Il 1° settembre, in videoconferenza, si terrà la prima assemblea nazionale dei territori “Verso la costituzione di un nuovo soggetto politico”.
L’assemblea è promossa da attivisti e portavoce in buona parte provenienti dal M5S di quasi tutte le regioni d’Italia, costituitisi in coordinamento dei territori. Senza darsi etichette predefinite essi intendono portare chiara e forte la voce dei territori stessi, dai quali può venire l’impulso ad accelerare il processo di costituzione di un nuovo soggetto politico che senza nostalgie possa anche riprendere, guardando avanti, quel tanto di buono che fu nell’esperienza storica del M5S dal 2009 al 2018. Senza con ciò pretendere di ricostruire pari pari ciò che considerano per ogni effetto estinto.
L’esigenza di costruire nel paese una forte, autentica opposizione al governo Draghi, oggi realmente sostenuta in parlamento solo da un pugno di coraggiosi, si accompagna a quella di dar vita a una forza che sappia declinare una effettiva democrazia partecipata come propria cifra organizzativa, guardando anche a insegnamenti illustri come quello di Gianroberto Casaleggio, rifuggendo dalle degenerazioni verticistiche e personalistiche tipiche di un partito politico top-down.
Occorre analizzare gli errori passati, aprire una discussione per un programma di trasformazione radicale della società italiana e definirne le priorità. Occorre uno sforzo organizzativo non burocratico che, partendo dall’esistente, cerchi di unire tutte le energie disponibili alla costruzione di un soggetto politico che sappia esprimere quelle istanze diffuse fra le cittadine e i cittadini, da qualcuno definitivamente abbandonate, ma tuttora vive, attuali, in attesa di risposte e soluzioni concrete sia di tenore nazionale che locale tenuto anche conto delle diversità ed esigenze specifiche dei singoli territori.
Si tratta anche di coinvolgere in un progetto inclusivo associazioni, comitati, soggetti civici territoriali, attraverso una rete di attivisti che operi soprattutto localmente, avendo una visione politica nazionale.
Nel partito di Conte e Grillo, per esempio, il nuovo statuto ha di fatto cancellato l’autonoma, spontanea iniziativa dei gruppi territoriali. Occorre, al contrario, fare di essi la colonna portante di una forza che in ogni luogo d’Italia quotidianamente si rapporti con le comunità locali raccogliendone le istanze.
L’assemblea nazionale dei territori del 1° settembre non nutre certo l’ambizione di elevarsi a sede costituente di alcunché, intende invece sollecitare per quanto possibile l’accelerazione del relativo processo chiamando a raccolta da ogni parte d’Italia coloro che ritengano essere ciò un’impellente necessità morale e politica.
Per chi davvero ha creduto nella necessità di battersi contro il sistema della politica corrotta ed estranea agli interessi dei cittadini, ciò che doveva essere il cambiamento culturale e politico è diventato parte del sistema. Ripartire dai territori unendo chi sempre ci crede è quanto oggi va fatto per il futuro dell’Italia, per il bene comune e perché nessuno sia mai lasciato indietro.
Seguiranno comunicazioni anche per i dettagli dell’evento.
Coordinamento dei Territori, soggetto promotore