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Ancora CAIVANO in TV. Bene “Il Presidio” su Rai 3. Meno bene le dichiarazioni del C.te Cavallo e quelle del prete Patriciello

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CAIVANO – Ieri sera ho guardato con molto interesse la trasmissione inchiesta dal titolo “Il Presidio” andata in onda su Rai Tre. L’appuntamento di ieri parlava di Caivano e illustrava con quanta solerzia e dedizione gli uomini di Alberto Maria Cavallo lavorano incessantemente sul territorio caivanese.

Ho seguito con interesse e sono stato davvero felice che finalmente una trasmissione d’inchiesta venga fatta con dovizia di contenuto tenendo sempre cura del dettaglio ma non uscendo mai fuori dalla realtà e senza enfatizzare o romanzare la sceneggiatura.

Lo spaccato andato in onda nell’episodio di ieri è stata la rappresentazione plastica della vita quotidiana del narcotraffico caivanese, una realtà ancora viva e presente sul territorio e che non fa distinzione tra spacciatore e consumatore, infatti quello che hanno voluto mostrarci i militari dell’Arma dei Carabinieri della Compagnia di Caivano è come loro riescono a disarticolare le piazze di spaccio seguendo le mosse degli avventori che spesse volte sono comuni operai che finito il turno di lavoro, sentono la necessità di adrenalinizzare la propria vita.

Dal servizio si è evinto, per chi conosce il territorio, quali sono oggi le principali piazze di spaccio e il posto in cui sono ubicate e come alcune di queste riemergono già il giorno dopo la disarticolazione effettuata dai militari inquirenti, senza per questo svilire o affrantare i carabinieri di Caivano che sono sempre pronti ad annientare il crimine. Un lavoro eccellente oserei dire, quello del collega Claudio Camarca e del suo staff.

Unica nota dolente del servizio appartiene ad alcune dichiarazioni partorite dal Capitano Alberto Maria Cavallo, che in occasione della prossima festa del carnevale, davanti alle telecamere di Rai 3 si è lasciato andare ad un’affermazione infelice per l’intera comunità, asserendo che a Caivano in occasione del Carnevale prima i bambini si travestivano da Gomorra e adesso, ossia dopo lo pseudorisanamento del territorio da parte del Governo Meloni, i bambini si travestono da poliziotti e carabinieri.

Ora, non so il Capitano Cavallo di quale Caivano stesse parlando perché, personalmente, in 48 anni di vita, eppure di sfilate di Carnevale sul corso ce ne sono state, non ho mai visto un bambino vestito neanche con baffi, coppola e lupara come spesso accade vedere attraverso le immagini dei TG e non so neanche se quelle dichiarazioni sono frutto della sua fantasia o l’assidua compagnia col prete Patriciello che proprio in questi giorni ha pubblicato una foto che lo ritraeva insieme a due bambini, uno vestito da carabiniere e l’altra da poliziotta ha funto da sua musa ispiratrice.

Perché alle strumentalizzazioni del prete Patriciello siamo abituati. Dieci anni fa sul suo profilo facebook campeggiavano immagini di bambini malati o addirittura morti di tumore pur di dimostrare il nesso tra inquinamento dei terreni con le malattie neoplastiche, mentre oggi usa i bambini travestiti di carnevale per alimentare ancora di più la propaganda attuata dal Governo Meloni sul risanamento del territorio.

Ma da un comandante di una Compagnia dei Carabinieri ci si aspetta un profilo istituzionale e meno enfatico. Un comportamento che ricopra il suo ruolo e che non faccia né avvilire né indignare la comunità che si vuole tutelare. Anche perché a questa enorme pantomima – priva di una controprova in quanto non sono mai state mostrate foto di bambini caivanesi vestiti da Gomorra – nessun caivanese potrebbe né starci né accettare.

Quindi non voglio far trascinare neanche me in questa confusione e vorrei sapere: a Caivano il territorio è stato bonificato si o no? Perché se da un lato è stato bonificato non ci dovrebbe essere stato l’episodio de “Il Presidio” su Rai 3 ad illustrare ancora come siano attive le piazze di spaccio sul territorio caivanese e soprattutto non ci dovevano essere le dichiarazioni del prete Patriciello che a Rai 2 ha asserito che se le piazze di spaccio si sono spostate dal Parco Verde verso il centro, non è colpa degli spacciatori ma dei drogati che continuano a costituire una domanda altissima sul territorio. Avete sentito bene, queste sono state le dichiarazioni del prete sotto scorta Maurizio Patriciello che quasi quasi assolve chi fa il lavoro dello spacciatore che indubbiamente è parte integrante di un sodalizio criminale e che senza pietà vende morte agli angoli delle strade buttando la croce addosso a qualche povero cristo che l’unica colpa che ha è quella di avere una debolezza fisica, psichica e culturale che lo induce nel vortice della tossicodipendenza.

