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Cronaca

Shock nell’Avellinese, 41enne trovato morto in casa: le ultime

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Shock a Contrada, in provincia di Avellino, dove un uomo di 41 anni è stato trovato senza vita nel portone della propria abitazione.

A lanciare l’allarme sono stati alcuni residenti, con i carabinieri intervenuti sul posto per i rilievi del caso. Pertanto la salma è stata posta sotto sequestro, con la disposizione dell’autopsia volta a chiarire le reali cause del decesso.

Cronaca

Maxi operazione dei Nas, scoperta truffa dei falsi certificati dei medici legali: 5 indagati

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Maxi operazione dei carabinieri del Nas, che su coordinamento della Procura di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di sequestro ai danni di 33 società di pompe funebri implicate in un giro d’affari di circa 35mila euro, con cinque dirigenti medici legali indagati.

Le indagini, durate circa due anni, hanno consentito di scoprire la truffa dei falsi certificati dei medici legali, i quali avevano un tariffario fisso. In particolare servivano 50 euro per una certificazione di morte naturale e 70 euro per il test del Dna per ottenere l’ok alla cremazione.

Ecco quanto spiegato dal colonnello Alessandro Casertano:

“Le attività d’indagine hanno seguito tre direttrici. L’inchiesta è partita da alcuni casi di assenteismo di medici, successivamente approfonditi attraverso attività tecniche e riprese. Le successive indagini hanno fatto emergere falsi, certificazioni false, rilascio per esame Dna per procedere a cremazione. Normalmente il medico deve andare sul posto, constatare il decesso, autorizzare il trasporto salma che avviene attraverso il certificato rilasciato dall’ufficio di stato civile del Comune di Napoli”.

Dello stesso avviso il comandante del Nas, generale Raffaele Covetti:

“Attestazioni e firme erano state falsificate. C’erano procacciatori per documenti falsi, emissione certificati ed emissione pass. Tutto documentato da video con passaggio di somme di denaro per accertamento del decesso. Si tratta di kit tracciati, che può avere solo l’Asl, ma erano in possesso degli imprenditori”.

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Cronaca

Shock in casa, strangola l’anziana madre con un foulard e poi chiama i carabinieri

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Era la mattina di domenica scorsa quando le forze dell’ordine hanno ricevuto una chiamata contenente un messaggio forte: “Venite, ho ucciso mia mamma”.

Questo grido d’aiuto è di Giuseppina Martin, la 67enne originaria di San Giovanni Valdarno che poco prima aveva ucciso la madre 93enne Mirella Del Puglia, strangolandola con un foulard. Quando i carabinieri sono giunti sul posto hanno trovato il cadavere dell’anziana, con il marito della figlia che era in casa ma non si era ancora accorto di nulla.

Infatti l’uomo era stato chiuso in bagno dalla moglie, la quale voleva agire indisturbata. Al momento l’ipotesi più accreditata è che la donna fosse esasperata dal dover accudire la madre, con la goccia che ha fatto traboccare il vaso da ricercare nell’ennesima richiesta dell’anziana di alzarsi dal letto durante la notte.

La stessa Giuseppina Martin ha raccontato agli inquirenti di quanto fosse diventato difficile accudire la madre, che aveva ormai perso la piena autonomia fisica e mentale, costringendola a notti pesanti per assisterla. Pertanto la donna è stata arrestata e secondo il Gip dovrà restare in carcere, nonostante i suoi legali avessero chiesto gli arresti domiciliari.

Ecco quanto dichiarato dall’avvocato difensore, Stefano Lusini:

“Questo non è un delitto da punire viste le circostanze, la mia assistita si è resa conto di aver sbagliato a pensare di potercela fare da sola ad accudire la madre. Al momento la casa è sotto sequestro, ma stiamo lavorando per i domiciliari”. 

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Cronaca

Blitz della GdF, sequestrato il patrimonio dell’autista di Messina Denaro

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Gli agenti della Guardia di Finanza di Palermo hanno eseguito un provvedimento di sequestro di oltre 3 milioni di euro nei confronti di Giovanni Luppino, autista di Matteo Messina Denaro, arrestato insieme al boss il 16 gennaio 2023 presso la clinica La Maddalena.

Pertanto i finanzieri sono riusciti a ricostruire il patrimonio di Luppino, condannato in primo grado a 9 anni e 2 mesi di reclusione e del nucleo familiare, scoprendo flussi di denaro che sarebbero stati destinati a finanziare la latitanza del boss di Cosa nostra.

In particolare sono stati rintracciati numerosi bonifici e assegni emessi da personaggi vicini all’allora latitante a favore dell’autista, che secondo gli inquirenti rappresenta “l’indice di una concreta attività di sostegno assicurata attraverso la messa a disposizione di ingenti somme di denaro”.

Contestualmente, sono stati oggetto di sequestro due società nel settore della coltivazione, lavorazione e conservazione di frutti oleosi, frutta e ortaggi, a Campobello di Mazara (TP), sette immobili tra Campobello di Mazara e Castelvetrano (TP), tre rapporti bancari e un’auto.

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