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Cronaca

Napoli, soldi falsi per conto del clan Mazzarella: a processo 40 persone

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Nel corso della giornata di ieri, il Pm della direzione distrettuale antimafia il Dr. Sergio Raimondi, ha effettuato la requisitoria nei confronti dell’organizzazione di falsari con base a Porta Nolana, che era stata però azzerata ad aprile scorso con un blitz dei carabinieri.

Pertanto il processo si è celebrato nell’aula 116 del Tribunale di Napoli, con i 40 imputati che hanno scelto tutti il rito abbreviato, tra cui anche il presunto capo della holding Domenico Filadoro, alias ‘O Cianacco’.

Le indagini condotte dal comando carabinieri antifalsificazione monetaria avevano monitorato 24 ore su 24 l’attività del gruppo e degli esterni, grazie a microspie e telecamere piazzate abilmente nel basso di vico Vetriera Vecchia 21 e in altri punti, tra cui un bar di piazza Garibaldi ‘sospetto’.

Da lì è emersa la vendita di euro falsi in Italia e all’estero, organizzata e diretta da Filadoro con la collaborazione di Luigi Castiello e Ciro Di Napoli. Al primo era contestata anche l’aggravante camorristica per i rapporti con i Mazzarella e in particolare con il capozona del Mercato, Ciro Mazzarella.

Inoltre tale scenario era stato arricchito da sequestri di valuta contraffatta, per un valore nominale complessivamente stimato in oltre 200mila euro nonché da sette arresti di acquirenti, tre dei quali cittadini francesi in procinto di rientrare in patria.

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Circonvenzione d’incapace, sequestrati quasi 700mila euro: 7 indagati

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Gli agenti della Guardia di Finanza di Torre Annunziata hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo pari a 678.800 euro relativo a disponibilità finanziarie e ad un immobile nei confronti sette persone, tutte indagate a vario titolo per circonvenzione di persone incapaci, ricettazione, autoriciclaggio e falso ideologico in atto pubblico.

In particolare, la principale indagata sarebbe una donna, la quale avrebbe plagiato una 92enne di Gragnano affetta da “un grave e severo deterioramento cognitivo riconosciuto da perizie mediche”, allontanandola dai parenti e compiendo atti di disposizione sul suo patrimonio, fino a qualificarsi quale sua amministratrice di sostegno senza averne diritto.

Secondo una prima ricostruzione la donna si è dapprima conquistata la fiducia della vittima e dopo averla inserita nel proprio stato di famiglia, avrebbe cointestato a quest’ultima e a sé stessa un conto corrente, poi svuotato tra il 2018 e il 2023 con ripetuti pagamenti in favore di persone amiche o parenti, nonché attraverso l’acquisto, avvenuto nel 2020, di un appartamento con relativo box auto a Sant’Antonio Abate.

Ecco quanto spiegato in una nota dal procuratore capo della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso:

“L’adozione del provvedimento di sequestro è finalizzata, oltre che a recuperare quanto indebitamente sottratto dagli indagati alla persona offesa, altresì a prevenire ulteriori conseguenze dannose per quest’ultima, dal momento che, poco tempo addietro, era stata falsamente attestata, da un notaio compiacente, la conformità di una procura generale a gestire il patrimonio in favore dell’artefice del disegno criminoso”.

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Campania, confiscati 50 milioni di euro a usuraio napoletano deceduto nel 2014

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Sono passati circa 11 anni dalla sua morte, avvenuta nel 2014, ma il suo patrimonio è stato confiscato dallo Stato solo nella mattinata odierna.

Stiamo parlando dell’usuraio napoletano Nicola Di Maio, cui la Guardia di Finanza nel 2012 sequestrò una struttura ricettiva e macchine d’epoca tra cui una Jaguar XJ220, del valore di oltre mezzo milione di euro.

Pertanto il sequestro eseguito dai carabinieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli nei confronti dell’imprenditore deceduto e dei suoi eredi, è ora divenuto confisca definitiva. L’ammontare del sequestro è di 50 milioni di euro.

Le indagini condotte dai finanzieri della Compagnia di Casalnuovo di Napoli negli anni 2011 e 2012, avevano già evidenziato che l’uomo residente a Mariglianella e deceduto nel 2014,  disponeva di un patrimonio di ingente valore, frutto di attività delittuose condotte nel tempo, del tutto sproporzionato rispetto alla capacità economica dichiarata.

In particolare l’imprenditore procacciava clienti a cui cedere veicoli con rateizzazioni molto onerose garantite dagli acquirenti anche con l’emissione di cambiali e a fronte dell’ipoteca sul mezzo. I proventi dell’usura venivano poi reinvestiti in terreni e immobili, società alberghiere e autovetture di grossa cilindrata, anche intestati fittiziamente a propri congiunti.

Contestualmente, arriva il commento del deputato Francesco Emilio Borrelli:

“L’ennesimo pseudo-imprenditore, uno dei tantissimi che infestano la nostra terra. E’ una questione molto importante da affrontare, in quanto è la cosiddetta zona grigia, formata da una schiera di imprenditori e professionisti, ad accrescere il potere delle organizzazioni criminali. Dare alla magistratura nuovi strumenti, attraverso la modifica delle normative, lo snellimento degli atti burocratici e la collaborazione dei vari albi professionali, per mettere al muro i galoppini(in molti casi uomini alla pari) dei boss vorrebbe dire dare un colpo da ko alle mafie”.

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Cronaca

Pedopornografia online generata dall’AI, arrestate 25 persone: la nota dell’Europol

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Sono almeno 25 le persone arrestate per la distribuzione online di contenuti pedopornografici generati dall’Intelligenza Artificiale, come annunciato dall’Europol.

Pertanto si tratta di una delle prime operazioni di questo tipo, che coinvolgono l’AI, come affermato anche in una nota dall’agenzia di Polizia europea:

“L’operazione Cumberland è stato uno dei primi casi di pornografia infantile generata dall’intelligenza artificiale, rendendo il compito degli investigatori particolarmente difficile a causa della mancanza di una legislazione nazionale riguardante questi crimini”.

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