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Politica

Comune di Napoli, nella notte approvato il bilancio, Manfredi: “Riduzione indebitamento era obiettivo primario”

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È stato approvato a maggioranza alle 3:46 della scorsa notte, con l’astensione di Toti Lange e i voti contrari di Guangi, Savastano, Maresca e Longobardi, il bilancio preventivo del triennio 2025-2027 del Comune di Napoli, che – si rileva da palazzo San Giacomo – “segna un passaggio fondamentale per la gestione economica della città”.

“La riduzione dell’indebitamento era l’obiettivo primario, abbiamo salvato la città dal dissesto come ha certificato anche la Corte dei conti”. Così il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.

Manfredi ha indicato, tra gli elementi contenuti nel documento contabile, di cui va più orgoglioso, la riduzione dei tempi di pagamento dei fornitori che – ha sottolineato – “oggi sono pagati a 30 giorni mentre prima si arrivava a pagare anche dopo un anno. Aver diminuito i tempi di pagamento significa che chi garantisce un servizio al Comune è pagato subito e questo ci consente di avere servizi di qualità e di avere imprese che hanno il giusto ritorno come è naturale che sia”.

Manfredi ha posto l’accento anche sulle assunzioni: “Abbiamo effettuato un grande ricambio, un turn over del personale con 2600 assunzioni, inserendo tanti giovani e persone capaci che hanno sostituito i tanti andati in pensione, ringiovanendo in maniera significativa così la nostra struttura amministrativa”.
Sul fronte degli investimenti, il primo cittadino ha evidenziato le maggiori risorse destinate alla gestione della manutenzione affermando che “sebbene siano ancora insufficienti per una città grande come la nostra, rappresentano un’inversione di tendenza rispetto a un decennio in cui l’investimento era stato vicino allo zero”.

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POLITICA

Ue, la Commissione Europea stanzia oltre 1 miliardo di euro nel settore della Difesa

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La Commissione Europea ha adottato il quinto programma di lavoro annuale del Fondo europeo per la difesa (Edf), “stanziando oltre 1 miliardo di euro per progetti di ricerca e sviluppo collaborativi nel settore della difesa”.

Lo si legge in una nota.

Con il piano per il 2025, la Commissione “sblocca importanti finanziamenti aggiuntivi” per sostenere lo sviluppo di tecnologie e capacità di difesa critiche. Il programma stanzia circa 100 milioni di euro ciascuno in settori critici come il combattimento a terra, la lotta spaziale, aerea e navale, nonché la resilienza energetica e la transizione ambientale.

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Politica

Waterfront area metropolitana di Napoli, alleanza pubblico-privato partendo da esperienza di New York

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“L’esperienza di New York rappresenta un modello interessante; quello che si può trasferire è un metodo fondamentalmente laico, inclusivo, collaborativo in cui diversi soggetti cedono un pezzettino del loro interesse a favore di un interesse generale e, quindi, di una strategia che è vincente per tutti i partecipanti: pubblico, privato, istituzioni, enti locali, porto”.

Così Massimo Clemente, Direttore dell’ITC (Istituto per le Tecnologie della Costruzione) del CNR, intervenendo all’incontro sul tema “L’esperienza del waterfront di New York per il lungomare di Napoli e la costa metropolitana” promossa dall’ITC con il supporto di partner locali e internazionali (ANIAI Campania, Friends of Molo San Vincenzo, RETE, The International Propeller Clubs) svoltasi nella sede dell’Acen con l’intervento, fra gli altri, di Angelo Lancellotti (presidente dell’Associazione costruttori edili di Napoli) e di Andrea Annunziata (presidente dell’ADSP, Autorità di sistema portuale del mare Tirreno centrale) e, in collegamento da New York, di Tom Fox, autore del volume dedicato alla trasformazione del waterfront newyorkese.

“Il paragone fra New York e Napoli si può fare – ha aggiunto Clemente – un paragone famoso fu fatto da Andy Warhol, un’analogia che era riferita a questioni positive e negative con la complessità delle due realtà urbane e sociali”.

