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CAIVANO, dopo la caduta di Monopoli si profilano i primi movimenti

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CAIVANO – Dopo le dimissioni dei tredici consiglieri comunali che hanno causato la caduta dell’amministrazione Monopoli accolte Sabato mattina scorso dalla Polizia Locale – e questo è un dato che rafforza la tesi dell’ammutinamento degli agenti, teorizzata da Minformo, visto che il Sabato, in base alla decisione presa autonomamente, gli uffici dovevano restare chiusi –  è cominciato il tam tam delle opinioni a mezzo Facebook. La stragrande maggioranza dei cittadini ha capito il senso della caduta del primo cittadino e i motivi che hanno spinto i dissidenti ad agire in quel modo e per questo, gli stessi, chiedono a Monopoli di ricandidarsi e portare a termine la sua missione di ripristino di legalità. Dal lato dei “dissidenti”, invece, a difenderli ci sono solo i famosi “cappucci”, i fanfake di cui si parlava nello scorso editoriale, con a capo “Arnoldo Sensi” – evidentemente il creatore di questo profilo fake, tenta di scimmiottare il nome del famoso spin doctror di Renzi Filippo Sensi chissà – Fatto questo che dimostra largamente la differenza di stile dove il sindaco Monopoli in tutto quello che fa e dice ci mette sempre la faccia assumendosi le sue responsabilità parlando direttamente ai cittadini, come fatto appunto stamattina attraverso il manifesto affisso tra le strade della città, dove ha puntato il dito contro i quattro dissidenti di Forza Italia, definendoli “Traditori di Caivano”. Mentre al di là dei post di rito di Giuseppe Mellone, la macchina del fango costituita da vari profili social anonimi, ha cominciato la sua attività contro il sindaco e il suo entourage cercando di limitare i danni verso l’opinione pubblica, visto che, come scritto sopra, la gente ha compreso i reali motivi dello scioglimento. Adesso però archiviate le reazioni e verificata la mobilitazione popolare si pensa già al futuro.

Il sindaco Monopoli non ha ancora sciolto le riserve e vuole vederci chiaro prima di prendere in considerazione un’eventuale ricandidatura. I desideri dei consiglieri rimasti a lui fedele sono quelli di vederlo di nuovo seduto sullo scranno più alto della città per consentirgli di terminare quello che la loro coalizione si era prefissato. Quindi il loro prossimo passo sarà quello di chiedere a Monopoli di restare in campo per il bene di Caivano e respingere quello che lo stesso, oramai, ex sindaco definì “assalto alla diligenza”. Dopodiché Monopoli dovrà decidere se continuare o meno a togliere tempo alla sua professione e alla sua famiglia in nome di quella battaglia di legalità intrapresa nel 2015.

I dissidenti dal loro fronte non hanno ancora deciso cosa fare da “grandi” e sul tema, anche quello delle dimissioni, non hanno professato parola. Anche perché adesso senza una figura da leader come Monopoli toccherà a Ponticelli e Mellone aggregare personalità per mettere su una coalizione, principalmente fatta di numeri e competenze, per potersi presentare alle elezioni col logotipo del cavaliere. Allo stato attuale la responsabilità di rappresentare il centro destra a Caivano è tutta in capo a Mellone e Ponticelli, visto che se Monopoli scenderà di nuovo in campo, lo farà sicuramente con una coalizione moderata di liste civiche, raccogliendo esponenti competenti appartenenti alla società civile. In questa ipotesi ci sarà enorme difficoltà per il duo azzurro a mettere su nemmeno tanto una coalizione ma addirittura una lista singola, visto che per come sono andate le cose difficilmente i due riescono ad aggregare professionalità sul territorio. Non ci dimentichiamo che organizzare una coalizione è compito arduo per leader politici, figurarsi per semplici ex consiglieri, tra l’altro anche dissidenti. Se solo si pensa che sul territorio Ponticelli addirittura è definito un “ammazzasindaci” visto che è stato fautore della caduta di Falco prima e Monopoli poi. Quindi due sono le cose o i dissidenti saranno isolati da tutti o essi, resosi conto di un eventuale isolamento, saranno costretti a fare una serpentina e aggregarsi a qualche componente del centro sinistra che possa rompere col PD.

Anche perché è cosa quasi certa che il PD sarà a capo di una coalizione di centro sinistra e terrà le porte chiuse ai dissidenti di Forza Italia. Insomma il PD mai e poi mai potrebbe caricarsi Ponticelli, Mellone e Buonfiglio anche per quello che hanno rappresentato in questa consiliatura. Quindi i quattro dissidenti nello scacchiere politico sono isolati perché né Monopoli e né il PD se l’imbarcherà nelle proprie coalizioni e allora non resterà di tentare una coalizione di centro destra con tutte le difficoltà presentate prima oppure cercare alleanze con qualche fuoriuscito dal centro sinistra e tentare la stessa operazione politica che portò a sindaco Antonio Falco formando una coalizione ibrida che rappresenterebbe un coacervo di interessi e non un progetto politico serio volto al bene comune di Caivano. Anche perché bisognerebbe trovare anche un candidato sindaco in grado di sostenere il peso delle candidature scomode dei quattro dissidenti.

