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A Caivano l’evento “Dantedì” che rende omaggio al Sommo Poeta: appuntamento a domani

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Domani, martedì 25 marzo 2025, alle ore 18, in via Matteotti 41 a Caivano (Napoli), si terrà l’evento dal titolo “Dantedì” organizzato dall’associazione culturale “Spazio Libero Caivano”.

“Spazio Libero” è una neo associazione nata agli inizi di gennaio grazie a un gruppo di cittadini caivanesi (professionisti, docenti, impiegati) che hanno voluto, così, lanciare un messaggio di speranza e di rinascita.

“Cultura, Arte, Passione, Attualità. Quattro parole per raccontare un evento che rende omaggio a Dante in modo coinvolgente e interattivo. Tra opere ispirate alle suggestive ambientazioni dantesche, prenderanno vita dialoghi, performance e riflessioni contemporanee per riscoprire il Sommo Poeta con occhi nuovi”, questo l’annuncio di “Spazio Libero Caivano” sui propri canali social in cui invita ad accorrere nel pomeriggio di domani presso la propria sede.

Interverranno Simona Laurenza e Antonio Vitale. Esporranno Giuseppe Argiento, Elisa Lanna e Andrea Mennillo. Sarà la Dottoressa Mara Parretta a moderare. Relazionerà, invece, il professore Rocco Cagnazzo.

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CAIVANO. La Commissione Prefettizia paga il progetto del Canile. l’ On. Penza non pervenuto.

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CAIVANO – La comunità gialloverde proprio non ci riesce ad uscire fuori dal pantano. Alla parte sana della città oltre l’indignazione non arriva quel sussulto di dignità che la fa alzare dalla comoda poltrona di casa sua e con un colpo di frusta a spazzar via la vecchia classe dirigente che, nel frattempo, sempre in accordi con le solite zone d’ombra che continuano a muovere i fili attraverso i più rinomati imprenditori della città, aspetta il momento giusto, a pochi giorni dalle elezioni, per uscire con la testolina fuori dai sottoservizi urbani dove era finita subito dopo i clamorosi arresti dell’ottobre 2023 e presentarsi alla città come la risolutrice ai problemi che essa stessa ha creato.

“Segui i soldi” suggeriva il buon Giovanni Falcone ai suoi inquirenti ed è questo che dovrebbe fare anche la Prefettura durante la campagna elettorale di novembre prossimo. Seguire i soldi. Stare a guardare come si muovono coloro che hanno sempre pagato, stanno pagando e continueranno a pagare il pizzo a quella criminalità organizzata che col Modello Caivano si è perfino rafforzata. E con i soldi di questi ultimi, seguire gli appalti pubblici e privati che gli vengono affidati e riuscire a scoprire con questi soldi la campagna elettorale di chi stanno sponsorizzando sul territorio, dopodiché a casa mia due più due ha sempre fatto quattro.

A Caivano nulla cambierà se si voteranno sempre gli stessi e questo la gente lo ha compreso e lo sa bene, solo che non ha ancora compreso che per votare i nuovi, questi dovranno scendere in campo, essere volenterosi e porsi in prima linea per la salvaguardia politica del proprio territorio. A Caivano siamo in trentaseimila. Alla salvezza di Caivano bastano 100 tra uomini e donne di buona volontà per poter sovvertire quello status quo che ha sempre determinato il benessere e l’equilibrio dei pochi e per far comprendere meglio come funzionava la politica e quanto sia mancante la Commissione Straordinaria nel concludere gli iter burocratici affinché si facciano gli interessi dei cittadini e di conseguenza far comprendere quanto sia necessaria un’Amministrazione integerrima innamorata della propria città vi voglio raccontare un’altra storiella in salsa gialloverde.

