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Caso Almasri, Meloni indagata per favoreggiamento e peculato: la situazione

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Tiene banco in queste ore il caso Almasri, il comandante libico arrestato perché accusato di crimini contro l’umanità, per poi essere rilasciato e riportato nel proprio Paese con un aereo di Stato.

Contestualmente, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato in un video di essere indagata per favoreggiamento e peculato. Oltre alla premier, sono stati iscritti al registro degli indagati anche i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, e il sottosegretario Alfredo Mantovano.

L’inchiesta è stata aperta a seguito della denuncia fatta due giorni dopo la scarcerazione e l’espulsione di Almasri dal penalista Luigi Li Gotti.

Pertanto, la richiesta agli inquirenti è chiara:

“Svolgere indagini sulle decisioni adottate e favoreggiatrici di Almasri, nonché sulla decisione di utilizzare un aereo di Stato per prelevare il catturato (e liberato) a Torino e condurlo in Libia”.

In particolare, la prima accusa a carico di Meloni è di favoreggiamento personale, poiché avrebbe aiutato Almasri ad evitare le indagini. Ecco quanto previsto dall’articolo 378 del Codice Penale:

“Chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge stabilisce l’ergastolo o la reclusione (…) aiuta taluno a eludere le investigazioni dell’Autorità, comprese quelle svolte da organi della Corte penale internazionale, o a sottrarsi alle ricerche effettuate dai medesimi soggetti, è punito con la reclusione fino a quattro anni”.

Invece, la seconda accusa contro la premier è quella di peculato. Si tratta di un illecito che riguarda i pubblici ufficiali o gli incaricati di pubblico servizio, che secondo l’articolo 314 del Codice Penale “se uno di loro, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni e sei mesi”.  

Pertanto, l’Associazione Nazionale dei Magistrati ha così dichiarato in una nota:

“Al fine di fare chiarezza si parla di un totale fraintendimento da parte di numerosi esponenti politici dell’attività svolta dalla procura di Roma. La Procura di Roma non ha emesso, come è stato detto da più parti impropriamente, un avviso di garanzia nei confronti della presidente Meloni e dei ministri Nordio e Piantedosi, ma una comunicazione di iscrizione che è in sé un atto dovuto, perché previsto dall’articolo 6 comma 1 della legge costituzionale n. 1/89. La disposizione impone al procuratore della Repubblica, ricevuta la denuncia nei confronti di un ministro, e omessa ogni indagine, di trasmettere, entro il termine di quindici giorni, gli atti al tribunale dei ministri, dandone immediata comunicazione ai soggetti interessati affinché questi possano presentare memorie al collegio o chiedere di essere ascoltati. Si tratta, dunque, di un atto dovuto”. 

Ora il caso sarà valutato dal Tribunale dei Ministri, una sezione specializzata del tribunale ordinario competente per i reati commessi dal presidente del Consiglio e dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni.

Esso adesso avrà due opzioni da poter percorrere: la prima è quella di avanzare richiesta di archiviazione, mentre la seconda è quella di inviare tutto alla Procura perché chieda alle Camere l’autorizzazione a procedere.

Inoltre la Camera competente può negare, a maggioranza assoluta l’autorizzazione, se ritiene che la persona soggetta a indagine abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico. Se invece concede l’autorizzazione a procedere, il giudizio di primo grado spetta al tribunale ordinario del capoluogo del distretto di Corte d’Appello competente per territorio. 

La prima e immediata conseguenze dell’indagine è che i ministri Nordio e Piantedosi oggi non si presenteranno alle Camere per discutere del casi Almasri, mentre un’altra conseguenza potrebbe riguardare anche il caso Santanché, poiché la valutazione sul ministro del Turismo e le possibili dimissioni potrebbero essere congelate per la situazione che si è creata.

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