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Bufera giudiziaria sui servizi sociali. Indagati la lady welfare Flauto e l’ex Senatore Nespoli. Disagio per l’Assessore Fortini.

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NAPOLI – Bufera nel mondo delle Politiche Sociali a nord di Napoli e Caserta. Ovviamente nulla di nuovo per la nostra testata giornalistica – solo conferme di un buon lavoro di indagine – che da sempre vanta di essere l’unica che ha sempre acceso i riflettori su un Sistema ben rodato atto a manipolare e turbare bandi di evidenza pubblica per favorire ditte amiche o vicine ai clan camorristici.

È quanto è emerso da un’indagine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Direzione Distrettuale Antimafia finalizzata all’accertamento e alle responsabilità di alcuni reati, tra i quali corruzione, turbativa d’asta, concussione, intestazione fittizia, emissione di fatture false per operazioni inesistenti aggravati dall’agevolazione mafiosa in ambito dei Servizi Sociali.

Sono stati notificati 20 avvisi di garanzia ad Eufrasia Del Vecchio (sorella di Carlino Del Vecchio) affiliato al clan dei Casalesi, il sindaco di Sparanise Salvatore Martiello, Luca Borrelli, Gennaro Bortone, Tommaso Capezzuto, Pasquale Capriglione, Carlo D’Angelo, Orlando Diana, Giulio Fappiano, Sofia Flauto, Ilaria Iorio, Alessandra Iroso, Vincenzo Nespoli, Rodolfo De Rosa, Luigi Lagravanese, Marcella Lancia, Stanislao Natale, Luana Picazio, Maria Giovanna SparagoMaurizio Zippo.

Da quello che emerge dalle indagini ci sarebbe una forte commistione tra i clan casalesi e alcune attività inerenti i servizi sociali. A partire dal 1998, tali attività sono state sempre gestite dai coniugi Zippo Massimo e Del Vecchio Rosanna, con la partecipazione di Zagaria Regina, madre di Del Vecchio. Il nucleo familiare appena descritto risulta essere imparentato a doppio filo con la famiglia Schiavone, nonché coinvolto con ruolo di primissimo piano (promotori ed organizzatori) in rilevanti inchieste della Procura Distrettuale Antimafia sul clan dei casalesi.

Dalle indagini risulta che la Eufrasia Del Vecchio, detta “Esia”, commercialista, era la vera mente delle cooperative sociali facenti capo alla sua famiglia storicamente legata al clan dei casalesi. Si è accertato poi che tutti i membri della famiglia fanno capo a lei per ogni tipo di problema.

Le due principali cooperative risalenti a tale sistema sono risultate essere “Agape Service srl” e la “EDV Service società cooperativa”. Successivamente, poiché finite sotto i riflettori della magistratura, le due società vengono sciolte e ne nascono altre, coinvolgendo così le figure di Diana Orlando, Bortone Gennaro, Capriglione Pasquale, Del Vecchio Eufrasia, Lagravanese Luigi, Flauto Sofia, Grassi Massimiliano e Zippo Maurizio che in tale contesto compivano le attività volte a partecipare alle gare per la gestione dei servizi attraverso le società cooperative loro riconducibili direttamente o indirettamente.

Chi spicca maggiormente nelle indagini e fa di nuovo capolino negli atti giudiziari è la lady welfare Sofia Flauto con il suo ex marito Luigi Lagravanese che, come risulta dalle indagini, non hanno mai spezzato il loro legame, almeno quello professionale.

La lady welfare è presente in più capitoli della informativa del 3 novembre 2021 ed è accusata di Concussione, Turbata libertà di incanti, Associazione di tipo mafioso anche straniere e Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio consumatisi in vari comuni come Caserta, Aversa, Afragola, Frattamaggiore e Castellammare di Stabia. Insomma una posizione di indagine non proprio di basso profilo.

Sofia Flauto, nella sua posizione, in realtà mette in serio disagio la figura dell’Assessore alle Politiche Sociali Lucia Fortini che prima, durante e dopo la campagna elettorale delle scorse regionali del 2020, l’ha presentata come sua amica fidata, nominata anche membro del suo staff in Regione Campania nonché membro della Task Force Covid-19 e insieme hanno anche presieduto ad alcuni eventi elettorali, come quello di Frattamaggiore – comune interessato dalla Flauto nelle indagini – organizzato dal Consigliere Pasquale Del Prete, cognato del funzionario Rodolfo De Rosa, anche quest’ultimo indagato di cui parleremo poi. Non solo.