A Caivano esiste un problema annoso che si chiama “cani randagi”. Da tempo immemore l’Amministrazione comunale paga fior fior di denaro pubblico ad un canile esterno affinché si prenda cura dei cani randagi caivanesi. Cinquecento sono i cani da più di trent’anni. Passano gli anni e di questi cani non ne muore mai nessuno. Evidente che questi soldi oltre la ditta affidataria dell’appalto facciano comodo anche a qualche altro Consigliere o Assessore così come è evidente che tale servizio potesse fungere da prebenda del solito consigliere/assessore che però durante l’arco degli anni cambiava nome e andava a riempire la casella di quella prebenda.

Un problema che l’allora Assessore all’Ambiente, oggi Deputato della Repubblica Pasqualino “marsupio” Penza volle fare suo. E all’interno dell’Amministrazione Falco si battè affinché si riuscisse a intercettare fondi per la costruzione di un canile di proprietà comunale. Così, grazie alla pandemia e ai fondi PNRR a Caivano per risolvere la questione arrivano, tra un fondo e un altro, € 1.381.300,91.

Con la supervisione di Penza nel 2021 veniva approvato il Progetto di fattibilità del canile comunale redatto da Vincenzo Zampella – attualmente agli arresti domiciliari per i reati di estorsioni e tangenti sul territorio – e nel febbraio 2023, quando Penza non era più Assessore ma era già Deputato, come tecnico viene scelto l’Arch. Antonio Laurenza a cui veniva affidato l’incarico di Progettazione definitiva per un totale di € 41.007,62 mediante affidamento diretto. La solita prassi tanto cara agli amministratori caivanesi di sempre.

Fin qui, tutto sembrerebbe regolare, tranne il totale improvviso disinteresse al problema del Deputato Penza da quando è arrivato a Caivano la Prefettura.

Ogni cittadino di buon senso potrebbe pensare: “vedere cammello, pagare moneta”. Invece no. Il 10 gennaio scorso, sotto l’egida della terna commissariale straordinaria prefettizia, l’ex Responsabile ai Lavori Pubblici Francesco Ferraioli firma la determina di liquidazione a favore dell’Arch. Antonio Laurenza dell’importo di € 41.007,62 con ritenuta di acconto pari ad € 6.464,00.

Giustamente e legittimamente il lavoro l’architetto l’ha fatto ed è giusto che a chi lavora spetta merito. Ma il canile? Neanche l’ombra! E la Commissione Straordianaria? Neanche l’ombra! E il Deputato Penza? Neanche l’ombra! E i soldi? Si spera fermi nelle casse comunali! E il problema? Non risolto! E la prebenda sui 500 cani in stallo altrove? Ancora presente e spendibile dalla prossima Amministrazione. Questa è un’altra triste storia che rappresenta il modus operandi fetido e putrefatto della malagestio caivanese. Intanto Dispenza e Penza se ci siete battete un colpo! Alla prossima storiella.

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CAIVANO. Confermato l’abuso edilizio della sottosegretaria Pina Castiello. Al Comune nascondono gli atti.

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CAIVANO – In virtù del fatto che la legalità deve essere praticata e non predicata, visto che la vecchia classe dirigente a Caivano continua imperterrita a restare in “complice” e “connivente” silenzio e dato che la società civile continua ad avere molta paura dei “mammasantissima” della politica per schierarsi in prima persona a favore e in tutela del proprio territorio, stamattina voglio raccontarvi una bella storiella del tutto caivanese legata ad un vecchio sistema che anche la Commissione Prefettizia continua a servirsene e ad alimentare.

La storiella riguarda l’insabbiamento delle pratiche nel settore Urbanistica e Patrimonio. Oramai è risaputa la mia inchiesta sul ranch di proprietà della Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello (leggi quiquiqui e qui).

All’indomani della pubblicazione di questi miei editoriali la vicenda è stata interessata dalla Procura della Repubblica e da lì sono partite le indagini da parte della Polizia Locale, delegata dalla Procura in qualità di Polizia Giudiziaria.

