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Il rischio di una escalation del conflitto con la Corea del Nord è enorme

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A seguito dei recenti test nucleari da parte di Pyongyang, molti paesi della comunità internazionale hanno pressato la Cina per utilizzare la sua leva economica significativa per frenare in Kim Jong-un.

Gli Stati Uniti appoggiano questa strategia che, però, presenta delle criticità notevoli, anche se è una buona alternativa all’uso della forza.

Al contempo Pyongyang sta tentando di stabilire un potenziale nucleare credibile da usare contro gli Stati Uniti per garantire la sua sicurezza. Per questo motivo la Corea del Nord ha bisogno di condurre ulteriori test nucleari e costruire altri missili. Se Pechino vuole forzare Pyongyang ad abbandonare il suo obiettivo di sicurezza nazionale, non ha altra scelta se non tagliare la linea di salvataggio economico e energetico della Corea del Nord e portare il suo vicino più piccolo all’orlo del crollo economico.

Una tale politica aumenterebbe le probabilità che il regime nordcoreano possa cadere, un risultato che la Cina teme di più e che ha convinto Pechino a mantenere il suo percorso politico sulla Corea del Nord ancora per qualche tempo.

Misure minime, come le sanzioni commerciali o le restrizioni temporanee per la fornitura di gas, petrolio e carbone, non costringerebbero Pyongyang a fermare l’armamento nucleare. In questo modo, la leva della Cina sulla Corea del Nord è molto difficile da usare.

Ma cosa sarebbe accaduto se la Cina avesse usato il sistema della pressione economica sulla Corea del nord?

In primo luogo la Corea del Nord, probabilmente, risponderebbe alla pressione con una grande escalation, scatenando provocazioni, cyberattacks e azioni militari contro la Corea del Sud, Giappone o Stati Uniti. Tali azioni potrebbero suscitare ulteriori escalation militari sulla penisola coreana e sollevare lo spettro della guerra e del crollo della Corea del Nord. Di fronte a tale crisi, gli Stati Uniti e la Cina continueranno la pressione mortale su Pyongyang anche se i costi economici nazionali internazionali comincerebbero a lievitare? E in tal caso, riuscirebbero a mantenere una linea comune?

Mentre l’escalation sarebbe estremamente pericolosa per la Corea del Nord, sarebbe però in linea con le sue azioni passate. Pyongyang non si è mai allontanato dall’escalation, come dimostra l’affondamento del Cheonan, i cyberattacchi a Sony e le minacce recenti a Guam.

Mettere sotto pressione la Corea del Nord avrebbe un costo enorme, in quanto essa non sarebbe più in grado di svolgere il ruolo di mina vagante nucleare e potenzialmente suicida per trarre vantaggio dalla comunità internazionale.

Alla Corea conviene di più, allo stato attuale, provare a completare il suo armamento nucleare, provocare gli Stati Uniti e la Cina, consapevole che nessuno può prevedere la fine di questo gioco.

In secondo luogo, stressare duramente Pyongyang potrebbe portare all’esito che molti temono: la caduta della Corea del Nord, la disgregazione della sua economia e, soprattutto se accoppiata ad un’azione militare, potrebbe produrre una rivoluzione, il crollo del regime o un colpo di stato interno con conseguenze terrificanti.

Se la dinastia Kim inizia a decadere, non avrebbe interessi a limitare le minacce nucleari e l’uso effettivo delle armi nucleari come ultimo atto di vendetta da parte di un regime morente o, in ultima analisi, di un tentativo disperato di evitare una rivoluzione.

La caduta del regime della Corea del Nord potrebbe anche scatenare un diluvio di rifugiati in Cina, produrre una crisi umanitaria e la base per future rivendicazioni coreane al territorio cinese.

Pechino potrebbe anche trovarsi nella terribile posizione di dover occupare, pacificare e ricostruire e la Corea del Nord, tutte opzioni che avrebbero un costo economico enorme.

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Politica

Elezioni regionali 2025, Piantedosi chiarisce la sua posizione: “Sono onorato, ma faccio un altro mestiere”

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Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è intervenuto ieri sera durante la presentazione del libro di Italo Bocchino a Napoli, rispondendo alle domande dei cronisti sulla diffusione delle armi tra i giovani nel capoluogo campano. Ecco le sue parole:

“C’è un piano straordinario che stiamo affinando e che si alimenterà, realizzabile anche attraverso un notevole sforzo di attribuzione di altre risorse che faremo adesso da dicembre a gennaio, e comunque nei primi mesi dell’anno tra Polizia e carabinieri. Metteremo a disposizione delle risorse che saranno quasi tutte dedicate al rafforzamento di questi servizi, che saranno fatti in quadranti cittadini e in orari soprattutto notturni, che sono quelli in cui certi fenomeni hanno fatto registrare la maggiore incidenza”.

