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Napoli

Maresca a Ponticelli: “I simboli dei partiti? Sono civico, me ne frego!”

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Parole dure quelle pronunciate dal candidato a sindaco alle prossime elezioni amministrative di Napoli durante il comizio nel quartiere di Ponticelli tenutosi lunedì 21 giugno.

Il nodo resta lo stesso, Catello Maresca da ‘civico puro’ (così come si definisce lo stesso Pm in aspettativa) continua ad ammainare i simboli di partito che vengono associati al suo nome.

Il candidato Sindaco di Napoli vuole, dunque, mettere da parte vessilli e ragioni di Stato per poter dialogare sui contenuti e sui programmi: “La gente ha bisogno di risposte ai problemi concreti. Ce ne fottiamo dei simboli“.

Questo quanto dichiarato da Maresca in risposta a critiche e polemiche dei giorni scorsi.

Inoltre con riferimento ad alcuni sondaggi che lo vedrebbero indietro rispetto ai suoi sfidanti ha sottolineato come attualmente risultino ancora troppo frenetici e inconsiderevoli i dati statistici alla mercé dei giornalisti, definendo i sondaggi “carta straccia”.

Io sono un civico, non ho nessuna intenzione di negare la mia storia, resterò sempre un civico indipendentemente dall’invito che faccio a tutti i soggetti politici che dovranno accompagnarci. Mettiamo da parte vessilli e le ragioni di Stato, dialoghiamo sui contenuti e programmi. La gente ha bisogno di risposte ai problemi concreti, ce ne fottiamo dei simboli, noi vogliamo ragionare di cose, di progetti di programmi“, ha detto Maresca, nel corso di un comizio nel quartiere Ponticelli.

Aggiungendo poi “Venite, la nostra porta è aperta, Napoli ha bisogno di fatti. Napoli non si gestisce, non si amministra, Napoli si ama. Sono i napoletani che lo vogliono, non è Catello Maresca. Confrontiamoci sui programmi“.

In merito alla pubblicazione di alcuni sondaggi sui quotidiani locali, rivolgendosi ai giornalisti presenti, Maresca ha commentato aspramente: “Basta con i sondaggi condominiali, non si possono raccontare sciocchezze alle persone. Fare un sondaggio in cui 3.600 persone si rifiutano di rispondere, 800 rispondono e 30-40% non ha un’opinione, questi non sono sondaggi, questa è carta straccia. Voglio un confronto sui programmi, l’ho detto agli altri candidati: confrontiamoci sulle cose concrete, di risposte, modalità operative, squadre. Per questo prego anche i giornalisti di interessarsi: interrogate i candidati sulle cose da fare e perché non l’hanno fatto fino a ieri. Le chiacchiere stanno a zero“.

Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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