In casa PD invece la discussione è aperta, la prima ipotesi potrebbe essere quella delle primarie, anche perché tra le file della futura coalizione di centro sinistra c’è la lista di “Cittadini Liberi” dove si registra la forte ambizione di candidatura a sindaco di Francesco Emione, consigliere comunale uscente, politico di lungo corso, giovane professionista del territorio che aspira a guidare il centro sinistra e riuscire laddove Sirico ha fallito nel 2015. Non è escluso che, in questo caso, visto che Emione non lo troviamo in nessuna posizione scomoda, egli avesse tutte le carte in regola anche per vincere le primarie. Un altro che cova sogni di gloria è il giovane segretario del PD Antonio Angelino. Ma lo stesso segretario deve scontare il fatto di essere una candidatura debole visto che alle ultime elezioni non collezionò neanche i consensi per sedere in Consiglio comunale, tanto è vero che lui occupa lo scranno in Assise pubblica grazie alle dimissioni dell’imprenditore Celiento eletto tra l’altro in una lista civica. Inoltre nel suo percorso da segretario Antonio Angelino si è presentato mettendo in campo una ricetta, quella del rinnovamento, il Partito degli under 40 e per questo la sua candidatura non è ben vista dall’apparato dirigente degli ex “diessini” che però sono convinti che una volta trovata l’unità di intenti, con un piccolo contentino, riusciranno a far desistere il segretario dal suo sogno di gloria. Allora chi è il maggior pretendente alla carica di candidato sindaco del centro sinistra a Caivano? Il maggior pretendente è Mimmo Semplice, non a caso il suo luogotenente ed esponente della vecchia classe dirigente, uno di quelli che hanno creato la Caivano dell’I.GI.CA., del CDR, delle Ecoballe etc. Arcangelo Della Rocca è già in campo a fissare appuntamenti per poter sponsorizzare la candidatura del sindaco delle Ecoballe Mimmo Semplice. Il classico ritorno al passato che non solo non serve a Caivano ma metterebbe nel ridicolo tutta la sceneggiata che Antonio Angelino ha messo in piedi all’ultimo congresso del PD con l’idea del rinnovamento. Quindi Semplice rappresenterebbe, inanzitutto, un imbarazzo per il PD e il centro sinistra e poi per il segretario stesso del partito oltre che per tutto il popolo caivanese che già ha fatto capire che gradirebbe un ripristino di legalità e non la venuta di quell’esponente politico che ha portato Caivano nel degrado in cui verte oggi.

Tutto grasso che cola per Monopoli. In realtà l’unico candidato in grado di poter fare la differenza e mettere in seria difficoltà la seconda ascesa di Monopoli reggendo la sfida anche dal punto di vista mediatico e del gradimento è Maria Paolella, consigliera uscente, medico stimato e persona radicata e apprezzata in città.

In queste ore si è saputo, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, che il segretario del PD Antonio Angelino, prima di recarsi dal Notaio per le dimissioni, avvertito qualche malumore di qualche consigliere del PD che non intendeva sfuggire al confronto in aula, ha esclamato davanti a testimoni parole che non sono passate inosservate: “Chi non viene dal notaio è fuori dal Partito”. Un’espressione che non è andata a genio alla parte moderata del PD, a quella parte che storicamente possiede consensi e che è caratterizzata dalla maggior parte dall’apparato “diessino”. Quindi oggi se c’è una candidatura autorevole che il PD può esprimere resta quella di Maria Paolella ma anche qui c’è il veto assoluto dei fedelissimi di Semplice e quindi la partita nel PD è tutta da scrivere.

Per quanto descritto, il tutto sta a significare che i tredici consiglieri hanno fatto una sfiducia al buio. Il PD non ha un progetto ben definito da presentare alla città e questo è dimostrato dal fatto che in queste ore ha volato proprio basso. Tanto è vero che dal PD non si è saputo perché abbia sfiduciato Monopoli e perché abbia rifiutato il confronto in aula. In poche parole non ha dimostrato altro di aver fatto da stampella al “ricatto politico” dei quattro dissidenti di Forza Italia. Ecco perché oggi l’opinione pubblica vede un solo progetto chiaro, quello rappresentato da una ricandidatura di Simone Monopoli, ma anche qui aspettiamo che il sindaco uscente sciolga le riserve.

 

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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