Allora basta! Lo dico da anni, bisogna togliere il megafono dalla mano di chi non conosce le basilari nozioni della Comunicazione ma soprattutto dalle mani di chi manca di mezzi, conoscenze e competenze del tema di cui si sta parlando.

La colpa è anche dei colleghi. È anche dei media che nel nome del mainstream e della visualizzazione a tutti costi finisce di svilire i temi, approcciando ai microfoni e alle telecamere persone di mediocre preparazione culturale ma che sanno ben alimentare quella demagogia e quel populismo che tanto piace alla massa mediocre italiana.

Ma più di tutto non riesco più a tollerare la fiction che si vuole creare attorno al brand “Caivano”. Non riesco più a tollerare l’assenza di indignazione da parte della parte sana della mia città che non si ribella a questo palcoscenico della vergogna su cui, giorno dopo giorno, si fanno salire bambini, povera gente, sfruttati e abbandonati pur di far apparire la nostra amata Caivano come il peggior posto del mondo e promuovere come salvatore della patria la figura di chi ha tutto l’interesse per mantenere all’impiedi questa messa in scena delirante.

BASTA! BASTA! BASTA! Caivano è una città difficile come tutte le periferie del mondo che presenta tanti problemi tra cui la criminalità organizzata, la microcriminalità e il narcotraffico ma presenta anche tante eccellenze come le aziende Unilever, PPG, Caffè Borbone, Acetificio De Nigris, CAD, tante imprese edili di rilevanza nazionale come Magri Costruzioni ed Edil Pinto, se dimentico qualcuno mi perdonerete. Tanti professionisti che hanno raggiunto traguardi importanti, come il Dr. Raffaele Marzano nominato dal Ministero della Salute componente del tavolo tecnico per l’approfondimento delle problematiche relative all’attività di dispensazione al pubblico di medicinali per uso umano con particolare riguardo alla vendita on-line, la prorettrice dell’Università Federico II Dr.ssa Angela Zampella e tanti altri ancora. 

Caivano non è più pericolosa di Giugliano, di Poggiomarino o di Pomigliano d’Arco, anche in queste città si sono avute delle commistioni tra politica e criminalità sfociate in arresti eccellenti tra politica e affiliati ai clan ma non mi è parso di aver ascoltato la notizia di un decreto che porti il nome di una di queste né mi sfugge il fatto che in queste altre città non avvengano delitti, stupri o che non si venda droga, ad esempio. Eppure, queste altre vengono trattate come tutte le altre città del mondo, allora la domanda che mi pongo è: Cosa avranno mai fatto di male Caivano e i caivanesi per meritarsi un’onta simile? Io la risposta la potrei anche dare, ma vorrei che tutti i caivanesi ci arrivassero da soli.

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CAIVANO. Quando l’unione fa la forza. Trovato accordo tra le istituzioni sui Voucher sportivi al Centro Pino Daniele

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CAIVANO – Apprendo con molta soddisfazione dall’annuncio del prete Maurizio Patriciello che finalmente “Sport e Salute” e la Regione Campania sono giunti ad un accordo affinché i bambini caivanesi possano usufruire del voucher Campania per praticare sport a costi sostenibili.

Una battaglia che ha visto me e chi mi accompagna in questo percorso giornalistico di lotta alla verità pionieri e combattenti. Un allarme lanciato nel mese di Giugno scorso (guarda qui) quando informammo la cittadinanza che al Centro Delphinia – oggi Pino Daniele – la gestione di Sport e Salute non permetteva il recepimento del Voucher sport regionali istituiti dal Governatore Vincenzo De Luca.

