del rientro a scuola visto che da un lato, abbiamo il Governo che tramite il Ministro Bianchi, ribadisce il ‘tutti in classe’ il 10 gennaio, mentre dall’altro lato ci sono le amministrazioni locali, l’Ordine dei Medici, i sindacati e i presidi, che chiedono di rinviare o almeno posticipare di 15 giorni, il ritorno tra i banchi. A tal proposito, è intervenuto anche il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, il quale ha annunciato la non riapertura per medie, elementari e scuole dell’infanzia, poiché a suo dire, “non ci sono le condizioni minime di sicurezza”.
Tuttavia, questo tentativo di De Luca, sarà stroncato sul nascere dal Governo, che ha annunciato l’intenzione di impugnare la decisione, anche se sarà necessario un passaggio in Consiglio dei Ministri, fissato per il prossimo 13 gennaio. In particolare, nel decreto legge approvato lo scorso 24 dicembre, è stata prorogata la norma che limita esclusivamente alla zona rossa, la possibilità agli enti locali di ‘derogare alle disposizioni’ dell’esecutivo in tema di focolai ed elevata diffusione del virus.
Pertanto, come conferma anche l’Assessore all’Istruzione della Regione Puglia, Sebastiano Leo, “essendo in zona bianca, non ci sarebbero i presupposti giuridici per un’eventuale ordinanza sulla riapertura delle scuole“. In alcuni comuni della Calabria e della Puglia la ripresa delle lezioni è stata, comunque rinviata al 15 gennaio, alla luce dell’elevato numero di contagiati. Tutto ciò, stona con il Decreto Legge del 5 gennaio, il quale introduce nuove regole per la gestione delle quarantene:
Alla materna, in presenza di un positivo in classe, scatta la sospensione delle attività per 10 giorni mentre alle elementari, con un solo caso, si applica la sorveglianza, che prevede un tampone al primo e al quinto giorno dalla scoperta del caso e con due, si va in DAD per 10 giorni. Invece, per medie e superiori, la norma prevede tre diversi step: con un caso di positività, si continua ad andare a scuola in presenza e si applica l’auto-sorveglianza e l’obbligo di mascherine FFP2; con due casi, chi è vaccinato con il booster o guarito da meno di 4 mesi resta in classe, i non vaccinati e i vaccinati e guariti da più di 120 giorni, vanno invece in DAD; con 3 positivi, tutta la classe resta a casa e segue le lezioni da remoto per un tempo massimo di 10 giorni. Con queste nuove regole, secondo una proiezione fatta da ‘Tuttoscuola’, tra dieci giorni circa 200 mila classi rischiano di dover interrompere la didattica in presenza.