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Afragola

Tutta la verità sul Congresso di Più Europa e la necessità del dirigente Mosca di fare chiarezza a mezzo social

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AFRAGOLA – Non si placano le polemiche sulla votazione delle cariche tenutesi nell’ultimo congresso di Più Europa del 9 febbraio scorso all’interno dell’Auditorium Antonianum di Roma. Chi ha perso non ci sta e proprio come il bambino che porta via il pallone da una partita di calcio che sta perdendo dicendo che è suo, così Benedetto della Vedova e Valerio Federico chiamano le testate giornalistiche amiche e cercano di fuorviare l’informazione sulla verità delle elezioni romane di Più Europa, adducendo la loro sconfitta ad una chiamata alle armi di un terzo dei tesseramenti che in realtà e nelle mani di una sola regione, la Campania.

Ma Della Vedova non era quello convinto della mozione unica a Presidente del Partito perché sicuro di essere coperto dall’endorsement della fondatrice Emma Bonino, al punto tale da apostrofare un dirigente di partito afragolese con l’appellativo “mezza potenza”? L’ex Segretario di Più Europa non è lo stesso che riteneva le 1900 tessere campane non influenti alla determinazione di quanto già stabilito nelle segrete stanze insieme ai vertici del partito? Non è lo stesso che era già a conoscenza – sin dal 31 dicembre 2024 – che le tessere in Campania rappresentassero un terzo degli iscritti?

Per non parlare del fatto che gli elettori di Valerio Federico in realtà sono stati gli stessi che hanno eletto Presidente Matteo Hallisey votando quindi contro Benedetto Della Vedova, quindi per Federico se si vota Hallisey Presidente tutto apposto, la Campania non “imbroglia” se si vota Taibi tesoriere allora la Campania ha fatto incetta di tessere. Delle due l’una. Come funziona per l’ex tesoriere?

In realtà Afragola ha dato lezioni di Democrazia in quel di Roma. Ha dimostrato a tutti come si determina, con soli 72 tesseramenti – avete capito bene 72 tessere – un Congresso di un partito, attuando le strategie elettive di sempre. Al di là dello scivolone preso attraverso il suo video pubblicato a mezzo social dal direttore de “Il Tempo” Tommaso Cerno – che andando solo dietro alle notizie fuorvianti provenienti dai vinti, senza verificare la genuinità della notizia come ogni buon giornalista deve fare – le elezioni congressuali non sono state vinte da Magi, Hallisey e Taibi ma in realtà sono state perse da Benedetto della Vedova in persona e vi spiego come.

Come quella del Segretario, era nell’aria che anche quella del Presidente del partito dovesse essere una mozione unica e forse su questa linea, tracciata dagli stati generali del partito, erano tutti d’accordo. Ma a metà congresso quando si stavano votando le mozioni statutarie, salta fuori proprio dai candidati della lista “Europeismo o Fascismo” di espressione dell’ex Segretario Della Vedova, una mozione del tutto discriminante nei confronti della Campania.

I proponenti volevano apportare una modifica allo Statuto che indicasse il numero dei delegati al Congresso basandosi un calcolo ponderato tra gli abitanti della regione, i voti presi alle ultime elezioni e il numero dei tesserati iscritti di quella regione e non più basato sul semplice numero di tesserati come è oggi. In realtà questa mozione, secondo i proponenti, doveva porre argine al numero di adesioni che negli ultimi anni proveniva proprio dalle regioni meridionali del Paese e nello specifico dalla Campania. Un pericolo che solo chi ha potuto inserire la parola “fascismo” nel nome della propria lista potesse concepire, dato che il numero della Campania è lievitato fisiologicamente, di pari passo con i voti di preferenza al partito stesso. Così, dopo una confusione sul riconteggio dei voti a quella mozione, tutta la Campania si ribella a questa visione discriminante di una parte del partito e “minaccia” di lasciare l’aula se i lavori non sarebbero continuati in maniera del tutto democratica rispettando i più basilari principi di equità.

Da qui, in aula, come in ogni contesto democratico che si rispetti, nasce il voto di protesta contro Benedetto Della Vedova reo di essere il portabandiera di quella mozione e conoscendo le strategie del gruppo “Operazione Millennium” si decide di votare l’emiliano – no campano – molto più democratico Matteo Hallisey come Presidente del partito, mentre Valerio Federico, appoggiato solo da “Operazione Millennium” perde la competizione contro Carla Taibi alla carica di Tesoriere.