Sofia Flauto donna di fiducia dell’assessore Regionale Lucia Fortini e della dott.ssa Rossella Paliotto, Presidente della Fondazione Banco di Napoli è stata più volte all’attenzione dei media per il suo passato politico e imprenditoriale. Con Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, n. 216 del 9 novembre 2021, nella ricostituzione dell’Organismo Territoriale di Controllo (OTC) Campania-Molise, con numero repertorio 141/2021, in rappresentanza della Regione Campania, veniva indicata come membro effettivo.

È da evidenziare che, la Flauto, nel mandato precedente era stata sempre indicata dalla Fortini e dopo alcuni mesi dalla validità e attività dell’organismo in questione, si dimise  dall’OTC.
Allora ci chiediamo: dovrebbe nuovamente dimettersi o comunque potrebbe essere necessario ed urgente attivare la sospensione cautelare?

La Flauto è indagata anche per fatti inerenti l’Ambito n. 19, per il quale la nostra testata più volte ha denunciato varie anomalie sul “monopolio” che le cooperative “Eco” e “Ker” – la prima gestita direttamente dalla lady welfare e la seconda indirettamente – avesse attuato sugli affidamenti sociali nel comune normanno. Dalle indagini si scopre che a completare il quadro del Sistema afragolese ci sono anche l’ex Senatore Enzo Nespoli, indagato in questo caso, per Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, Turbata libertà di incanti e Associazione di tipo mafioso, stessi reati contestati anche alla dirigente dell’Ambito n.19 Alessandra Iroso che secondo le indagini avrebbe ricevuto, insieme a Francesco Affinito – in qualità di RUP – doni e utilità di varia natura, per Affinito oggetti preziosi, per la Iroso assunzione di personale alle dipendenze delle Società Cooperative “Eco” e “Quadrifoglio 2012”, le stesse che in ATI poi hanno giovato dell’affidamento del servizio integrativo al nido denominato “spazio bambine e bambini”. L’ex Senatore in tutto questo scenario è stato individuato come il determinatore assoluto delle condotte della Iroso e di Affinito.

Un’altra conoscenza della nostra testata è il dirigente Rodolfo De Rosa anch’egli finito sotto la lente di ingrandimento della magistratura e accusato Turbata libertà di incanti, Associazione di tipo mafioso anche straniere e Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. I comuni interessati dalle indagini dove il De Rosa svolgeva la propria attività di funzionario statale sono Frattamaggiore ed Aversa, nello specifico al cognato del Consigliere Comunale di Frattamaggiore Pasquale Del Prete gli viene contestato l’affidamento del servizio “Supporto ai Servizi Sociali professionali dell’Ambito n.25 affidato alla Cooperativa “Eco” in cambio di doni di varia natura consistenti in oggetti preziosi per compiere, in qualità di Coordinatore d’Ambito nonché Commissario e Presidente delle Commissioni aggiudicatrici presso il Comune di Pomigliano d’Arco, atti contrari ai doveri d’ufficio riferibili ai rispettivi ruoli esercitati e finalizzati a turbare una serie indefinita di gare. Altre accuse simili pendono sulla testa del dirigente frattese anche per il ruolo ricoperto all’interno dell’Ambito n.17 nello specifico nel Comune di Orta di Atella in provincia di Caserta.

Insomma un vero e proprio disagio per il Consigliere Pasquale Del Prete che in occasione della Campagna elettorale delle scorse regionali, mise di fronte l’uno all’altro l’Assessore Fortini, la lady welfare Sofia Flauto e suo cognato Rodolfo De Rosa e la cosa più triste di quella giornata, pensandoci col senno di poi, è che oltre ad essere occasione per campagna elettorale, la lady welfare era anche reduce di una serie di affidamenti diretti elargiti direttamente dalla Regione Campania sui campi estivi finanziati con fondi per la ripresa dal Covid-19 e in quel contesto gli attori appena citati si ergevano anche a formatori e relatori del mondo del sociale. Che amarezza!

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AFRAGOLA. Raccolta Rifiuti come a Giugliano? Parenti e amici di politici assunti dalle vecchie ditte del servizio igiene urbana

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AFRAGOLA – Da poco più di un mese nel comune normanno si è insediata la nuova ditta del servizio di igiene urbana, affidataria di un appalto di svariati decamilioni per la durata di nove anni. Un appalto mostruoso mai visto prima in tutto l’hinterland napoletano. A vincerlo è stata una ditta che ha sede legale a Imperia ma il cui Amministratore è di origini afragolesi.

Premesso che per una querela sporta ai danni dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli in merito proprio alle modalità che lo stesso voleva imporre alla funzionaria denunciante su come istruire l’indizione di gara sulla raccolta rifiuti, oggi è in corso un processo che vede coinvolti il dominus afragolese e l’attuale dirigente alle Finanze Marco Chiauzzi, oggi la nostra attenzione si focalizza su altre anomalie che riguardano lo stesso settore.

