Resta sintonizzato

Economia e Finanza

Comune di Napoli considera la chiusura dei locali alle 23, Di Porzio: “disastro per economia”

Pubblicato

il

NAPOLI – Il presidente di Fipe-Confcommercio Campania, Massimo Di Porzio, protesta contro la proposta avanzata all’interno del Comune di Napoli per arginare la movida violenta. La proposta prevedere. Queste le parole di Massimo Di Porzio, riportate da Il Denaro:

L’obbligo di chiusura alle 23 di bar e ristoranti durante la settimana produrrebbe un disastro per le imprese e per il Turismo, senza risolvere in alcun modo il problema della mala-movida. Questo provvedimento colpirebbe indiscriminatamente tutti i bar ed i ristoranti, non solo quelli legati alla Movida, proprio nel momento in cui stanno faticosamente recuperando le enormi perdite dovute al Covid ed alle limitazioni di questi ultimi due anni.

Oltretutto la chiusura di bar e ristoranti alle 23, sottolinea Di Porzio, “sarebbe anche un danno gravissimo per il Turismo: come possiamo giustificare agli occhi dei turisti una città, caso unico in Italia, che si autoimpone il coprifuoco alle 23? È come se ci mettessimo da soli, autolesionisticamente, in ‘zona gialla’.

È ampiamente dimostrato – prosegue – che chiudere prima i locali non scoraggia i ragazzi dal consumo di alcol per strada e dagli schiamazzi: ci siamo dimenticati che, quando c’era l’obbligo di chiusura alle 22 causa Covid, i giovani si assembravano indisturbati per strada per bere e fare rumore?

Siamo pienamente disponibili a ragionare in maniera seria sulla regolamentazione degli orari e su una disciplina più rigorosa delle nuove aperture, sull’inasprimento delle sanzioni a carico degli esercizi che non rispettano le regole, e perciò chiediamo agli Assessori De Jesu ed Armato di riceverci con urgenza: abbiamo proposte precise ed immediatamente realizzabili da sottoporgli, ivi compreso un codice di autoregolamentazione per gli esercenti che potrebbe essere di grande aiuto per isolare chi non rispetta le regole.

Ma, per favore, evitiamo assolutamente di farci del male da soli con proposte farebbero solo danno alla città ed a imprese e lavoratori già massacrati dall’emergenza Covid”, conclude Di Porzio.

Economia e Finanza

La sfida dell’Irpef: ridurla fino a 50mila euro

Pubblicato

il

Alleggerire l’Irpef per i redditi fino a 50mila euro.

E’ la nuova sfida che il governo potrebbe realizzare con la prossima manovra economica. Rappresenterebbe un nuovo passo in avanti rispetto all’ultimo intervento che ha ridotto – ma solo per quest’anno – le aliquote da quattro a tre, con un beneficio soprattutto per i redditi bassi.

Il nodo rimane però sempre lo stesso, quello delle risorse. Che, conti alla mano, potrebbero non essere di poco conto. Tutto comunque dipenderà dalla riuscita dell’operazione ‘concordato preventivo biennale’. Il governo ha semplificato e reso conveniente questo strumento pensato per le partite Iva ma in concreto la prima scadenza di pagamento con le adesioni è prevista per il 31 ottobre prossimo e solo dopo sarà possibile verificare le risorse.

Intanto è già caccia alle risorse per confermare quanto già approvato per quest’anno. Non solo il taglio del cuneo e la prima tranche dello sconto Irpef, ma anche le decontribuzioni per le mamme lavoratrici. Proprio su quest’ultimo capitolo sembrano arrivare prime certezze. Non solo per confermare lo sgravio, ora limitato ad un solo anno per le mamme lavoratrici con soli due figli, ma anche per estenderlo dalle dipendenti alle lavoratrici professioniste, alle mamme con partita Iva.

La nuova sfida Irpef, comunque, non è una suggestione. Il vice-ministro all’economia, Maurizio Leo, non aveva nascosto già dal novembre scorso, quando si decise la riduzione da 4 a 3 aliquote l’obiettivo di fare ulteriori passi avanti per i redditi fino a 50.000 euro. Un mantra che ha ripetuto più volte a anche in una recente intervista.