Per questo motivo il componente di Segreteria Raffaele Mosca afragolese doc, oggi ha sentito il bisogno di rispondere nei dettagli al Direttore Tommaso Cerno che, conoscitore solo della verità delle sue fonti, ignaro di quella della controparte e di tutto quanto sopra illustrato si è permesso di girare un video show senza possibilità di replica.

QUI IL VIDEO DI RAFFAELE MOSCA

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Afragola

Afragola, lunedì 24 marzo la presentazione del libro “Poteri occulti” di Luigi De Magistris

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Si terrà Lunedì 24 Marzo 2025, alle ore 18,30, presso il Teatro Gelsomino di via Don Bosco ad Afragola una serata nella rassegna “Non vivo più senza thè – Incontro con l’autore”, nell’ambito delle attività culturali della Gabbianella con il patrocinio della Regione Campania e del Comune di Afragola, la Presentazione del libro “POTERI OCCULTI” di Luigi de Magistris.

Intervengono: Salvatore Iavarone e Luigi de Magistris; al pianoforte: Agnese Laurenza; lettura di: Iole Schioppi

Protagonista da Magistrato di scottanti inchieste su corruzione e criminalità organizzata, Luigi de Magistris in questo saggio evidenzia come la Repubblica italiana, da decenni, sia fortemente condizionata da poteri occulti, con collusioni che arrivano fino al cuore dello Stato. Questi poteri costituiscono un sistema spesso criminale e sempre più pervasivo, che intreccia mafie, massonerie più o meno deviate, servizi segreti, imprenditori, finanzieri, politici e perfino settori della magistratura. Negli ultimi trent’anni, in particolare, si è assistito a una crescente criminalità istituzionale: i poteri occulti si sono mimetizzati nelle istituzioni, utilizzate per finalità illegali e per colpire, attraverso la legalità formale, chiunque osi indagare o opporsi.

Dalla Prima Repubblica a oggi – dalla strategia della tensione al piano di rinascita democratica della Loggia P2, dalla trattativa Stato-mafia alle politiche autoritarie e salva corrotti del governo Meloni – il libro ricostruisce il ruolo eversivo dei poteri occulti nella storia italiana: un vero e proprio “golpe perenne” contro la Costituzione e la democrazia.
De Magistris documenta come operano le nuove mafie al tempo del neoliberismo e denuncia la dilagante corruzione e la rinascita di una P2 trasversale ai partiti, dedita alla predazione delle risorse pubbliche. Nonostante la forza di questo sistema criminale, esistono ancora servitori dello Stato, come de Magistris, che hanno lottato e continuano a lottare per difendere legalità e giustizia, pagando spesso un prezzo altissimo. Analizzando fatti e vicende che pochi hanno il coraggio di raccontare, “Poteri occulti” è una lettura essenziale per conoscere le profonde connessioni tra politica, affari, criminalità e poteri segreti e al contempo un appassionato appello per un risveglio politico, etico e civile.

«Giovanni Falcone prima di morire disse: “Ci troviamo di fronte a menti raffinatissime che tentano di orientare certe azioni della mafia. Esistono forse punti di collegamento tra i vertici di Cosa Nostra e centri occulti di potere che hanno altri interessi. Ho l’impressione che sia questo lo scenario più attendibile se si vogliono capire davvero le ragioni che hanno spinto qualcuno ad assassinarmi”. Una tremenda profezia quella di Falcone: quei centri occulti di potere, come denuncia Luigi de Magistris in questo prezioso libro, ancora oggi soffocano e uccidono la giustizia e la nostra democrazia». Sigfrido Ranucci.

«Luigi de Magistris l’ha incontrato e avversato dapprima come PM, poi come politico e uomo di forte impegno civile: è il network dei poteri che lavora contro la Costituzione e fa dell’Italia il paese del golpe permanente». Gianni Barbacetto.

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Afragola

AFRAGOLA. Professore di un liceo aggredisce fisicamente due suoi studenti

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AFRAGOLA – Un episodio sconcertante è accaduto in questi giorni in un liceo afragolese. È successo durante la gita scolastica organizzata dal Liceo Scientifico “F. Brunelleschi”.

Al ritorno, all’interno del pullman che riaccompagnava gli studenti a casa, un professore si è scagliato contro due allievi – evidentemente poco inclini ai dettami del loro accompagnatore – arrivando perfino all’aggressione fisica.

