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CAIVANO: Il Sindaco è incapace… di cedere ai ricatti

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Il dado è  tratto sarebbe il titolo giusto per questa mia umile riflessione, ma io vorrei provare a declinare l’affermazione di Cesare in modo alternativo, perché mi piace rompere gli schemi, amo l’improvvisazione letteraria, cammino contro corrente alla faccia dei tanti detrattori che mi vogliono vicino alle posizioni del Sindaco Simone Monopoli.

La storia, riportata da Svetonio, racconta che Cesare, varcando il confine tra l’Italia e la Gallia Cisalpina, rappresentata dal Rubicone, violò apertamente la legge che proibiva l’ingresso armato dentro i confini dell’Italia e diede il via alla guerra civile romana, durante la quale sconfisse Pompeo e divenne dominatore assoluto di Roma.

Alla fine ce l’hanno fatta vivaddio, i tredici dell’apocalisse hanno messo in bella vista i loro autografi nella pagina finale di un’accurata motivazione alla sfiducia che li ha “costretti” a scegliere la strada più dolorosa tra quelle che hanno dovuto intraprendere nella lunga via Crucis dei due precedenti anni di governo.

Non ho letto il documento pur avendone avuta la possibilità, quello che mi preme conoscere non sono le spiegazioni date dai verganti, ma i veri motivi che porteranno l’ennesimo commissario di governo nel paese del bel castello medioevale e queste, se Dio e la perseveranza del primo cittadino lo vorranno, saranno espresse durante il prossimo consiglio comunale.

Ciò che salta agli occhi dei cittadini è la netta presa di posizione dei dissidenti di Forza Italia, i quali, evidentemente, tutto avevano a cuore tranne il bene della cittadina, altrimenti avrebbero trovato tempi e modi, magari rinunciando alle richieste, o a parte di esse, che il Primo Cittadino aveva ritenuto irricevibili, per evitare l’ennesimo “fermo amministrativo” di cui questa città ne aveva men che bisogno.

Io stesso ho aspramente criticato Monopoli durante il primo anno del suo mandato. Non ho perso l’occasione per biasimare la scelta di affiancarsi a quei consiglieri che, allo stato dell’arte, mi stanno dando ragione sulla loro quota di affidabilità politica.

Il retaggio della gestione allegra dell’ente ha pesato enormemente sull’ultimo governo, che si è ritrovato a fare i conti con conduzioni poco chiare e di favore delle precedenti amministrazioni.

Basti pensare al carrozzone clientelare della partecipata IGICA, fallita perché divenuta bacino di ricezione delle promesse elettorali, delle ecoballe che ancora giacciono in quel di Pascarola e che il governatore di tutti De Luca ne aveva promesso la rimozione durante la campagna elettorale dell’assessore dell’oltralpe Afragoese Luigi  Sirico, caivanese DOC con la vocazione esterofila, alla gestione della raccolta dei rifiuti con una gara presentata l’ultimo minuto prima che si fosse costretti a ricorrere alla centrale di committenza, al restauro indegno del Castello medioevale e alla conseguente spar(t)izione di 500mila euro.

E che dire delle politiche sociali per cui questo Sindaco ha combattuto anche contro gli interessi personali di alcuni esponenti dell’ambito con Afragola capofila che cercava di tirare acqua al suo mulino a ogni occasione.

Per non parlare di Senatori eletti a colpi di posti di lavoro, di consiglieri analfabeti con il vizietto del favore, delle ditte amiche delle determine di urgenza.

Un paese spolpato dai suoi stessi cittadini che si sono piegati alla logica del blocchetto gratuito per la mensa scolastica e alle tessere bucate della Delphinia, della borsa con la spesa e dei 50 euro a croce.

Per carità, i firmatari non c’entrano nulla con tutto questo, alcuni li conosco personalmente e metterei la mano sul  fuoco per la loro onestà.

Quello che mi spaventa è il “ritorno al futuro”, una sorta di macchina infernale che costringe i caivanesi a chiudersi nella cabina elettorale lasciando fuori la loro coscienza, la libertà di voto ed espressione, delegando agli artefici del degrado in cui vivono il futuro dei figli e dei nipoti.

Al momento non esiste nessuna alternativa valida, al momento i cittadini hanno solo la percezione di un Sindaco che è stato sconfitto dal cancro che ha divorato il suo stesso partito, e questa è la più paranoica e psicopatica scelta che dei consiglieri alienati potevano effettuare.

In conclusione è d’obbligo un appello.

Ai Caivanesi, che abbiano la forza finalmente di mettere da parte il voto degli spiccioli e guardare con fiducia a chi, per la prima volta nella storia del paese, ha avuto il  coraggio di interrompere il circolo diabolico della politica=guadagno costringendo gli attori di questa farsa a mettersi in un angolo. Il paese ha bisogno di persone oneste che sappiano guidarlo verso una vera trasformazione che gli ridia la dignità che negli anni è stata calpestata dalle logiche di potere e dove la soddisfazione della classe dirigente sia quella di poter camminare liberamente per le strade a testa alta, senza timore di essere tacciati, come è sempre stato, di accaparrarsi il meglio a discapito dei più deboli.

Al Sindaco, che abbia il coraggio -e a questo punto noi lo pretendiamo- di superare il confine del Rubicone violando le regole del cattivo esempio e traendo il dado dell’onestà per contenere l’affarismo dilagante e arrogante di quei signori che vogliono che le cose restino immutate per conservare i propri privilegi.

Abbia il  coraggio di non ritirarsi a vita privata riprendendo il suo lavoro e il suo stipendio certo -e chi non lo desidererebbe?- ma di riproporsi a quei cittadini che ancora credono che i cambiamenti da lui sperati e auspicati divengano realtà.

Noi lo aspettiamo insieme a tutti i cittadini onesti alla prossima tornata elettorale, certi che la sua integrità morale saprà essere da guida a  quegli elettori, tanti, che avevano riposto nel loro voto precedente, tutte le speranze di rinnovamento di cui questa cittadina ha bisogno.

Il dado è tratto, il confine è superato, adesso occorre conquistare.

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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