ITALIA – “Gli ultimi anni sono stati molto difficili per il nostro Paese, come per il resto del mondo. Mi riferisco alla pandemia e alla crisi economica, che hanno colpito soprattutto i più deboli. Ma, in questi mesi, l’Italia ha dimostrato, ancora una volta, di saper reagire alle crisi più dure con coraggio, determinazione, unità”. Lo ha detto il premier Mario Draghi alla Conferenza degli ambasciatori in corso alla Farnesina.
“Voglio ricordare il vostro collega, l’ambasciatore Luca Attanasio, ucciso brutalmente nella Repubblica Democratica del Congo con il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milàmbo. Sono morti per aver fatto il loro lavoro, in un contesto difficile, come quello in cui operano molti di voi. Ai loro cari va la mia più sentita vicinanza” ha aggiunto Draghi auspicando.”
“L’altra priorità – ha proseguito il presidente del Consiglio nel suo intervento – è la gestione della nuova fase della crisi sanitaria. La campagna di vaccinazione ci ha permesso di salvare vite e di riaprire l’economia, le scuole, i luoghi della nostra socialità. L’arrivo della stagione invernale e la diffusione della variante Omicron ci obbligano però alla massima cautela nella gestione dei prossimi mesi”. E ha aggiunto: “Medici, infermieri, volontari hanno somministrato oltre 106 milioni di dosi di vaccino – uno sforzo senza precedenti nella storia recente”.
Il premier è intervenuto anche sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza definendo la sua attuazione “la prima sfida”. “Nei prossimi cinque anni, dobbiamo investire 191,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri fondi per un totale di 235 miliardi di euro. Ci siamo impegnati a ridurre i divari, accelerare la transizione digitale ed ecologica, migliorare la scuola, la sanità e a riformare in modo profondo l’economia. Il Pnrr non è il piano di rilancio di questo governo. È il piano di tutto il Paese. Spetta a tutti – politici, funzionari, imprenditori, parti sociali – contribuire alla realizzazione in modo rapido, efficiente, onesto”.
Draghi ha poi ringraziato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio per il suo lavoro. “L’Italia ha avuto un ruolo centrale sulla scena internazionale. L’attività di Governo dal punto di vista della politica estera è stata molto intensa, e per questo voglio ringraziare il ministro Di Maio e tutti voi diplomatici”, ha detto.”Sotto la presidenza italiana, il G20 ha fatto passi avanti molto significativi sul fronte della tassazione globale, della distribuzione di vaccini, della lotta al cambiamento climatico”. “Il nostro è stato un multilateralismo efficace, che parte dalla consapevolezza che i fenomeni globali richiedono risposte collettive”.
Il contrasto alla pandemia non è una questione soltanto interna, ma un tema centrale per la politica estera. Durante la presidenza del G20, abbiamo incoraggiato la comunità globale a “vaccinare il mondo”, per aiutare i cittadini dei Paesi più vulnerabili e ridurre il rischio di nuove varianti. L’Italia sostiene l’ambizione di vaccinare il 70% della popolazione di tutti i Paesi entro metà 2022. Quest’obiettivo ora deve essere raggiunto”.
Il presidente del Consiglio ha toccato anche alcuni “nodi” di politica estera, tra cui la Libia, tema sul quale “dobbiamo proseguire con il nostro impegno per la piena stabilizzazione del Paese – ha detto – seguendo il percorso tracciato dalle Nazioni Unite. È un processo che deve rimanere a guida libica, che la comunità internazionale deve sostenere e accompagnare. Nonostante il rinvio del voto del 24 dicembre, è importante che ci siano quanto prima elezioni libere, credibili e inclusive che possano unire il Paese e portare a una pace duratura”. Quanto all’Afghanistan, Draghi ha sottolineato che “abbiamo organizzato un vertice straordinario per coordinare una risposta comune sui temi degli aiuti umanitari, della lotta al terrorismo, della mobilità. Nonostante questo vertice la crisi diventa sempre più grave, come leggiamo oggi sui giornali”.
Infine, “ora è essenziale che l’Unione europea adotti una gestione condivisa, umana e sicura – all’altezza dei nostri valori. Servono corridoi umanitari dai Paesi terzi verso l’Europa che impegnino anche altri Paesi europei, non solo l’Italia. E servono accordi di rimpatrio giusti ed efficaci. Anche in questo, l’Unione europea può svolgere un ruolo di guida”.
Draghi ha ricordato “il Trattato del Quirinale che abbiamo firmato il 26 novembre e che segna un momento storico nelle relazioni tra Italia e Francia. E il lavoro sul “piano di azione” che abbiamo avviato con la Germania e che porterà a un maggior coordinamento politico tra i due Paesi. Grazie alla politica estera l’Italia è più forte, più influente, più credibile”.
“Grazie alla politica estera l’Italia è più forte, più influente, più credibile. Lo stesso spirito di collaborazione, la stessa determinazione, lo stesso orgoglio di rappresentare l’Italia ci deve accompagnare anche il prossimo anno. – ha aggiunto – Abbiamo davanti sfide significative, da cui dipende la nostra credibilità davanti ai cittadini e ai nostri partner”.
In conclusione il premier ha lanciato un invito “a valorizzare ulteriormente il ruolo delle donne nella diplomazia. Il raggiungimento di una effettiva parità di genere è un obiettivo che dobbiamo perseguire ovunque – nel settore pubblico e privato. So che questa Amministrazione si sta adoperando in questo senso”.