Girano sui social di messaggistica addirittura audio e foto che testimoniano quanto accaduto. In alcune immagini sono chiare le ecchimosi al collo e al braccio di uno dei due studenti.

Desta sconforto e indignazione l’assenza di provvedimenti da parte del Dirigente scolastico che all’indomani dell’accaduto è rimasto in silenzio, cercando di far decadere nell’oblio quanto di deprecabile è accaduto durante i giorni in cui un genitore affida proprio ai professori la tutela e l’incolumità dei propri figli. Anche la nostra redazione resta in attesa di eventuali dichiarazioni del Dirigente su tale evento.

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Afragola

AFRAGOLA. Il Consiglio di Stato condanna le scelte dell’Amministrazione. Cambia la ditta della raccolta rifiuti

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AFRAGOLA – Incapacità, dilettantismo o malafede? Ai posteri l’ardua sentenza. È la prima riflessione che qualsiasi cittadino che usi costantemente il buon senso possa fare in merito alla questione servizio di igiene urbana nel comune afragolese.

E della settimana scorsa la sentenza del Consiglio di Stato che sancisce, accogliendo e non ribaltando il ricorso al Tar presentato dalla vecchia ditta della raccolta rifiuti Velia srl, che a quest’ultima debba essere affidato il Servizio e non alla vincitrice del bando di gara Ecology srl.

Si, avete capito bene, quei camion nuovi di zecca acquistati o noleggiati dalla ditta appaltatrice del servizio fantamilionario, devono tornare in rimessa per non essere mai più utilizzati. Ma andiamo per gradi.

Il Comune di Afragola con determinazione n. 1992 del 28 dicembre 2023 aggiudica a favore della Ecology s.r.l. della gara per l’affidamento del servizio integrato di raccolta, spazzamento e smaltimento rifiuti. Gli atti sono stati impugnati dinanzi al T.a.r. per la Campania, con due distinti ricorsi, corredati di motivi aggiunti, da Velia Ambiente s.r.l., società terza classificata nella graduatoria di gara (RG 945/2024) e da Isola Verde Ecologia s.r.l., seconda classificata (RG 972/2024). Con la sentenza n. 4437 del 26 luglio 2024 il T.a.r. per la Campania, riunendo i
due ricorsi principali, li ha rigettati, compensando tra le parti le spese di lite, ritenendo altresì fondato in sede conclusiva del corpo motivazionale, seppur “per completezza”, il ricorso incidentale proposto da Ecology avverso l’ammissione di Isola Verde, attesa la mancata integrazione da parte di quest’ultima del requisito del servizio continuativo almeno annuale nell’ambito del triennio rilevante.

A questo punto la Velia srl si vede costretta a ricorrere al Consiglio di Stato ma nel frattempo, nonostante il Consiglio di Stato avesse accolto ulteriori memorie il 28 ottobre 2024, il Comune di Afragola nella persona del dirigente all’Ambiente Nunzio Boccia, sollecitato dalla politica, alcuni giorni prima, a contenzioso in corso, decide di affidare l’appalto, facendo apporre le firme sui contratti alla Ecology srl e dando inizio al nuovo corso della nuova ditta.

Intanto il giudizio va avanti e mentre al Comune va in scena il decorso marketing dell’avvio lavori con tanto di conferenza stampa e presentazione della nuova ditta, e mentre i giudici del Consiglio di Stato decidevano di revocargli l’appalto e di affidarlo alla terza in classifica Velia srl certificandolo attraverso la sentenza del 29 gennaio scorso, il Sindaco Pannone e il dirigente Nunzio Boccia decidono di mettere a sistema anche l’acconto del 20% sulla prima annualità e tutto questo avviene sempre a giudizio in corso lo scorso dicembre a pochi giorni prima delle festività natalizie.

Allora oltre alla domanda di cui sopra altre sorgono spontanee: cosa spinge la politica a fare queste scelte quando è consapevole che la situazione potrebbe essere ribaltata da un momento all’altro dai giudici del Consiglio di Stato? Veramente il Sindaco Pannone o chi per esso ha voluto fare l’indovino sulla sentenza? Perché pagare il 20% di acconto su un’annualità dove non sarebbe mai stata certa la sua fine? Perché andare anche contro il parere del Dirigente all’Economia che non l’aveva firmata? Perché fare tutto questo spreco di denaro pubblico? Come dicevano i latini: cui prodest haec omnia? Ai posteri l’ardua sentenza.

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