Prima che le chiavi del cantiere passassero nelle mani della Ecology srl il servizio era affidato alla Buttol mediante una gara indetta nell’ottobre del 2020 ma affidata nel dicembre 2021, quattordici mesi dopo e nel frattempo era sempre la Buttol ad espletare tale servizio, come? Non si sa. Ma andiamo oltre. La gara prevedeva l’affidamento per la durata di mesi 6+2 per un importo complessivo pari a € 4.009.967,62 iva esclusa di cui € 41.102,72 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso.

L’anomalia della nostra cronistoria sta nel fatto che la ditta Buttol, dopo la scadenza di 8 mesi previsti da questo affidamento abbia goduto di altre proroghe per altri 30 mesi per un valore pari a cinque volte a quello dell’affidamento previsto dal bando di gara.

Insomma. Per un appalto di circa 4 milioni di euro si è arrivati a far incassare alla ditta Buttol srl prima e Velia Ambiente srl poi una somma di 20 milioni di euro.

Ma le stranezze e le anomalie non finiscono qui. Fin dall’affidamento della prima gara ad oggi per quanto riguarda i 38 mesi presi in esame dal nostro articolo, non è stato mai firmato alcun contratto che potesse far valere un accordo tra le parti né dalla ditta Buttol srl e ne dalla ditta Velia Ambiente srl subentrata alla prima nello stesso appalto. Quindi le anomalie aumentano se si considera la possibilità di poter far subentrare una ditta in un appalto mai sottoscritto tra le parti.

Sarebbe tutto quasi normale se ci fermassimo qui. Invece no. L’Amministrazione Pannone su quest’affidamento si è superata. Oltre alle proroghe, sicuramente illegittime, che superano di gran lunga il valore dell’appalto iniziale e la mancanza delle firme sui contratti, quindi l’assenza di una legittimità da parte dell’azienda ad espletare il servizio, c’è da aggiungere, inoltre, che a tali ditte, prive di ogni legittimità – è bene ricordarlo sempre – sono stati affidati anche una serie di servizi aggiuntivi per diverse centinaia di migliaia di euro e la totale assenza di penali e ricorsi. Come se queste due ditte avessero sempre esplicato in maniera eccellente il proprio servizio di raccolta rifiuti.

Ma l’Amministrazione Pannone non si accontenta di farci chiudere le riflessioni sul vecchio appalto dei rifiuti in questo modo. Abbiamo ancora dell’altro. Poi non venissero a lamentarsi i cittadini sui costi esorbitanti della TARI. Da una parte devono uscire tutti questi soldi che beneficiano chissà chi. Ma andiamo avanti.

Durante questi 38 mesi queste due ditte hanno anche assunto del personale e da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che le due ditte abbiano anche ricevuto alcune pressioni da addetti ai lavori per far assumere parenti e amici e da quello che trapela, sembrerebbe che dietro ai camion della raccolta rifiuti ci siano finiti parenti o affini di consiglieri e/o di candidati nelle liste del Sindaco Pannone. Il dubbio che ci sovviene ora è: In che modo sono state assunte queste persone, tempo determinato o indeterminato? Hanno anche diritto al passaggio di cantiere e quindi sono finiti per essere dipendenti della nuova ditta? Lo scopriremo in questi giorni e vi daremo aggiornamenti.

Praticamente la vicenda somiglia tanto a quella di Giugliano che ha visto indagati il Sindaco Nicola Pirozzi e il vicesindaco Antonio Poziello. Solo che qui ad Afragola non si hanno traccia di mazzette e orologi di lusso e si spera tanto per l’Amministrazione ma soprattutto per il Sindaco Pannone, persona onesta, perbene e ottimo professionista, che il disegno portato avanti dai settori non sia lo stesso.

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AFRAOGLA. Processo SEAN. I PM della Corte di Appello chiedono la conferma della pena di primo grado. 8 anni di reclusione per Nespoli

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AFRAGOLA – In queste ore si è conclusa l’udienza di Appello al Processo “SEAN” che vede coinvolti l’ex Senatore Vincenzo Nespoli e il commercialista Maurizio Matacena accusati in relazione alla vicenda della bancarotta fraudolenta e riciclaggio. In riferimento al complesso residenziale in Afragola al rione San Marco.

I PM hanno chiesto la conferma delle condanne di primo grado, che per Nespoli prevedevano una pena di otto anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre per Maurizio Matacena la condanna ad anni quattro di reclusione e interdizione di 5 anni dai pubblici uffici.

Questa vicenda giudiziaria non è solo che la punta dell’iceberg che vede il vero dominus dell’Amministrazione afragolese coinvolto in altri procedimenti.

Infatti solo pochi mesi fa la stessa Corte di Appello conferma e condanna l’ex Senatore a 9 anni di reclusione in merito al processo “La Gazzella” accusato, anche in questo caso di bancarotta fraudolenta, riguardante il fallimento della società di vigilanza La Gazzella di Afragola, che presentava un passivo di 25 milioni di euro.