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Politica

SANT’ANTONIO ABATE. 20mila euro di spesa impegnati per difendersi da chi non ha il diritto di creare contenziosi

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SANT’ANTONIO ABATE – Con un iter procedurale che è durato più di otto anni, finalmente con sentenza della Cassazione nel 2024 il Comune di Sant’Antonio Abate è diventato proprietario dei beni ricompresi nel compendio immobiliare denominato Grand Hotel La Sonrisa, che sono entrati nel patrimonio comunale.

La sentenza definitiva del giudice penale ha accertato che vi è stata lottizzazione abusiva, e ha disposto la confisca dei terreni, abusivamente lottizzati e delle opere abusivamente costruite. Per effetto della confisca i terreni sono stati acquisiti di diritto e gratuitamente al patrimonio del comune nel cui territorio è avvenuta la lottizzazione.

Tutto chiaro? Abbiamo capito che ora il proprietario del Grand Hotel La Sonrisa è l’ente comunale? Si? A quanto pare l’Amministrazione comunale non l’ha compreso bene bene bene.

Vogliamo comprendere che la famiglia Polese di seconda generazione abbia visto sottrarsi un bene che fino a ieri considerava di sua proprietà e pertanto si è visa costretta a tentarle tutte pur di recuperarlo ma che un’Amministrazione comunale non abbia ben compreso quale sia il suo ruolo una volta diventato il proprietario di un bene ha dell’assurdo se non dire del kafkiano.

Una volta acquisito il bene a patrimonio comunale il 15 febbraio dell’anno scorso il Comune di Sant’Antonio Abate non ha provveduto ad adottare i provvedimenti conclusivi indirizzati a definire le eventuali attività amministrative a compiersi nonché a non ha individuato le modalità di prosecuzione della gestione del complesso turistico-recettivo, anche in ragione della rilevanza rivestita nell’economia del territorio, che non compete al giudice amministrativo sostituirsi all’amministrazione in tali opinabili valutazioni, rientrando nelle competenze comunali dover valutare, non solo la destinazione da imprimere alle relative aree, ma anche le relative modalità di gestione, in proprio, o mediante altre forme di affidamento ai soggetti privati interessati.

Bene, su questo mancato provvedimento conclusivo si appellano gli ex proprietari della Sonrisa e facendo passare il messaggio di essere ancora i proprietari del bene, intendono trascinare in giudizio il Comune di Sant’Antonio Abate appellandosi al TAR che nel frattempo, con sentenza del 9 gennaio scorso decide di sospendere la valutazione e dispone un termine dilatorio di trenta giorni. In poche parole nulla è ancora deciso ma c’è una cosa che fa sorridere tanto, ed è quella che il giorno dopo la decisione dei giudici e due giorni prima della pubblicazione della sentenza del TAR sull’albo pretorio compare un impegno di spesa di 20mila euro da destinare ad eventuali incarichi di difesa dell’ente in contenziosi dinanzi al TAR e Consiglio di Stato connessi alle procedure relative alla confisca del Grand Hotel “La Sonrisa”.

Ma le domande che vorremmo porre al Sindaco Ilaria Abagnale sono le seguenti: che senso ha costituirsi in eventuali giudizi, così come già successo dinanzi al TAR prodotti da ex proprietari di un bene che pur di trascinare l’ente in giudizio fondano il proprio appello su un dato non veritiero, facendosi passare per proprietari del bene? Che senso ha impegnare 20mila euro di soldi dei contribuenti per difendersi da una situazione paradossale? Non crede che i giudici, in automatico, possano far decadere qualsiasi giudizio perché nell’istanza è presente un vizio di forma originario? Perché difendersi da un’azione legale intrapresa da chi millanta di essere proprietario del bene quando c’è una sentenza di Cassazione che ha stabilito che non lo è più? Non crede che lei e la sua Amministrazione siate arrivati al paradosso? Ai posteri l’ardua sentenza.

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