A seguito di queste nostre informazioni attirammo le attenzioni anche delle reti nazionali che in quel periodo avevano più riflettori accesi per il nostro territorio e il 27 ottobre scorso arrivano le telecamere di Rete 4 con Cartabianca (leggi qui), poi quelle di Report, dove mi hanno visto protagonista dal punto di vista di tutte le inchieste trattate e nell’intervista sull’Università a inizio dicembre 2024 ma il servizio è andato in onda il 12 Gennaio scorso (guarda qui), alla fine poi c’è stata la polemica montata dallo stesso Governatore De Luca in una sua diretta social del venerdì, e mentre all’indomani del servizio di Report il prete Maurizio Patriciello, in netta difficoltà nel video perché non riesce a difendersi sul tema voucher al Pino Daniele, attacca Report, Sigfrido Ranucci e tutta la sua redazione per avergli dato poco spazio e distorto la verità (leggi qui), oggi invece attraverso il suo profilo social esalta e valorizza il lavoro fatto dalle due istituzioni – Sport & Salute e Regione Campania – sull’accordo trovato sui voucher regionali da poter far usufruire alle famiglie caivanesi con ISEE basso.

Meglio tardi che mai. Ancora una volta avevamo ragione noi. Ma mentre quando lo dicevamo noi eravamo quelli che non si accontentano e che puntano sempre il dito o, peggio ancora, quelli di sinistra che attaccano la Meloni o, peggio del peggio ancora, haters del prete, oggi nessuno ha il coraggio di dire che forse, questi provvedimenti sono frutto di una lotta sociale, silente e gentile, intrapresa sul territorio e imbracciata da persone che non solo pretende sempre il meglio da chi ci governa ma che se parla, lo fa solo per interesse collettivo e mai personale.

Meglio tardi che mai dicevo. E stavolta anche se tenta di rigirare la frittata o distrarre l’attenzione sul merito alle due istituzioni, devo ringraziare Maurizio Patriciello per aver diffuso questa notizia e per essersi reso conto che al risanamento del Centro Delphinia manca qualche tassello importante, come manca ancora tutt’ora il coinvolgimento delle Associazioni del territorio, della parte sana della comunità. Ma sono fiducioso che anch’egli, facendosi promotore di tutto quanto mancato dal Governo e denunciato da noi e dalla nostra comunità, un giorno possa diffondere la notizia che il Centro Delphinia può essere utilizzato anche dalle associazioni sportive indoor e outdoor di Caivano.

Tutto bene quel che finisce bene e questo risultato ce lo intestiamo tutto perchè dimostra che con le proteste, le critiche ma soprattutto il buon senso e l’unione di tutte le forze che contano sul territorio a beneficiare non potrà essere che solo ed esclusivamente il bene comune. Bravo Maurizio Patriciello.

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CAIVANO. Prorogata l’Amministrazione Prefettizia per altri sei mesi. Si voterà nel prossimo novembre

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CAIVANO – È stato appena deliberata dal Consiglio dei Ministri nella persona del Ministro dell’interno la proroga per altri sei mesi dell’Amministrazione prefettizia della terna commissariale straordinaria composta da Filippo Dispenza, Simonetta Calcaterra e Maurizio Alicandro. A questo punto la scadenza naturale dell’Amministrazione prefettizia sarà quella del 16 ottobre 2025. Questa la nota apparsa sul sito del Consiglio dei Ministri.

SCIOGLIMENTO DI CONSIGLI COMUNALI

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, in considerazione della necessità di assicurare il completamento dell’azione di risanamento degli enti rispetto alle infiltrazioni della criminalità organizzata, ha deliberato la proroga, per la durata di sei mesi, dello scioglimento dei consigli comunali di Capistrano (Vibo Valentia) e Caivano (Napoli), ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

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CAIVANO. Anche gli intellettuali cominciano ad indignarsi allo spettacolo delirante creato intorno alla Terra dei Fuochi

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CAIVANO – Ho appena avuto modo di leggere l’opinione dell’ex Sindaca di Caivano Francesca Falco pubblicata sul Caivano Press del collega Francesco Celiento e leggere le sue parole mi ha davvero rallegrato il cuore, oltre che accendere ancor di più in me quella fiamma di rivalsa a difesa del nostro territorio martoriato e denigrato dalle bugie mediatiche che hanno affossato totalmente sia il tessuto sociale che economico della nostra comunità.