Alcuni agenti della Polizia Locale si recano sul posto per accertamenti sull’Immobile il giorno 23 dicembre 2024 insieme al geom. Migliaccio Matteo, istruttore tecnico investito dal Responsabile del V Settore Fioravante Giordano. Pur dichiarando di non essere stati in grado di accedere a tutte le parti dell’immobile per “motivi privati della proprietà”, asseriscono che da questo accertamento non sono emerse difformità piano-volumetriche e di destinazione come assentite del titolo rilasciato per la parte dell’immobile perlustrato. Il verbale firmato dall’istruttore Migliaccio e dal Responsabile Giordano viene protocollato il giorno dopo, il 24 dicembre 2024.

Passano le festività natalizie ed evidentemente il capitone o il pandoro fanno venire qualche senso di colpa al Responsabile Fioravante Giordano, tanto è che il 2 Gennaio 2025, al primo giorno di lavoro dopo le feste, il solerte responsabile, richiamando l’accertamento di cui sopra, protocolla un altro verbale. Stavolta “magicamente” su questo procedimento che riguardano le indagini sull’immobile di proprietà della famiglia Castiello parte una verifica catastale e compaiono alcuni atti d’ufficio che poi vedremo nello specifico. Asserendo di nuovo di non essere stati in grado di perlustrare l’intero immobile e sulla scorta dei documenti rilevati comunica al Comandante della Polizia Locale Tito Giglio, alla Sovraordinata Arch. Teresa Ricciardiello e all’intera Commissione Straordinaria che, ai fini di una verifica completa della corrispondenza e conformità urbanistica con i titoli rilasciati, è necessario effettuare un ulteriore sopralluogo di accesso all’intera area interna ed esterna allo stesso.

Le indagini della Procura intanto procedono ma da queste parti non si effettua alcun altro sopralluogo. Ma la patata bolle tra le mani di Fioravante Giordano e considerate le attenzioni sul tema da parte nostra, l’ex Responsabile del V settore non può restare con le mani in mano senza dimostrare di proseguire sull’argomento, così decide di prendere tempo e lo fa chiedendo un parere legale all’Avvocatura di Stato nella persona del Sovraordinato Avv. Mariano Valente ponendo a quest’ultimo sei quesiti e mettendo a conoscenza di tale richiesta anche la Commissione Straordinaria e il Segretario Generale del Comune di Caivano.

Lavoro facilissimo per l’Avv. Valente dato che all’interno della relazione che precede le sei domande sono già riportate le risposte, avendo accuratamente dettagliato tutte le difformità presentate nella documentazione inerente suddetto fabbricato e che in parole povere cercherò di illustrare di seguito.

Agli atti d’ufficio sono stati rinvenuti una Concessione Edilizia del 28 febbraio 2003 avente ad oggetto “Costruzione di una casa colonica composta da un piano seminterrato, un appartamento al piano terra-rialzato e n.2 appartamenti al piano primo”; una DIA del 19 marzo 2007 per lavori di ristrutturazione e di finimento del locale adibito a ricovero temporaneo di animali (cd Stalla); una SCIA in sanatoria del 24 dicembre 2018 per la realizzazione di piscina perimetrale; un Permesso di Costruire in Sanatoria del 3 agosto 2022 per la realizzazione di un sottotetto praticabile non abitabile al secondo piano di pertinenza del piano sottostante, nonché ampliamento del 20% della volumetria esistente.

L’area ricade in zona E2 diciplinate dalle vigenti N.T.A. ai sensi degli art. 47 e 49 ma agli atti è stata rinvenuta una copia delle N.T.A. in formato PDF che riporta in parte all’articolo 47 una dicitura diversa in ordine alle concessioni e alla volumetria massima. Praticamente secondo la N.T.A. vigente non si può andare oltre i 500 mc, mentre il progetto redatto a cura del Arch. Armando Romano utile alla concessione rilasciata alla coltivatrice diretta Sig.ra Faiola Maria Teresa (mamma della Sottosegretaria Pina Castiello) presenta una volumetria totale di 1912,54 mc.

