Maxi operazione condotta dai carabinieri del Ros di Catania, nella quale è stato tratto in arresto il deputato regionale siciliano Giuseppe Castiglione, capogruppo del Movimento Popolari e autonomisti.
Egli, nel novembre 2022, ha ricoperto diversi ruoli in Commissione regionale antimafia e nelle commissioni Affari istituzionali e Attività produttive. Poi, poco prima di essere eletto all’Ars, era stato nominato al consiglio comunale di Catania in qualità di presidente d’Aula.
In particolare, l’inchiesta Mercurio ha portato alla luce presunte infiltrazioni mafiose della famiglia Santapaola-Ercolano, ai vertici di Cosa Nostra di Catania, tra le istituzioni con voto di scambio. Infatti, oltre al deputato regionale Castiglione del Mpa, i Ros hanno arrestato anche un consigliere comunale di Misterbianco, Matteo Marchese, eletto con Italia Futura e poi passato al Mpa.
Secondo l’accusa, nelle elezioni amministrative per il Comune di Misterbianco del 24 ottobre 2021, “Marchese avrebbe accettato la promessa di voti procurati dalla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, tramite Domenico Colombo, in cambio della promessa a soddisfare gli interessi economici, nel settore lavori pubblici, dell’associazione mafiosa”.
In parallelo, le indagini dei carabinieri del Ros sulla famiglia mafiosa di Ramacca, consentivano di individuare “gli uomini di assoluta fiducia di Pasquale Oliva, deputati, sulla base dei gravi indizi raccolti, al mantenimento del controllo del territorio di rispettiva competenza e alla cura degli interessi economici del sodalizio mafioso”.
Inoltre, la famiglia di Ramacca si sarebbe spesa a sostegno dell’elezione avvenuta, del sindaco Nunzio Vitale e del consigliere comunale Salvatore Fornare, poi eletto vice presidente del consiglio comunale, venendo anch’essi arrestati.
Ecco la nota della Procura di Catania:
“In questo contesto sarebbe emersa la capacità della famiglia mafiosa di Ramacca di condizionare l’esito delle consultazioni elettorali amministrative per il comune di Ramacca, avvenute l’11 ottobre del 2021, in forza del patto stabilito tra gli affiliati, Antonio Di Benedetto e Salvatore Mendolia e i candidati a sindaco Nunzio Vitale e a consigliere comunale Salvatore Fornaro, entrambi con la lista Ramacca costruiamo una bella storia”.
Poi, aggiunge: “L’accordo, sempre sulla base dei gravi indizi raccolti, avrebbe previsto l’impegno da parte degli affiliati di procurare voti a favore dei due politici in cambio dell’affidamento di lavori pubblici a ditte segnalate dalla stessa associazione mafiosa. L’accordo avrebbe anche avuto come oggetto la carriera politica del Fornaro che, poiché strettamente legato a Di Benedetto, gravemente indiziato di essere componente dell’associazione mafiosa, doveva essergli garantita dalla sponda politica un ruolo strategico all’interno dell’amministrazione comunale”.