CARDITO – Un dipendente comunale di nome Antonio Perrotta, parlando delle varie cose fatte dall’amministrazione a mezzo facebook, denuncia una notizia di reato attraverso un commento che riportiamo qui di seguito:
Commento a mezzo facebook di Antonio Perrotta
Insomma, per essere chiari, Perrotta fa riferimento al fatto che a Cardito c’è un manipolo di avvocati che hanno sottratto dalle casse del comune dei soldi senza averne titolo, praticamente il dipendente comunale denuncia un ladrocinio di soldi pubblici a tutti gli effetti e il tutto nel periodo di quando egli stesso era responsabile del servizio Contenzioso, fatto questo assai grave e che sul quale bisogna fare assolutamente chiarezza.
Antonio Perrotta su facebook, come potete vedere dal commento in alto, non fa né nomi e né cognomi ma fa capire bene il tipo di reato e dopo alcuni inviti e solleciti da parte del sottoscritto e del nostro opinionista e spin doctor Giovanni De Cicco a fare i nomi di questi avvocati e denunciare tutto alle autorità giudiziarie, il dipendente comunale si è lasciato andare ad un altro commento nel quale asserisce che non ce ne bisogno perché “Chi deve sapere già sa” sue testuali parole.
Secondo commento di Antonio Perrotta
Il dipendente comunale avendo in serbo queste informazioni già da diverso tempo, in realtà non ha mai informato il sindaco di questo problema e la dimostrazione di questo sta nel fatto che il primo cittadino stamattina (24 Luglio ndr), nel nome della legalità, ha inviato una nota ai carabinieri (come si evince dalla foto) chiedendo alle forze dell’ordine che il dipendente Antonio Perrotta fosse ascoltato sul caso a tutela dei soldi pubblici e della legalità. Insomma a Cardito sta per scoppiare un vero e proprio bubbone perché qui i casi sono due o Perrotta sarà costretto a fare i nomi di quei professionisti che senza titolo hanno sottratto denaro alla collettività oppure il dipendente comunale dovrà rispondere personalmente laddove il suo commento avesse avuto il solo scopo di infangare l’amministrazione se nello scrivere quelle parole il Perrotta stesso viene scoperto privo di prove di quanto asserisce.
Nota inviata ai Carabinieri dal Sindaco
Se in realtà si dovesse scoprire che Antonio Perrotta fosse stato mosso da un senso di rivalsa contro chi, a suo dire, lo ha sollevato da un incarico che prevedeva maggiori indennità e che comunque adagiavano meglio il proprio bilancio familiare, poi deve spiegare alla collettività perché, come fa spesso anche l’opposizione, si preferisce sempre e comunque mettere in moto la macchina del fango piuttosto che dimostrare le proprie ragioni con i fatti.
Se invece il Perrotta davanti alle forze dell’ordine dovesse fare i nomi, in un caso o nell’ altro questa diventa una questione alla quale non si può non fare chiarezza. Adesso la palla passa alle forze dell’ordine anche se dal punto di vista politico sicuramente partiranno comunque interrogazioni consiliari, visto che la politica, anch’essa vigile e tutrice della legalità, non può non tenere conto di questa patata bollente messa su dall’ex dirigente ai tributi.