Per gli stessi fatti a Luglio scorso Nespoli è stato condannato dalla Corte di Appello di Napoli, quinta sezione civile, a risarcire il Curatore del fallimento de La Gazzella S.R.L. per i danni arrecati alla società e ai suoi creditori. La somma complessiva, aggiornata alla data della decisione, ammontava a € 16.231.428,71. Inoltre, Nespoli si dovette farsi carico anche delle spese legali dei due gradi di giudizio relative alla controversia, quantificate in € 127.729,00.

A dicembre è stata fissata la data per le arringhe difensive degli avvocati di Nespoli e Matacena. Una volta concluse le arringhe, si attende la sentenza entro la fine dell’anno o, al limite, nel primo bimestre del nuovo anno.

Tempi duri per il deus ex machina dell’Amministrazione afragolese. Per lui l’anno prossimo sarà un anno molto intenso che si spera, lo vedrà un po’ più occupato nelle sue faccende personali e un po’ più lontano dalla vita pubblica afragolese.

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AFRAGOLA. Il Parco residenziale che doveva sostituire il Cinema Splendido non sarà più costruito. Annullato in autotutela il PDC.

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AFRAGOLA – Sono passati cinque mesi da quando l’Ufficio Tecnico del Comune di Afragola rilascia il Permesso di Costruire legato ad una Convenzione Urbanistica che vedeva la monetizzazione degli standard urbanistici nel lotto di terreno dove una volta sorgeva il Cinema Splendido.

Rilasciato il Permesso, iniziano i lavori di abbattimento di quello che fino a poco tempo fa rappresentava un luogo di aggregazione e di cultura. La ditta firmataria della Convenzione e richiedente del PDC nonché esecutrice dei lavori di abbattimento e ricostruzione è la Ditta Gralise Costruzioni srl di Afragola.

All’indomani di questo provvedimento amministrativo si è messa in moto una macchina investigativa che ha perfino interessato gli alti piani della Procura della Repubblica di Napoli, infatti tante sono state le visite delle Forze dell’Ordine delegate che in questi cinque mesi hanno raccolto documenti ed escusso quasi tutti i funzionari comunali coinvolti nell’iter burocratico inerente la Convenzione di cui sopra, fino ad arrivare alle ore 14:42 di oggi pomeriggio quando al protocollo compare la determinazione della sospensione dei lavori e di avvio del procedimento di annullamento in autotutela del Permesso di Costruire sopra citato.

Ma cosa è successo di così tanto grave al punto da scomodare la Procura della Repubblica? A un certo punto si è messa in moto una imponente azione info investigativa e in pochi giorni sono stati escussi dalla caserma dei carabinieri di Afragola funzionari e dirigenti comunali, l’ingegnere dell’urbanistica Valerio Esposito, Maria Pedalino e quattro responsabili dell’ufficio Gare e Appalti.

L’oggetto delle investigazioni era quello di verificare se prima del rilascio della Convenzione e della relativa produzione edilizia si è provveduto a fare le verifiche preliminari e quello che è emerso è che le verifiche preliminari sono state fatte in maniera tardiva e soprattutto sono state effettuate sulla base di autocertificazioni ma la cosa più eclatante emersa è che il richiedente del Permesso era detentore di un debito tributario di circa € 130mila nei confronti del Comune di Afragola e per i regolamenti dei tributi e regolamento di contabilità con tale difformità non avrebbe mai potuto firmare quella convenzione.

Allora le domande che ci poniamo sono: Se non si fosse mossa la Procura, per giunta una Sezione non di competenza territoriale dato che Afragola è sotto la giurisdizione di Napoli Nord, quindi non è escluso un interessamento diretto del Procuratore Capo di Napoli e della DDA, il Comune di Afragola nello specifico l’Amministrazione Pannone avrebbe mai sospeso questi lavori? Perchè i controlli non sono stati fatti prima di far firmare la Convenzione e prima dell’abbattimento del Cinema Splendido? Saremmo mai stati messi in grado di sapere tali difformità nell’iter burocratico al netto delle indagini?

A tal proposito, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, per le stranezze attuate dall’Ufficio Tecnico circa l’andamento burocratico di certi provvedimenti, anche la concessione edilizia di via Ciaramella sarà annullata in autotutela perché, allo stesso modo, dopo aver abbattuto l’immobile pre esistente, dagli uffici competenti si sono accorti che in quella porzione di area nel sottosuolo dovrà sorgere la stazione della Metropolitana. Insomma una sprovvedutezza tale da mettere l’Ufficio Tecnico ancor di più sotto la lente di ingrandimento.

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