Continua a leggere

Economia e Finanza

Napoli chiama Milano per gestire il patrimonio immobiliare: MM come partner della nuova società di Palazzo San Giacomo

Pubblicato

il

La Newco per il patrimonio arriverà in giunta a strettissimo giro e si chiamerà con ogni probabilità “Napoli Patrimonio” e gestirà l’intero patrimonio del Comune. 

La novità è che il Comune ha attivato «interlocuzioni di carattere politico – si legge nel corpo della delibera proposta dall’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta – per esplorare la possibilità di attivare una collaborazione istituzionale con li Comune di Milano anche per li tramite della sua società in house MM Spa che gestisce l’Erp (Edilizia pubblica residenziale) per Milano e Bergamo finalizzata».

La sostanza è che da un lato la costituzione delle nuova Società corrisponde alla necessità di una gestione dello sterminato patrimonio di Palazzo San Giacomo tesa a valorizzare lo stesso. Dall’altro è il primo passo concreto per dare seguito all’ultimo pezzo dell’attuazione del “Patto per Napoli” cioè la riorganizzazione delle aziende comunali. Perché Milano come partner? Perché MM è un colosso che funziona già da mezzo secolo e ha un know how unico non solo per la gestione del patrimonio, ma anche per altri rami che riguardano i servizi delle amministrazioni locali. Una operazione “pubblico-pubblico” che garantisce la valorizzazione del patrimonio con una gestione totalmente pubblica. La delibera serve a liberare definitivamente NapoliServizi dalla gestione degli immobili comunali e costituire per quest’ultima una nuova strategia e finalità: sarà una società “Global service”. Si occuperà di verde, impianti sportivi e impianti comunali, servizi cimiteroale e servizi scolastici, anche qui il nuovo piano industriale è in via di redazione. NapoliServizi infatti continuerà a lavorare sul patrimonio – sull’ordinario – fino al 31 dicembre. Dal Primo gennaio la palla sarà tra i piedi della Newco. In autunno – in ogni caso – tutte le Partecipate dovranno avere una loro mission ben definita che deve avere come bussola «i principi di efficienza, di efficacia e di economicità».


(fonte: ilmattino.it)

Continua a leggere

Attualità

Lunedì nero con il crollo delle Borse, si teme l’effetto domino: potrebbe innescare una recessione

Pubblicato

il

La Borsa di Tokyo chiude con un deciso rimbalzo la seduta di oggi dopo il drammatico calo di ieri.

L’indice Nikkei ha registrato un’impennata del 10,23% salendo a 34.675,46 punti. L’indice Topix ha invece chiuso a +9,3% a 2.434,21 punti. 

Dopo una storica “svendita” dovuta alle preoccupazioni per l’economia americana e al rafforzamento dello Yen la Borsa di Tokyo oggi è rimbalzata già dall’inizio degli scambi.

“Si prevede che il mercato inizierà nettamente al rialzo, poiché dovrebbe eseguire un rimbalzo naturale dopo il crollo di ieri mentre il dollaro-yen si muove verso il deprezzamento dello yen”, ha detto Monex. 

Le Borse europee si muovono attorno alla parità dopo una partenza leggermente positiva e il crollo di diversi mercati alla vigilia: gli indici azionari del Vecchio continente ondeggiano incerti, con Piazza Affari che sale dello 0,2% in un clima che rimane molto nervoso e volatile. Bene Seul e Taiwan, piatti i listini cinesi.

A Wall Street la bolla si sta sgonfiando, si teme l’effetto domino. Ci si chiede se sarà un crollo confinato ai mercati o se si innescherà una recessione.

Continua a leggere
Pubblicità
Pubblicità

Popolari

Copyright © 2020 Minformo - Testata giornalistica reg. 20/2016 Tribunale Napoli Nord - Direttore Responsabile Mario Abenante - info@minformo.com - Privacy Policy