CARDITO – Un fiore all’occhiello per la comunità carditese sicuramente diventerà il Teatro Comunale costruito nella zona “SLAI”. Frutto di un finanziamento dirottato in città dal sindaco Giuseppe Cirillo, nella sua veste di vicepresidente della Città Metropolitana di Napoli. Inutile ribadire ciò che, ormai, è a tutti ovvio; quando la classe politica locale riesce a “lanciare” i suoi migliori rappresentanti ben oltre lo steccato della città, ne trarrà benefici in chiave di opportunità, di sviluppo e di valorizzazione complessiva.
E questo è capitato a Cardito con Giuseppe Cirillo e la sua scalata all’ex Provincia. Si è presentato eletto consigliere durante la consiliatura con l’ex sindaco De Magistris; poi con deleghe di assessore, poi da leader del Pd ha guidato l’opposizione, ancora rieletto con Gaetano Manfredi in Consiglio Metropolitano ed infine la nomina a vicepresidente.
Se analizziamo questa crescita continua e graduale del primo cittadino di Cardito, possiamo anche, con estrema semplicità, toccare con mano i benefici ottenuti dalla comunità locale in termini di finanziamenti, di lavori, di riqualificazione. Ma il gioiellino è il teatro ubicato nei lotti della zona “Slai”. Un’opera avvenieristica, il fiore all’occhiello della comunità, l’opera di tutte le opere che rende la stagione di Cirillo la migliore in assoluto.
Adesso bisogna fare attenzione perché il sindaco ha fatto tutto bene e da solo. Il teatro è lì e toccherà alla classe politica effettuare le scelte migliori affinché quel fiore all’occhiello non diventi né una cattedrale nel deserto, né un’opera tra qualche anno vandalizzata e abbandonata nel degrado come accaduto a Caivano per “Caivano Arte”.
Lo scrivo perché durante l’ultimo Consiglio comunale in aula si è discusso sulle tariffe proprio dell’affidamento del teatro e alcuni atteggiamenti non mi sono piaciuti. Lo dico con estrema sincerità. Quando si parla di bene comune, siete pregati di lasciare la politica a parte. Non mi è piaciuto l’atteggiamento di Forza Italia che con Giovanni Aprovidolo punterebbe a cifre enormi pur sapendo che con quelle cifre nessuno si sognerà mai di provare un’avventura a Cardito.
Il teatro in queste zone è un’impresa difficile perché costa e non è facile abbattere i costi di un cartellone dignitoso e riempire la sala nei vari appuntamenti. Né tanto meno ci si può permettere spettacoli di grido considerando l’esigua capienza della struttura, per questo tutto deve essere studiato nei minimi particolari. Certo, c’è il bar, attività collegate, ma se non ci porti gente non c’è introito. Senza introiti risulta difficile investire in cartelloni e ospiti di qualità. Senza ospiti di qualità non c’è gente. Senza gente non c’è introito.
E allora almeno su questi temi evitate speculazioni e la voglia di mettere in difficoltà il sindaco perché così facendo rischiate solo di trasformare un’opera di grande valenza sociale e culturale realizzata grazie a Cirillo, nell’ennesimo monumento abbandonato nel degrado. Lo scrivo oggi, a futura memoria. Almeno su questi temi, evitate scontri e giochini di natura politica sulla pelle dei cittadini e di Cardito. Anche perché la posizione di Aprovidolo non è stata condivisa nemmeno dalle opposizioni. Iorio si è astenuto mentre Andreina Raucci e Nunzio Raucci sono scappati dall’aula senza partecipare al voto. A dimostrazione che la minoranza non solo è divisa ma è inesistente come peso politico e come qualità. Nemmeno sulla gestione del teatro riescono a trovare una proposta unitaria e soprattutto credibile. Non ci hanno fatto una bella figura perché quel teatro ormai è un pezzo di comunità e va valorizzato come merita, mettendo su carta le giuste condizioni che possano attirare professionisti o associazioni capaci di gestirlo garantendo un’offerta culturale di livello.
Il Comune su quel teatro non deve fare business ma deve favorire l’attività sociale, la partecipazione, la cultura, come momenti di crescita collettiva, di svago e di comunità. Dall’aula è arrivata un’altra lezione di Forza Italia. Non hanno aperto bocca sullo stadio, niente da dire sui campetti “Lino Romano”, guarda caso tutta la speculazione del mondo la vogliono dalla gestione del teatro.
Così no. Non va bene innanzitutto perché viene meno l’amore per Cardito. E mi fermo qui nonostante ci sarebbe tanto altro da aggiungere.