Poi, aggiunge: “C’è sicuramente questa grande iattura che riguarda soprattutto Napoli, non solo ma soprattutto Napoli, di una diffusione che crea una disponibilità soprattutto per i ragazzi. Siamo impegnatissimi su questo, sono grato al Prefetto Questore e autorità giudiziaria. Abbiamo avuto uno scambio proficuo di opinioni sul punto anche con il procuratore Gratteri, che ringrazio per il supporto che dà con l’attività giudiziaria che porta avanti ma anche per il contributo che dà all’attività di prevenzione. Io spero di poter ritornare quanto prima e di poter commentare e raccontare anche qualche risultato tangibile di quello che verrà messo in campo”.

Inoltre, il ministro ha risposto alle domande su una sua eventuale candidatura alle prossime elezioni regionali del 2025:

“Sono molto onorato e ringrazio persone come Cirielli, ma faccio un altro mestiere, il ministro dell’Interno; è molto difficile, per motivi soggettivi e oggettivi, che ci sia la mia candidatura. Non sarei un papa straniero, sono avellinese nato a Napoli, sono intimamente legato, ma è giusto che ci sia qualcosa che maturi dalla classe dirigente locale”.

Poi, conclude parlando del diverso peso che potrebbero avere i partiti del centrodestra:

“Segnalo che tutti i partiti del centrodestra registrano un margine di crescita, la stessa Lega registra in alcune province del Sud percentuali maggiori rispetto ad altre del nord e lo stesso accade per Forza Italia, lo dico non per contraddire il rapporto squilibrato tra i partiti, con Fdl che è accreditato al 30%”.

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Politica

Casalnuovo si prepara ad accogliere gli Stati Generali di Forza Italia: i particolari

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Il comune di Casalnuovo si prepara ad accogliere gli Stati Generali di Forza Italia per la Provincia di Napoli in vista delle elezioni regionali del 2025.

L’incontro si terrà domani, sabato 23 novembre, a partire dalle 16:30 presso Palazzo Lancellotti. Pertanto saranno presenti all’appuntamento vari sindaci, consiglieri e dirigenti azzurri per discutere del rilancio politico del territorio e del ruolo centrale di Forza Italia nella prossima campagna elettorale. Ad aprire i lavori sarà il senatore Francesco Silvestro, in qualità di Commissario Provinciale.

Inoltre sono previsti gli interventi degli amministratori locali, sindaci, consiglieri metropolitani, consiglieri regionali e dirigenti del partito azzurro. Le conclusioni politiche saranno affidate a due figure chiave del partito: l’onorevole Tullio Ferrante, Sottosegretario al MIT, e l’onorevole Fulvio Martusciello, Segretario regionale di Forza Italia Campania.

A chiudere l’incontro sarà il senatore Maurizio Gasparri, Capogruppo di Forza Italia al Senato, con un intervento sulle prospettive nazionali e regionali del partito.

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POLITICA

Nomine Ue, il Pd: “Auguri a Raffaele Fitto, ma noi mai con i nazionalisti”

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Il responsabile Esteri del Pd, Peppe Provenzano, nell’Aula della Camera ha augurato buon lavoro a Raffaele Fitto in Ue rimarcando al contempo che “nessuna apertura politica ci potrà essere per noi in quella commissione a nazionalismi in Ue”.

Provenzano ha quindi invitato ad un “approfondimento” politico su quanto affermato da Fitto, sostenendo che “i toni trionfalistici di Foti (il capogruppo di FdI alla Camera che aveva parlato di vittoria dell’Italia e di Meloni, ndr) sono “smentiti”.

“In audizione Fitto ha contraddetto tutte le posizioni politiche portate avanti da questa maggioranza” affermando “l’impegno a perseguire l’interesse europeo non solo secondo i trattati ma anche secondo le linee guida presentate a luglio da von der Leyen” per esempio nella “difesa del green deal da possibili arretramenti”, ha aggiunto.

“Nell augurare buon lavoro a Fitto con l’auspicio che” faccia “il commissario europeo” in modo “migliore” di come ha fatto “il ministro, ritengo che tutti insieme – e il Pd lo farà – dovremo impegnarci pertanto a provare a portare avanti un processo di integrazione”, ha affermato il dem. 

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