Blitz all’alba dei carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale e la Sicurezza energetica di Napoli, che nell’ambito di un’inchiesta per traffico illecito di rifiuti hanno eseguito numerose ordinanze di custodia cautelare.
Stando alle prime informazioni sarebbero circa 4mila le tonnellate di rifiuti speciali stoccati illecitamente dall’organizzazione, provenienti prevalentemente dalla regione Campania e abbandonati in capannoni in disuso della provincia di Taranto e Matera, oltre che in aree agricole della provincia di Cosenza.
Pertanto sono 43 i nomi iscritti nel registro degli indagati, dei quali 9 raggiunti da misura di custodia cautelare. Si tratta di organizzatori dei trasporti, intermediari e gestori formali delle società responsabili.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, alcuni tra gli indagati avrebbero utilizzato un’autorizzazione ambientale fittizia per un impianto di trattamento rifiuti a Viterbo, rifiuti poi in realtà finiti in Puglia dalla Campania o dalla stessa Puglia.
Il giro d’affari stimato si aggirerebbe intorno al milione di euro e contestualmente sono state sequestrate tre società tra le province di Napoli, Viterbo e Avellino, oltre che tre capannoni industriali in provincia di Taranto e di Cosenza, due terreni agricoli nel Cosentino e 25 automezzi nella provincia di Brindisi.