Inoltre c’è da sottolineare che l’istanza per il Permesso di Costruire in sanatoria rilasciato il 3 agosto 2022, viene presentata il giorno 28 luglio 2022, praticamente un’autorizzazione rilasciata in tempi record. La più celere della storia dell’Urbanistica mondiale se mettiamo pure che tra il 28 luglio e il 3 agosto 2022 ci sono solo tre giorni lavorativi per lo mezzo. Poi andiamo a spulciare meglio i documenti e scopriamo che il rilascio avviene da parte dell’allora Responsabile del Settore Vincenzo Zampella. Quest’ultimo imputato nel processo delle estorsioni e tangenti da parte del clan egemone sul territorio che ha visto oltre al suo arresto anche quelli di un assessore, un Consigliere comunale e altri sette camorristi.

Peccato però che Vincenzo Zampella non sia stato così solerte quanto Fioravante Giordano compulsato dalla Procura che sull’istanza inoltrata dal tecnico si accorge di varie difformità tra cui l’altezza massima del sottotetto non rispettata sia nell’intradosso di colmo sia in quello dell’imposta della falda unica inclinata, inoltre per la stessa autorizzazione non sono stati versati contributi di costruzione e non è presente agli atti l’atto notarile inerente il vincolo di destinazione.

Poi nella relazione presentata all’Avv. Valente e alla Commissione Straordinaria c’è un passaggio molto importante che lascia a pochissime interpretazioni e che recita: “Per quanto riguarda il calcolo della volumetria non si tiene conto che rispetto alla C.E. del 2003 l’immobile riporta un’altezza pari a 7,40 e non più 6,40 mt. Ciò è dovuto dal fatto che il Piano interrato fuoriesce di 1,00 mt fuori terra. Si tratterebbe pertanto di una sanatoria per difformità totale dell’immobile”.

A seguito di tale relazione si chiede all’Avvocatura di Stato se sono state richiamate le giuste leggi e se è stata fatta giusta interpretazione. Fermo restando che al di là delle interpretazioni il metro non mente e così neanche le immagini satellitari che ci raccontano che nel 2003, anno ultimo utile per qualsiasi sanatoria, in quell’area esisteva solo un piccolo casolare.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo siamo venuti a conoscenza che l’Avv. Valente ha anche ottemperato al suo compito, peccato però che le risposte ai quesiti siano state inviate attraverso un protocollo secretato all’ex Responsabile Fioravante Giordano e alla terna commissariale prefettizia amministratrice del Comune di Caivano.

Terminati i suoi primi sei mesi di lavoro all’ente gialloverde, l’Arch. Fioravante Giordano, senza nemmeno dare il preavviso – il Contratto di lavoro e la legge glielo consentono – scappa via a gambe levate senza neanche riportare tutto quanto descritto in questo editoriale in una relazione di passaggio di consegne al prossimo responsabile che verrà. Praticamente l’attuale Responsabile del V settore ad interim Giovanni Tuberosa è all’oscuro di tutto ciò e il prossimo Responsabile che sicuramente sarà scelto a breve da una graduatoria a scorrimento avrà la stessa defezione.

Allora l’appello dei caivanesi, affinché su questa vicenda sia fatta luce, è rivolto principalmente alla terna commissariale capitanata dal Prefetto in quiescenza Filippo Dispenza che durante il suo passato recente lontano da Caivano ha già dimostrato, forse anche in buona fede, di nascondere bene fatti e misfatti (leggi qui) dato che è stato condannato per patteggiamento dalla Corte dei Conti per danno erariale. Quindi nella speranza che stavolta, a Caivano, non si vogliano tutelare gli interessi di una Sottosegretaria di Governo è possibile sapere che cosa se ne voglia fare di questi abusi edilizi? Filippo Dispenza se ci sei batti un colpo!

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CAIVANO. Il Commissario Dispenza condannato dalla Corte dei Conti a risarcire il suo vecchio comune di competenza

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CAIVANO – Periodo travagliato per la nostra comunità e chi grida “commissari a vita” in città o è in malafede o disinformato. Che il periodo commissariale non abbia risolto i problemi della città né abbia risanato il territorio è tangibile a tutti, anche a quelli che tentano di negare l’evidenza. Da queste pagine ho terminato le parole e i sinonimi per far capire ai più che un vero risanamento non doveva passare attraverso le infrastrutture sportive ma quelle abitative e soprattutto attraverso incentivi sociali ed economici. Ma quanto meno non vorremmo pagare noi, cittadini caivanesi, anche tutta la sprovvedutezza e l’incapacità che i commissari – sia la terna che quello per il risanamento – stanno dimostrando lontano dalle mura caivanesi.