Francesca Falco, uno dei veri pochi intellettuali che io conosca a Caivano. L’ultimo baluardo della resistenza di una politica che non esiste più. L’azzeramento di essa si è avuto con il secondo scioglimento per ingerenze criminali consecutivo ma donne e uomini di cultura alla pari di Franca Falco, a Caivano, oggi si contano sulle punte delle dita.

Sono davvero contento che finalmente anche chi potrebbe tranquillamente tracciare un solco etico e morale all’interno della nostra comunità oggi affronta un problema annoso come quello della Terra dei Fuochi. Un problema che, durante l’arco degli anni, è diventato più una questione di cattiva comunicazione che ambientale.

La Terra dei Fuochi a Caivano esiste ma è legata solo al fenomeno dei roghi tossici, un fenomeno legato a doppio filo con il mondo sommerso del parallelo e i nostri cattivi stili di vita inerenti il concetto del risparmio che ci induce a contribuire alla crescita del mercato del falso e dell’usato dei pneumatici.

Ma a queste latitudini c’è qualcuno che ama drammatizzare, allarmare, spettacolarizzare e fare demagogia sul dolore altrui, lo stesso dolore che, come dichiara Franca Falco, per ogni buon cattolico dovrebbe essere un sentimento intimo, che dovrebbe essere metabolizzato in privato e nella preghiera, affidandosi alla propria fede e vivendo nella speranza che ogni nostro caro perso in questa vita, potrebbe vivere meglio in un’altra.

E mentre qui, si cerca a tutti i costi un colpevole, per poter poi chiedere il conto, anche salato, allo Stato e sperare nei famosi risarcimenti alle famiglie vittime del cancro facendo leva su un nesso tra inquinamento e patologie neoplastiche mai dimostrato e forse mai dimostrabile, intanto si continua a cercare di creare il vuoto istituzionale puntando il dito sulle istituzioni locali, accusando sindaci, commissari e Polizia Locale di aver fatto poco e male il proprio dovere.

In questo vuoto istituzionale creato ad hoc, ci si è infilati con la lotta della Terra dei Fuochi, una lotta fondata sul nulla, mentre a Caivano si lasciano le persone a morire a contatto con l’amianto, l’unico materiale cancerogeno dichiarato dall’Agenzia della Ricerca sui Tumori, si imbracciano lotte su argomenti fasulli e fallaci.

Un vuoto che però è piaciuto alle Istituzioni sovracomunali che boicottando quelle locali venivano e continuano a venire a Caivano a fare passerelle in una chiesa che oramai prende sempre più le sembianze di un piccolo parlamento che di un luogo di culto cristiano. Un luogo che non perde tempo ad ospitare il Presidente della Repubblica, Ministri, Prefetto e Forze dell’Ordine ma che allo stesso modo non perde tempo a chiudere le sue porte a persone che seppur, borderline, restano esseri umani lasciati al freddo per strada.

Tutto questo nel nome dell’unico dio: il dio denaro! Lo stesso denaro che è stato già distribuito – nella cifra pari a 745,4 milioni di euro – e che a nulla è servito e chissà in quali tasche è andato a finire. Lo stesso denaro che si continua a chiedere al Governo e che dovrà servire ad altre bonifiche inesistenti fatte su terreni che mai hanno visto intombare o sotterrare una bustina di rifiuti manco solido urbano.

Ma oggi sono felice, perché a distanza di dieci anni non sono più solo e sapere che una grande intelligenza caivanese come la preside Franca Falco tira le orecchie a chi si è prestato allo spettacolo poco edificante tenutosi nella chiesa San Paolo Apostolo domenica scorsa lascia ben sperare per il futuro.

Sono convinto che le belle parole della ex dirigente scolastica possano creare un solto etico e determinare l’opinione pubblica sul tema e a tal riguardo suggerirei a tutte le menti pensanti di Caivano, a tutti quelli che hanno compreso dove risiede l’origine della nostra cattiva immagine ma soprattutto a tutti coloro che conoscono la verità e in nome di essa volessero risolvere i problemi della nostra comunità di fare fronte unico, di allearsi sotto un’unica bandiera, quella giallo verde, quella che tanto fa battere i cuori di chi vi è nato sotto il suo sventolio e di indignarsi, di avere il coraggio di denunciare, tutti insiene, il male e il crimine, senza compromessi né tutela dell’interesse personale. Solo così si può tornare a colmare democraticamente quel vuoto istituzionale e impedire a chi non è preposto di riempirlo illegittimamente.

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