Sarà il cardinale Luis Antonio Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, a guidare questa sera alle 21 il rosario in Piazza San Pietro per la salute del Papa.
A comunicarlo è stata la stampa vaticana in una nota, aggiungendo che il “Papa ha riposato bene tutta la notte”. Ecco quanto affermato dal cardinale Angelo Bagnasco:
“Mi pare che non ci sia alcun motivo per parlare di dimissioni o per ipotizzarle. Se il mondo si è fermato per pregare, è una cosa grandissima: una catena di preghiera che si è innalzata al Signore proprio per il Santo Padre Francesco, in questo momento così delicato. Secondo i bollettini medici, le condizioni di salute del Papa sono in lieve miglioramento. Continuiamo a pregare affinché migliori sempre di più, fino alla completa guarigione e al ritorno al suo ministero”.
Inoltre, il presidente della Società italiana di geriatria e gerontologia, Dario Leosco, ha così commentato l’ultimo bollettino sulle condizioni di Papa Francesco:
“La situazione clinica del Pontefice resta sicuramente grave e importante ma non direi critica, e al momento non ritengo vi siano segnali di una condizione di sepsi iniziale. Il Papa sta dimostrando di avere una tempra forte e sta reagendo, e questo è positivo. Ma questa condizione clinica potrebbe protrarsi a lungo, dato il quadro complesso, e concordo con il fatto che la prognosi resti riservata. Gli episodi di crisi respiratoria che il Papa ha avuto sono dovuti alla componente asmatica che provoca una restrizione delle vie respiratorie, ovvero una broncocostrizione. Quindi l’aggravamento riscontrato anche ieri non credo sia giustificato dal mancato controllo dell’infezione respiratoria, bensì dalla condizione dei bronchi che è critica e può essere controllata solo dalla somministrazione di farmaci cortisonici”.
Poi, prosegue: “Il fatto che il Pontefice entri ed esca da questi quadri altalenanti di aggravamento della condizione respiratoria appare cioè più legato alla componente asmatica e potrebbe dunque non essere legato alla mancata risposta alla terapia antibiotica. Quanto all’anemia, l’infezione di per sé provoca una depressione dell’attività del midollo e quindi una riduzione della produzione di cellule sanguigne, così come il fatto che sia sottoposto ad una terapia antibiotica massiccia. Ad ogni modo, se si passa da una situazione instabile ad una più stabile, come pare stia accadendo, credo che non ci siano degli elementi che possano far prevedere al momento una condizione di sepsi. La sepsi infatti è una condizione grave che non si risolve a breve. Pertanto, mi pare che il quadro clinico generale non sia da collegarsi ad un problema septico. L’ossigenoterapia resta invece necessaria per mantenere una condizione accettabile dei parametri respiratori”.
Infine, conclude: “Il superamento dell’attuale condizione di criticità dipende dall’andamento dell’infezione polmonare che è espresso dagli indici infiammatori sistemici, quindi dall’emocromo, dai globuli bianchi e la proteina C reattiva. La risposta alla terapia antibiotica dipende dall’andamento di questi parametri, che al momento non sono resi noti nel bollettino. Sono dunque ore decisive per valutare la risposta alla terapia antibiotica”.