Dopo le affermazioni preoccupanti che Ciciliano sta facendo raccogliere ai collezionisti di meme sui social sul terremoto ai campi flegrei in qualità di capo della Protezione Civile, a preoccupare i caivanesi, facendoli domandare se sono stati affidati in buone mani, è un articolo-dossier scritto dal collega Angelo Di Natale di In Sicilia Report (Clicca qui per leggere) sull’attuale Commissario Straordinario Prefettizio dott. Filippo Dispenza che riguarda alcuni fatti e reati prepetrati quando ricopriva la carica di Commissario Straordinario nel Comune di Vittoria in provincia di Catania dal 2018 al 2021.

Nell’articolo si legge che Filippo Dispenza è stato condannato dalla Corte dei Conti per aver causato un danno erariale al Comune di Vittoria che si aggira intorno alla cifra di un milione di euro.

Da quello che si legge nell’articolo del collega catanese, il Commissario Dispenza sceglie il patteggiamento e se la cava col 30% della cifra da risarcire a lui attribuita che inizialmente era di € 97.506,42 dato che il reato è stato commesso con la collaborazione di altri sette imputati.

Ora, senza entrare troppo nel tecnicismo e spiegare che il danno erariale è stato frutto di pura testardagine e sprovvedutezza amministrativa legato a delle deliberazioni inerenti pagamenti non dovuti di debiti fuori bilancio ad alcune partecipate del Comune di Vittoria in liquidazione e ad alcuni potenziamenti fatti a vantaggio di un’altra partecipata – La Vittoria Mercati srl – dove su di essa già si erano accesi i riflettori della Magistratura, poiché era diventata un collettore criminale per assunzioni di parenti e amici di zone ombre della città e proprio come alla pari della Igi.Ca. rappresentava un carrozzone clientelare per la politica. Quello che preoccupa è quello che racconta il collega nel suo pezzo giornalistico.

Quello che i caivanesi vorrebbero sapere e che il Commissario Dispenza farebbe bene a chiarire è se il modus operandi dell’ex poliziotto torinese descritto in quel pezzo, che lo vede amico di un certo Antonio Calogero Montante – ex “professionista dell’antimafia”, leader di Confindustria e poi condannato per ipotesi di corruzione e per gli accessi abusivi a sistemi informatici dopo che la Corte di Cassazione ha fatto venir meno il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso – e che grazie a questa amicizia – dato che il Ministro Alfano è stato considerato un ministro genuflesso al leader di Confindustria come sancisce la sentenza di un Tribunale della Repubblica – il Dispenza abbia ottenuto l’onorificenza di Prefetto senza mai esserlo stato di ruolo, sia reale e se lo si stia attuando anche alle nostre latitudini, dato che anche a Caivano abbiamo anche noi “professionisti dell’antimafia” che spesse volte si fanno da garante sui flussi di denaro per le bonifiche.

La nomina a Prefetto è del 30 aprile 2016 quando Montante, ancora potentissimo, da due anni è indagato per concorso in associazione mafiosa e il ministro che a lui mai avrebbe potuto dire di no, e in effetti mai gli dice di no“. Questo si legge nell’articolo di InSIcilia ma non solo, a quanto pare il Dispenza avrebbe chiesto, sempre secondo il collega di Catania, anche un favore personale al Montante, ossia trovare un posto di lavoro per il figlio ma questo è un argomento che la nostra testata ha già affrontato all’epoca e chiesto lumi al Commissario Dispenza, siamo ancora in attesa di risposte.

