CAIVANO – Il caso M5S sul territorio gialloverde arriva al capolinea e lo fa nel peggiore dei modi. Uno dei territori, oggi, mediaticamente più importanti d’Italia non è minimamente preso in considerazione dai partiti di opposizione men che meno dal Movimento 5 stelle.
Non è notizia di oggi la scissione all’interno del gruppo territoriale del partito pentastellato, come non è un segreto il litigio tra il deputato Pasqualino “marsupio” Penza e il suo ex collaboratore parlamentare ed ex Consigliere Francesco Giuliano ma è di oggi, invece la notizia che i più alti in grado regionali hanno boicottato Caivano e i suoi problemi.
Per oggi pomeriggio era fissata la data per una riunione indetta proprio dal “marsupio” Penza per cercare di risanare la ferita aperta e riunire i due blocchi formatisi, da una parte un gruppo di 14 capeggiati proprio da Francesco Giuliano e un altro gruppetto formato da 4 persone che sono rimasti fedeli al deputato Penza. L’epilogo dell’incontro è che coloro che dovevano fare da collante al gruppo, in vista delle prossime elezioni amministrative, ossia il coordinatore regionale Salvatore Micillo e la coordinatrice provinciale Carmela Auriemma, hanno deciso di non presentarsi alla riunione, lasciando intrinsecamente il messaggio della loro noncuranza del territorio caivanese, abbandonando a se stesso i problemi e gli attriti del gruppo territoriale.
I due sono stati raggiunti telefonicamente dal resto del gruppo dissidente di Francesco Giuliano e il massimo che hanno guadagnato è stata la possibilità di poter fare una video call da remoto. A questo punto i 14 dissidenti si sono sentiti presi in giro da chi dovrebbe tutelare la loro passione ma soprattutto la loro dedizione alla cura della cosa pubblica, hanno rifiutato l’offerta e hanno redatto un documento attestante la loro fuoriuscita dal partito.
Insomma, in poche parole l’on. Pasqualino “marsupio” Penza ha perso la base e l’altezza. Lasciato a piedi dai suoi che rappresentavano la base e boicottato dai più alti in grado, i quali tutto ciò che hanno potuto fare è quello di lasciargli l’uso del simbolo – ammesso sempre che Giuseppe Conte lo possa usare – solo grazie al fatto che i deputati pentastellati versano nelle casse del partito circa € 2500,00 mensili.
Per il resto, a Caivano non c’è gruppo territoriale e pertanto il deputato Penza o chi volesse rappresentare il partito pentastellato a Caivano non può presentare la lista alle prossime elezioni poiché ci vuole un numero consistente di iscritti al blog per poter formare il gruppo territoriale ancor prima della formazione di un’ipotetica lista. Praticamente a Caivano Pasqualino “marsupio” Penza resta un deputato della Repubblica ma non un soggetto politico in grado di poter sedersi ai tavoli di una coalizione.