Ma veniamo ai fatti del reato commesso. Dalla documentazione della Corte dei Conti in merito al riconoscimento dei debiti fuori bilancio della Amfm, azienda in liquidazione si legge: “palese evidenza del riconoscimento del debito fuori bilancio in totale assenza dei presupposti” …”il Comune ha ignorato totalmente tali limiti e condizioni come confermato dal segretario generale”…”mancano tre presupposti su tre”…”tentativo vano e maldestro di dare una parvenza di legalità all’accollo dei debiti dell’azienda eludendo il divieto di soccorso finanziario”. Non solo. Riprendendo la lettura dell’atto di citazione, il magistrato rileva che quel tentativo “vano e maldestro di dare una parvenza di legalità” a ciò che è, e rimane, palesemente illegale serve a Dispenza e alla sua commissione a “porre le basi per il successivo artificio ideato dal Comune per porre in essere” quelle che, fuori dalla lettera testuale dell’atto di citazione che dimostra ineccepibilmente il danno erariale, sono nuove plurime violazioni.

Dopo avere ribadito che il ripiano non avrebbe potuto essere operato non solo dal 2017 per lo stato di liquidazione ma fin dal 2012 per le ingenti perdite di bilancio, la Corte dei conti ravvisa “colpa grave nei comportamenti della commissione e del dirigente Basile – dirigente del Comune che secondo il collega risponde ai diktat di Dispenza e condannato nello stesso processo – già allertati dal segretario generale sull’illiceità degli atti e sul danno erariale conseguente”. Ciononostante – il magistrato tira le orecchie a Dispenza e agli altri due commissari “con incomprensibile pervicacia” la commissione illegalmente va in soccorso finanziario dell’azienda fallita “basandosi sulla relazione inattendibile e irrazionale” di Basile il quale paradossalmente nelle sue argomentazioni ricorre alla stessa giurisprudenza richiamata dal segretario generale Fortuna – Segretario Comunale cacciato da Dispenza perché gli faceva notare il suo comportamento illegittimo a suon di missive protocollate – a supporto dei giusti rilievi addotti. La Corte dei conti definisce poi fictio iuris il riconoscimento di debiti fuori bilancio nei confronti di un’azienda in liquidazione tramutati, con evidente falsità, in ‘disavanzi di un’azienda operativa’. Più volte il magistrato contesta un’evidente illegalità alla deliberazione voluta da Dispenza cui riconosce, al pari ovviamente degli altri responsabili, un “atteggiamento sprezzante nei confronti della legge ed estremamente incurante della sana gestione delle risorse finanziarie del Comune”.

Sicuramente il Commissario Dispenza avrà avuto le sue buone ragioni per agire in quel modo, così come avrà avuto le sue buone ragioni ad accettare il patteggiamento con la Corte dei Conti. Di certo non sarò io a condannarlo con questo mio editoriale. Per quel che mi riguarda il Commissario Dispenza è sempre stato disponibile nei confronti della nostra testata, un po’ meno cauto quando ha rilasciato dichiarazioni sui caivanesi ad altri organi di stampa asserendo perfino che “i caivanesi non rispondono alle istanze della legalità” lasciando intendere l’illegalità come disvalore appartenente al retaggio culturale della nostra comunità.

Ma colui che è stato sempre mio alleato e lo è stato, in questo caso anche con la mia comunità è stato il tempo che ha dimostrato che ognuno di noi possa essere vittima o causa di qualcosa di illegale, in buona o cattiva fede non si sa, ma anche questo ce lo dirà il tempo.

Quello che preoccupa però adesso sono le competenze del Commissario Dispenza messe in seria discussione proprio dalla Corte dei Conti, dato che a Caivano egli ha dovuto fare altri conti con problemi verosimili a quelli di Vittoria. Qui a Caivano hanno dovuto gestire la patata bollente della mancata chiusura del dissesto dichiarato in epoca Monopoli nel 2016 e non ancora risolta dall’Osl (Organo di liquidazione speciale) comptente e il risanamento del Bilancio e del settore della Riscossione Tributi. Siamo sicuri che in questi 24 mesi Dispenza abbia imparato a fare i conti? Perché può darsi pure che alla fine della fiera, oltre al danno ci toccherà anche la beffa. Chissà!

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